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Torno dagli altri. Sono ancora confusa e stordita. Possibile che mi sia rammollita? Gar è talmente concentrato su Rachel che fortunatamente non si accorge del mio strano comportamento. Il ragazzo ripone il piatto di zuppa sul ripiano e si allontana. C'è qualcosa che non mi quadra però. Gar era strano. -È successo qualcosa?- chiedo a Rachel, cercando di sembrare più tranquilla possibile. -Non dovrebbe stare con noi.- dice la ragazza, sull’orlo delle lacrime. -Perché? Cosa ha fatto?- chiede la madre, appena entrata nella stanza. Rach si alza per riporre il piatto nel lavandino della cucina. -Ha cercato di farmi stare meglio.- dice. -A te non piacerebbe stare meglio? O hai paura.- chiede la donna. La ragazza non risponde. -Senti, so che dopo tutto quello che è successo, quello che hai passato, fa paura legarsi a qualcuno, ma devi tenerti stretto chi tiene a te. Chi ti vuole bene. Io non avrei dovuto darti a Melissa. Non importa quanta paura avessi. Sarei dovuta fuggire con te. Non da te. È la verità e me ne vergogno.- Decido di non voler più assistere a quel momento madre-figlia e cerco Gar. Lo trovo sul portico. -Va tutto bene?- chiedo. -Si...in realtà no.- -Cosa c’è che ti turba?- -Continuo a vederlo. Ho l’immagine di quell’uomo impressa nella mente. Ogni volta che chiudo gli occhi me lo ritrovo davanti. Se ci ripenso sento ancora il gusto rivoltante del sangue.- Sembra distrutto. -Ascoltami, Gar. So cosa provi. Ma ormai non sei più un bambino. So che un giorno riuscirai ad arrivare lontano con le tue capacità e in quel momento il senso di colpa sarà totalmente inutile. Se vuoi diventare un supereroe devi fare dei grandi sforzi. Tu hai ucciso un uomo che meritava ogni disgrazia del mondo. Ha contribuito a far del male a te, ai tuoi amici e a molte altre persone. Hai fatto la cosa giusta. E so che sembrerà un pensiero crudele ma è la pura verità.- Il ragazzo mi scruta per qualche secondo. -Hai perfettamente ragione. Sono una nullità.- -No, non lo sei. Sei una delle persone più forti che io conosca. Devi solo imparare a riconoscere la forza che ti contraddistingue. Se vuoi essere un eroe sono certa che riuscirai ad accettarne le conseguenze.- -Lo spero.- dice il ragazzo, sorridendo leggermente. -Dai, vieni qui.- Lo abbraccio e lui ricambia la stretta. Poggio la testa sulla sua spalla e gli accarezzo i capelli. Dopo qualche secondo ci stacchiamo. Ha gli occhi lucidi. Ho il sospetto che qui ci sia lo zampino di mio padre. Utilizza i punti deboli delle persone per attaccare. È un mostro viscido e subdolo. I miei pensieri vengono interrotti dal suono della porta d’ingresso. Rachel ci raggiunge. -Vi lascio parlare in pace. Sembra che qui ci sia una questione da risolvere.- dico, sorridendo leggermente. Rach ricambia il sorriso. Salgo al piano di sopra. Studio le foto appese al muro. Sono molto vecchie. Passo qualche minuto lì, a pensare. Dopo poco sale anche Gar. Sembra agitato. -Che succede?- chiedo, preoccupata. -Non sto molto bene, voglio sdraiarmi un po’.- -Oh, d’accordo. Credo che ti farà bene un po’ di riposo.- Rimaniamo in silenzio per qualche secondo. -Potresti...potresti farmi un po’ di compagnia? Non voglio rivederlo.- chiede poi il ragazzo. -Certo.- Andiamo nella sua stanza. Gar si stende sul letto e io mi siedo sul bordo di esso. -Ora riposati.- dico, accarezzandogli dolcemente i capelli. Crolla dopo qualche minuto. Si vede che non sta bene. Sono preoccupata per lui. E anche per Rachel. Ho un brutto presentimento. Poco dopo crollo anch’io. Mi sveglio sentendo qualcuno sbattere contro il pavimento. Apro immediatamente gli occhi. Gar non è a letto. Mi volto in direzione del bagno e lui è lì. Sdraiato a terra. È coperto di sangue. -Cazzo!- Mi precipito da lui. -Gar, cosa diavolo ti è successo?!- Poggio la sua testa sul mio grembo. La sua fronte è bollente. Angela entra di corsa nella stanza. -Chiama Rachel.- le ordino. Lei annuisce e corre a svegliare la ragazza. Gar è scosso dagli spasmi. Rach arriva di fretta e furia. Si inginocchia al mio fianco. -Gar, mi senti? Che problema ha?- chiede. -Non ne ho la minima idea ma so che è grave.- rispondo. Qualcuno bussa alla porta. -Magari è Dick.- ipotizza Rachel. -Restate con Gar. Vado io.- dice Angela, andando ad aprire. -Da quanto sta così?- chiede poi Rachel. -Non lo so. Mi sono svegliata ed era qui in preda agli spasmi.- Gar non riesce a respirare. -No, no, no, no, no. Gar, ti prego.- quasi urlo, sull’orlo delle lacrime. Rachel chiama sua madre. La donna torna con un uomo. -Da quanto tempo sta così?- chiede anche lui. -Non lo sappiamo.- risponde Rach. -Stava bene fino a qualche ora fa.- dice Angela. -Vedrete, se la caverà. Sono un poliziotto.- dice l’amico di Angela prendendo il telefono per chiamare i soccorsi. -È scarico.- -C’è un telefono in cucina.- dice Angela. I due scendono al piano di sotto. Rachel scoppia in lacrime. Cerco di trattenermi ma non ci riesco. A volte anche i più forti crollano. Angela torna dopo poco ma da sola. -Arriva aiuto?- chiede Rach. -È andato in città, dal dottore. Ma Gar sta peggiorando. Non possiamo aspettare, devi provare ad aiutarlo tu.- -Io?- -Posso darti una mano, se vuoi.- dico, ricordando l’ultima volta in cui abbiamo salvato qualcuno con i nostri poteri. La ragazza esita ma poi si convince. Poggiamo le mani sulla fronte di Gar. Ci concentriamo. -Bene, sta funzionando.- ci avvisa Angela. Gar apre gli occhi di colpo. Respira a fatica. Cazzo. -Sta morendo! Riesco a sentirlo.- urla Rachel. -No, dev’esserci un altro...Tuo padre.- dice la donna. Non porterà a nulla di buono. Non so perché non le stia fermando. Forse è perché ho paura di perdere il mio migliore amico. Questo pensiero mi terrorizza. Prima che possa dire qualcosa le due aiutano Gar ad alzarsi. Scendiamo al piano di sotto. Sono come entrata in una specie di trance. Non riesco a parlare. Posso muovermi a mala pena. Ho paura. Tanta paura. Ma per qualche motivo non riesco ad oppormi. Il portale è ormai aperto. Gli occhi di Rachel diventano neri. Poco dopo paparino è nel salotto di casa. -Mia figlia.- sono le prime parole che pronuncia. Wow, mi sento leggermente offesa. Certo che non è davvero un padre modello. D’altro canto spero che non si sia accorto di me. Angela bacia papà. Rachel corre accanto a me e Gar. -Il mio amico sta morendo. Tu puoi salvarlo?- -Farei di tutto per te.- Come no. Paparino si avvicina al ragazzo e prova a guarirlo. Lo studia. -È davvero insolito. Ragazzo o bestia? Avrai una vita per decidere.- sussurra. Gar si risveglia di colpo. Ormai il sangue sul suo corpo è sparito. Rachel ringrazia suo padre e corre ad abbracciarlo. -Come ti senti?- sussurro al mio migliore amico. -Molto meglio.- risponde, spaesato. -Emris!- Oh merda. -La mia figlia maggiore. Che piacere.- dice l'uomo con un tono talmente falso e melenso da farmi venire la nausea. Purtroppo si è accorto di me. Sospiro. -Ciao papà.-

The daughters of TrigonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora