15. Ricordi di sole.

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"Non si ricordano i giorni,
si ricordano gli attimi."
(Cesare Pavese)

-Aprite la porta, cazzo! Porca puttana!-
Da quando ne aveva memoria, per Scarlett imprecare era un gesto che le serviva per sfogare la rabbia o la frustrazione, si ricordava infatti come se fosse stato ieri quando a 6 anni aveva detto la prima parolaccia perché gliel'aveva sentita dire a John nonostante fosse un po' più piccolo di lei: quando sua madre le disse di andare a pulire la camera per la terza volta, lei si ribellò urlando un "porca puttana" e finì per ricevere uno schiaffo così forte da farla cadere per terra. Da quel giorno imparò che le brutte parole le doveva tenere sempre fuori casa e non dentro.

Perché nessuno mi apre? È da due minuti che sto qui a tirare calci sulla porta! Mi toccherà entrare dalla finestra, bene, mi mancava solo questa per concludere questa giornataccia. Anzi, sono già le due di notte ormai, quindi questo inaugurerà altre ventiquattr'ore di merda!
Vedeva una leggera luce dalla stanza di Tommy, ma non capiva perché non gli aprisse visto che stava urlando. Constatando che nessuno l'avrebbe fatta entrare e che non le sarebbe andato giù il fatto di dormire all'aperto con lo sporco che c'era, trovò il modo di arrivare fino alla finestra dell'uomo, arrampicandosi su alcune casse di legno rimanendo aggrappata alla grondaia. Le prese quasi un infarto quando vide che quel tubo mezzo arrugginito stava per staccarsi, ma non successe e lei arrivó tutta intera sul piccolo davanzale. Appena scostò le tendine si aspettò di trovare Tom, ma c'era solo la lampada accesa a fare luce su quello spazio angusto.
-Cosa...-
-CHI CAZZO SEI?!-
Si girò di colpo e le venne un infarto per la seconda volta nel giro di pochi minuti. Fece per urlare ma si fermó quando capì che era il suo Tommy, solo con una pistola in mano ben puntata sulla sua figura travestita.
Scarlett si aggrappò con una mano alla parete e con l'altra si tolse il berretto liberando i suoi capelli fluenti, rassicurandolo: -Tom, non sparare! Sono io, sono Scarlett!
Anche se era lontana vedeva bene la sua faccia incredula e gli occhi ghiaccio diventare due fessure per cercare di riconoscerla.
-Sky? Ma che cazzo fai lì sopra?
-Non avevo le chiavi e nessuno mi apriva, così mi sono arrampicata qui!
Tommy sbuffò con gli occhi al cielo e velocemente cercó nella tasca della giacca l'oggetto d'ottone, trovandolo dopo due secondi.
-Entra dentro, ho lasciato la porta chiusa, adesso arrivo!
Ma dai! Se avessi saputo dell'arrivo di Tom avrei aspettato! Dopo tutto quello che è successo mi basta pochissimo per avere un crollo emotivo...

Appena la vide, Tommy la squadró da capo a piedi con la testa di lato. Dire che era stupito era molto poco: sorrise leggermente, continuando a guardarla in modo enigmatico. Lei incrociò le braccia al petto, lanciandogli un'occhiataccia. -Che c'è?
-No, è solo che...Fa abbastanza ridere il fatto che tu ti sia conciata così per andare a Soho.
-Non dovevo dare nell'occhio, ho fatto qualche ora accovacciata in un vagone per gli animali dopo aver atterrato un tizio all'andata e al ritorno...Robert Cooper è morto. È stata una giornata di merda.
-Hai ragione- La abbracciò e la baciò lentamente, capendo che in quel momento la sua Sky aveva bisogno di conforto e di sapere dagli altri che aveva fatto la cosa giusta uccidendo quell'uomo.
-Va tutto bene, va tutto bene...È andato tutto bene, siamo ancora vivi, tutti quanti- le sussurrava con la fronte attaccata alla sua, guardandola con decisione. -Ci sono per te...
E le bastarono quelle parole per stare un po' meglio, chiudendo gli occhi e respirando con calma, sentendo la quiete tra le sue braccia. Poi si staccò leggermente facendo attenzione ad un piccolo dettaglio nella stanza. -Quella è la valigia di qualcuno...
-Ah sì, è di quella abusiva che stava nel mio ufficio, l'ho sfrattata. Ho pensato di lasciarle la camera in modo che non dorma sul divanetto.
-Ma questa donna non vuole mica che tu faccia cambio con lei...- disse reggendo il gioco Scarlett. -Fare cambio? Chi l'ha detto? Nel letto c'è posto per entrambi, sai, l'abbiamo già provato parecchie volte.
-Allora siete davvero intimi tu e questa donna.
-Sì, in effetti è un modo implicito per dirle di stare con me questa notte.
-Mh, sono sicura che accetterebbe...- e continuò a baciarlo. Tommy sentiva il bisogno di averla accanto costantemente e quando dormivano insieme si sentiva bene veramente. Non significava solo fare sesso, lui la voleva con sè, avere la certezza che era lì vicino, sentire il suo corpo contro quello della donna, la sua donna.
-Non potevi andare al Black Lion? I miei fratelli saranno lì, sicuramente ti avrebbero dato le chiavi.
Sky ridacchió e gli rispose con tono più sensuale e audace: -Se John e Arthur hanno le chiavi di casa, allora io non so scopare, Thomas.
Continuò a guardarla con desiderio: -Cazzo, sei così sfacciata...
Baci infuocati, carezze decise, parole sussurrate sulla pelle, il calore che si diffondeva, respiri mozzati, mani che si muovevano da sole, il desiderio innato di aversi accanto...Tutto questo si mescolava a quei minuti, a quello spazio illuminato da una sola e piccola lampada che riusciva a fermare i pensieri.
-Fermiamoci adesso...Se continuiamo non riuscirò a trattenermi dal finire quello che sto facendo...- esalò Thomas col fiato corto e le labbra gonfie; Scarlett gli diede ragione staccandosi di malavoglia dalla sua pelle che sapeva di fumo e di una fragranza che non riusciva a decifrare. Era strano che fosse lui ad interrompere, sicuramente era stanco morto, anche se quell'aggettivo di solito non era nelle sue corde. Si capivano benissimo: dopotutto avevano ucciso due persone quel giorno, non era la serata migliore.
Quando sentirono dei rumori al piano di sotto abbassarono la voce e si misero nel letto, Tommy sempre e solo con i pantaloni, Scarlett in intimo con la coperta addosso e le due collane che ormai aveva sempre con sé a circondarle il collo. Lui la teneva vicina con un braccio dietro la sua testa e lei si lasciava andare sentendo il battito del cuore dell'uomo. Prima di crollare in un sonno tranquillo, la
donna lo rassicurò sottovoce: -Anche io ci sono per te...Tienilo sempre a mente...

𝘐𝘵𝘢𝘤𝘢 - 𝘛𝘰𝘮𝘮𝘺 𝘚𝘩𝘦𝘭𝘣𝘺Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora