32. Il soffio del tempo.

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"Chi beve solo acqua
ha un segreto da nascondere."
(Charles Baudelaire)

-Non è andata bene come credevi, vero?
-Affatto, nostro padre si è incazzato, ha detto a me e a John che non siamo ancora pronti perché dobbiamo avere la testa dura quando si tratta di affari. Come se Arthur ce l'avesse!- farfuglio arrabbiato guardandola negli occhi, occhi che non so come mai riescono sempre a calmarmi, a farmi ritornare a cavallo in mezzo a una radura baciata dal sole.
Ci sediamo sul basso muretto situato sulla via delle abitazioni più povere del quartiere, le cataste di mattoni frutto delle vecchie fabbriche smantellate. I vestiti stesi al vento separano questo tratto di strada e la isolano dal resto. C'è uno strano silenzio nell'aria, a volte contaminato dal rumore di qualche auto in lontananza.
-Tuo padre non ha visto il tuo potenziale solo perché sei il fratello di mezzo e per ora non sei estremamente necessario. Quest'estate del 1913 si sta rivelando più tranquilla del previsto, capisci? Non dubitare del tuo potenziale.- mi rassicura.
-Già...Oggi hai uno strano sorriso.
-Beh, questo perché credo di essermela cavata un po' meglio di te, stavolta. Ho fatto dieci sterline in più del mio solito con i conti al Blackberry. E poi guarda cos'ho qui...- Sorrido lievemente nel vederla provare a tirarmi su il morale, nel momento in cui tira fuori da una busta di carta, riposta nella sua borsa dalla lunga tracolla, uno strano accendino.
Lo apre e lo chiude col pollice mentre la sua chioma sciolta e bruna viene illuminata dai riflessi del sole, coprendole a volte la guancia destra a causa della brezza leggera del pomeriggio inoltrato.
-Non ho comprato niente, l'ho preso da un mercatino scambiandolo con due pacchetti di sigarette. C'è un'incisione, TH. Credo siano le iniziali di qualcuno, però sono le lettere di Thomas. Ho pensato a te, dato che John-John ha fatto il tuo in mille pezzi.
-Davvero, non dovevi...- Lo contemplo nelle mie mani quando me lo passa, per poi finire nuovamente a guardarla mordersi il labbro inferiore.
-E poi ricorda che a mezzanotte ti fai più vecchio di un anno.- Mi rammenta una cosa che neanche io ricordavo fino a due secondi fa.
La attiro in un bacio travolgente che dura più di qualche istante, abbandonando poi le sue labbra a pochi centimetri da me per la mancanza di fiato.
-Spiegami perché sei qui con uno zingaro anziché cercare qualcuno di migliore...- sussurro abbastanza forte da farmi sentire.
-Perché devo sollevarti dalle ingiustizie di tuo padre! E soprattutto sono qui per vantarmi del fatto che sono un ottimo sostegno morale.
-Ah sì? E cosa ti fa credere di essere così tanto brava, Winterhouse?
-Il fatto che stai sorridendo. Senti, arriverà un giorno in cui tutto questo sarà nelle tue mani, Thomas, e non in quelle di Arthur o degli altri tuoi fratelli. Sei il più sveglio e il più ambizioso tra di loro, anche se tuo padre ha i paraocchi e vede le cose solo in un modo.
-Purtroppo, c'è un'unica versione di questa storia: mio padre che porta avanti questa baracca come se fosse il re fin sul letto di morte. Tra vent'anni combatterò ancora con questo problema.- rifletto guardando un punto fisso nel vuoto, ma lei mi riporta alla realtà scompigliandomi i capelli come suo solito.
-Non vedi quello che vedo io, Thomas? Tuo padre si assenta un giorno sì e l'altro pure, i lavori più sporchi li state portando avanti voi tre con me e Luke da mesi, dato che è costantemente a Londra.
-Dove vuoi arrivare, Sky?
-Voglio dire...Non ti stupire se tra qualche settimana partirà e non si farà più vedere.
-Aspetta, mi stai dicendo che-
-Sì, Thomas.
-Tu sai qualcosa che io non so.- deduco sospettoso. Sky annuisce seria, poi si appresta a rivelarmi quel segreto. Finisco per accendermi una sigaretta per sfogare il nervosismo.
-L'altroieri sono entrata nel suo ufficio al centro scommesse per consegnargli il bilancio delle entrate e delle uscite del mese scorso, ma lui non era lì. Allora ho frugato tra le sue cose, e non crederai a quello che ho trovato: un unico biglietto, sola andata, dal porto di Poplar verso l'America. La nave passeggeri parte alle cinque di mattina tra due sabati.
-Cazzo...Ci abbandona sul serio, questa volta! Come cazzo si permette a fare una cos- Un altro bacio mi chiude la bocca; forse stavo urlando un po' troppo.
-Zitto, Thomas! Non deve saperlo nessuno, altrimenti scoppia il finimondo! Tua madre non c'è più, ma se lo scoprisse Polly...Lo sai che potrebbe arrivare sul punto di ucciderlo.
-Certo, se non lo faccio prima io.- farfuglio stringendo le mani in dei pugni.
-Non ci pensare troppo, ora che te l'ho detto. Solo, prepara le cose in silenzio, non farlo capire.- Continuo a scuotere la testa, mentre il sangue mi ribolle nelle vene.
-Nostra madre muore e lui abbandona me e noi altri Shelby prima che sia troppo tardi? Come può, sangue del nostro sangue...Ed è tornato nuovamente dopo due anni! Abbiamo il suo cognome, io, Arthur, John, Ada, il piccolissimo Finn. Perché a questo punto non si unisce pure tuo padre e se ne vanno a 'fanculo insieme?-
-Magari andasse via e capisse che razza di uomo è diventato. Ma sarebbe troppo bello per essere vero.
-Esatto. È meglio che torni a casa.- Ma non faccio in tempo a muovere un muscolo che Sky mi blocca di nuovo.
-Thomas, non uccidere tuo padre o giuro che mi incazzo talmente tanto da non rivolgerti più la parola.- mi minaccia, e io la guardo male.
-Che c'è? Non dirmi che ti interessa tanto dell'incolumità di mio padre.- rispondo schietto, non curandomi di quello che dico, però il pensiero di quello che vuole fare papà è troppo forte.
-Calmati, innanzitutto. E due, davvero credi questo? Non vedo l'ora che quell'uomo se ne vada, è che lo dico per te! La morte di tuo padre rimarrebbe indelebile nella tua coscienza, ti logorerebbe. Diamine, perché per questa volta non mi ascolti?!
-Perché a chi lo dirò quando lui se ne andrà che io già lo sapevo?!- esclamo, non trattenendomi.
-Non lo dirai a nessuno per il semplice motivo che la situazione degenererebbe, non lo capisci?! Siete solo voi, Thomas! Cosa ti cambierebbe se finisse con un colpo in testa? Non sarebbe qui in entrambi i casi!-
Dopo infiniti attimi di riflessione e eterna frustrazione, finalmente ritorno sulla Terra, domandando con voce sommessa: -Ma perché la vita è così difficile per noi? Perché ce la complichiamo ulteriormente?
-È questa la vita dei bassifondi, no?
Sto in silenzio, pensando a quanto questa notizia mi abbia rovinato l'intera giornata e quelle a seguire. Mi risiedo sul muretto, meditando
-Te lo giuro, se un giorno sarò il capitano di questo relitto di famiglia che cola a picco, stai certa che non sarà più così. Nessuno tratterà la mia famiglia e te come hanno fatto i nostri padri o come fanno tutti quegli altri ricconi che passeggiano nelle fabbriche a guardare gli altri che sgobbano.
Annuisce giocando con la stoffa della sua gonna, proprio mentre io penso ad una sola cosa: papà ci abbandonerà sempre, lo ha già fatto una volta e ora lo rifarà. Ed io non posso che lasciarlo andare, in modo tale che nessuno si faccia male. E poi, la mia piccola parte approfittatrice non vede l'ora di cancellarlo dalla famiglia unicamente per il fatto che riesce sempre a mandare a puttane tutto quello che si cerca di costruire quando lui non c'è. Anche l'amore e il sentimento di famiglia. Allora giungerà una nuova era, più luminosa per tutti.
-Hey, sono qui...
-Sì, scusa. Parliamo un secondo d'altro...Vieni stasera?
-Non lo so se posso, papà-
-A mezzanotte, il mio compleanno...- cerco di convincerla rammentandole ciò che aveva detto prima. Mi guarda ridacchiando e io le accarezzo il viso con il pollice, attirandola verso di me.
-Non te ne frega un cazzo del tuo compleanno, l'hai detto prima.
-Sì, ma-
-Non mi comprerai così facilmente, Shelby. Nessuno si mette tra un padre e sua figlia.-
-Stasera, ti accompagno io stesso. Il Black Lion compie trent'anni, ci sarà un sacco di gente. Facci venire pure Luke.
-Luke ci andrà con la sua fidanzata.
-Ricordami perché tuo padre non vuole che tu vada in città la sera.
-Thomas, forse perché l'altra volta il mio 'compagno prediletto' aveva cercato di portarmi a letto e 'qualcuno' gliel'ha impedito pestandolo? Forse perché è da quella volta che ho perso il più adatto spasimante per farci guadagnare in famiglia?- si domanda ovvia.
-Preferisco questo divieto a vederti insieme a quel riccone, lo sai.
-Solo che adesso sono barricata in casa durante la notte.
-Senti, penso a tutto io. Appena tuo padre lascia la casa io entro e andiamo in città. Rimarrò sveglio tutta la notte per farti tornare presto in modo che nessuno si renderà conto di niente.- prometto consapevole.
-Dall'una alle tre non ci sarà nessuno in casa Shelby, vero?
-Saremo soli.- Mi bacia, ancora una volta, inconsapevolmente.
Continuo a guadarla mentre ci avviamo verso il centro, totalmente invaghito e trascinato dalla sua essenza.

𝘐𝘵𝘢𝘤𝘢 - 𝘛𝘰𝘮𝘮𝘺 𝘚𝘩𝘦𝘭𝘣𝘺Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora