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-Chi è ferita?- domanda il nostro amico idiota. -Kory.- risponde Rach. -Occupatevi di lei. A lui ci penso io. Questa è la mia battaglia.- Dick si volta e si prepara a combattere. La lotta comincia. Io e Rachel ci concentriamo su Kory. -Non ti avevo mai vista sanguinare.- dice mia sorella. -Pensavo fosse impossibile per te.- aggiungo io. Utilizziamo i nostri poteri curativi. La ferita si rimargina all'istante. La donna ci sorride. Ora non ci resta che goderci lo spettacolo che si sta svolgendo fuori. Dick combatte valorosamente ma poi viene messo alle strette da Deathstroke. Qualcuno di inaspettato si presenta alle spalle di quel coglione. È Rose. La cosa che mi sorprende è che si schiera contro il padre. Rose trafigge Deathstroke con una spada, gli solleva la maschera e solleva anche la sua. Poi estrae la lama. La battaglia ormai è conclusa e Deathstroke non è più una minaccia. Rose si ferma a parlare con Dick. Donna scende dall'auto. Poco dopo torna con il nostro amico e la ragazza. Pare che sia tutto apposto. Il peggio però deve ancora arrivare. Ci rechiamo insieme alla fiera. È lì che Gar è stato rintracciato. Ci dividiamo. Io e Rachel andiamo a cercare quest'ultimo. Lo troviamo sotto forma di tigre. È steso a terra. Sembra ferito. -Gar?- lo chiama Rachel. L'animale alza di scatto lo sguardo. -Hey, amico, siamo noi.- sussurro mentre ci avviciniamo cautamente. Ci accovacciamo. -Stai bene?- chiede Rachel. -Sappiamo che ti hanno fatto qualcosa. Ma abbiamo bisogno di te, Gar.- Rachel avvicina una mano alla zampa della tigre. Lui si ritrae e prova a colpirla. Indietreggiamo di scatto. -D'accordo, non è così che ci si comporta con le ragazze.- dico. -Ok, riproviamoci.- dice Rachel. Ci avviciniamo un'altra volta. -Gar, non abbiamo tempo. Ti ricordi che eravamo a casa di Angela. Trigon trasformava tutti in cattivi. Eri l'unico che non ha trasformato. Quando mi hai toccata, mi hai ricordato chi ero davvero. Quindi toccherò la tua zampa. La tua mano. Perché io so chi sei davvero. Anche se tu non lo sai. Ti prego, ritorna, Gar.- Rachel tocca la zampa di Gar. Sembra succedere qualcosa, ma non è abbastanza potente. -Emris, ho bisogno del tuo aiuto.- Annuisco. Poso la mia mano accanto a quella di Rachel. Sotto il palmo della mano sento la folta pelliccia dell'animale tramutarsi in pelle umana. Gar, lentamente, riprende la sua forma originaria. -Gar!- esclamiamo io e Rach in coro. -Ragazze!- esclama il nostro amico, in risposta. Mia sorella gli passa qualcosa con cui coprirsi. Raggiungiamo gli altri. Stanno avendo qualche problemino con Conner. Donna lo intrappola con il suo lazo. Dick ci da un segnale e io e Rachel lo tratteniamo con i nostri poteri. Vuole comunicare con lui e gli servono i nostri poteri. Trattenere un ragazzo di quella stazza è difficile. -Dick, potresti muoverti? Ci faresti un favore.- dico affannata, a causa dello sforzo. -Sta a te, adesso.- aggiunge Rachel. -Sta a noi adesso.- la corregge. Tende una mano verso di lei e una verso di me. Le afferriamo e facciamo in modo che lui possa entrare nella testa di Conner e aiutarlo. Diciamo a Dick di non metterci troppo. Non possiamo stare così a lungo. Qualche minuto dopo, Conner si risveglia dallo stato di trance e ora non è più sotto il controllo della Cadmus. Sembra stanco, confuso e frastornato. -Vi prego. Lasciatemi andare e chiudo questa storia.- supplica. Dick ci fa un cenno. Lo lasciamo. Donna scioglie il lazo. Conner ci ringrazia e poi si dirige verso coloro che gli hanno fatto il lavaggio del cervello. Provano a sparargli dai furgoni ma lui respinge i proiettili come se la sua pelle fosse fatta di un materiale indistruttibile. Se la danno a gambe. Poi lui si volta verso il casino creatosi nel parco. -Ho fatto io questo?- chiede. -Non ero in me, ma...sono stato io. Mi dispiace.- -Lo sappiamo. È bello riaverti con noi.- dice Donna. -Ti hanno detto che sai davvero come tirare un pugno?- Ridacchiamo tutti. I civili presenti iniziano ad applaudire. Dawn recupera la bambola di una bambina e gliela restituisce con il sorriso sulle labbra. Il momento felice non dura a lungo. Succede tutto troppo velocemente. Un traliccio rischia di cadere loro addosso. Tutti corrono e urlano. Donna si precipita lì e sostiene il traliccio. Immediatamente l'elettricità le invade il corpo. Lo lascia poi cadere a terra e si accascia su di esso, senza vita. Ci precipitiamo da lei. Un vuoto mi si forma rapidamente sulla bocca dello stomaco. La tristezza e la rabbia si fanno spazio in tutti noi. Torniamo alla torre, in silenzio. Portiamo con noi il corpo di Donna. Ognuno si rifugia lontano da tutti per metabolizzare. Io e Rachel raggiungiamo Gar nella sala training. Ci sediamo accanto a lui. Rimaniamo così per un bel po'. Nessuno ha voglia di parlare. Nessuno mangia. La torre è silenziosa. Decido di andare a dormire. Abbraccio sia Rachel che Gar. Poi mi reco in camera mia. Mi stendo sul letto e fisso il soffitto. Riuscirò mai ad avere un po' di tranquillità nella mia vita? Se mio padre non avesse deciso di attuare quel suo maledetto piano non sarei mai scesa sulla terra e mi sarei risparmiata tutte le sofferenze della mia vita terrena. Avrei continuato a vivere nell'ombra di mia madre, con una monotonia quasi pacifica. D'altra parte non avrei conosciuto Rachel. Forse lei non sarebbe neppure nata o forse sarebbe rimasta con la sua madre adottiva, ignara del passato di suo padre e soprattutto ignara di possedere una sorella. Non avrei conosciuto Gar, né il Capo, né Cliff, nè Larry e nemmeno Rita. Per non parlare del resto dei miei amici: Dick, Kory, Dawn, Hank...Donna. E poi non avrei conosciuto... Un rumore cattura la mia attenzione. Sembra che qualcuno stia bussando alla mia finestra. Ma com'è possibile? Questo posto è troppo in alto, nessuno potrebbe mai arrampicarsi qui. A meno che non sia qualcuno con dei gadget speciali forniti da un miliardario alquanto eccentrico di mia conoscenza. Mi alzo e cammino verso il balcone della mia stanza. Distinguo una figura piuttosto familiare. -Ciao.- -Che diavolo ci fai qui?- chiedo. Cerco di sembrare indifferente, anche se il mio tono mi tradisce. -Volevo parlare.- risponde. -Entra.- Lo lascio entrare nella mia stanza. -Credevo che Jason Todd non volesse più avere a che fare con me.- dico, incrociando le braccia. Il ragazzo si siede sul mio letto. Indossa il costume da Robin e ha i capelli scompigliati. -Beh, ti sbagliavi.- dice. -Ho saputo quello che è successo. Mi dispiace. Donna non se lo meritava.- aggiunge abbassando lo sguardo. -Ti prego, non farmici pensare.- lo supplico. -Non riesco ancora a credere che non ci sia più.- Restiamo in silenzio per qualche secondo. -Sono venuto qui per chiederti scusa.- I miei occhi si incastrano con i suoi. -Sono stato un idiota.- -Almeno lo sai.- -Sono un egoista e uno stronzo viziato, e mi dispiace per questo. Davvero. Perdonami, ti prego.- -Scuse accettate.- dico esitante. C'è qualche secondo di pausa. -Allora, ehm...tu e Rose avete...?- -No. No, non potrei mai farti una cosa simile.- Sono sollevata dalla sua risposta. Sospiro. Vado a sedermi accanto a lui e poso la testa sulla sua spalla. -C'è un'altra cosa che devo dirti.- La mia preoccupazione si fa sentire di nuovo. Sollevo il capo. -Di cosa si tratta?- chiedo agitata. -Torno a Gotham.- -Per quale motivo?- -Non credo di essere il benvenuto qui. E poi voglio dare di nuovo una mano a Bruce.- -Verrai a trovarmi, qualche volta?- -Quando sarà possibile.- risponde accennando un sorriso. Provo a ricambiare. Lui torna serio. Inizia ad avvicinarsi, esitante. So cosa vuole fare. Mi avvicino anch'io e lascio che le nostre labbra si tocchino. Mi era mancato questo contatto. Cazzo se mi era mancato. -Puoi restare qui per un po'?- chiedo. -Certo.- -Mi sei mancato.- gli tiro un pugnetto sul braccio. Lui sorride. -Anche tu mi sei mancata.- Ci stendiamo sul letto e restiamo in silenzio, i nostri sguardi incatenati l'uno all'altro. -Ti amo, Emris.- -Ti amo, Jason.- Il sonno comincia a farsi sentire e crollo. L'indomani mattina l'unica cosa rimasta di Jason è una scatolina abbandonata sul cuscino. Aprendola vi trovo una catenella nera ed attaccato ad essa vi è un cristallo trasparente con una luna nera all'interno. La indosso immediatamente. Poi mi sistemo e mi reco in cucina. -Buongiorno.- Rachel, Gar e Rose mi salutano di rimando. -Ti saluta anche Jericho.- aggiunge quest'ultima. -Dice che gli piacciono i tuoi capelli.- -Oh, grazie.- rispondo. -Come stai?- chiedo a Rachel. -Non nel migliore dei modi. Tu, invece?- -Neanch'io in effetti.- Rachel mi poggia una mano sulla spalla. -Gar, come ti senti?- chiedo. -Come voi.- Gli accarezzo il braccio. Gli occhi di Rachel si posano sulla mia collana. -Dove l'hai presa quella? Non ce l'avevi prima.- dice. -È un regalo.- rispondo. Credo che abbia capito chi fosse il mittente. Sorride leggermente. Poco dopo tutti gli altri ci raggiungono. Ci prepariamo e usciamo dalla torre. Il corpo di Donna verrà trasferito. Ci ritroviamo tutti davanti a un piccolo aereo. Ci sono delle vecchie amiche di Donna. Il suo lazo viene posato sulla bara. Essa viene poi caricata sull'aereo. Io e Rachel ci avviciniamo a Dick. -La portano di nuovo a Themyscira?- chiede mia sorella. -Hanno un posto per le guerriere come Donna. Terre sacre.- -Dovrei andare. Con Donna.- -Che cosa?- -Se qualcuno può aiutarla sono io.- -Allora vengo con te.- mi affretto a dire. -No. Sento di dover andare da sola. Me la caverò. Riporterò indietro la nostra Donna.- -Ma...- -Ascoltami. Andrà tutto bene. Ci rivedremo molto presto.- Annuisco, non del tutto convinta. Malgrado l'idea di averla lontana non mi entusiasmi è una sua scelta e la rispetto. La abbraccio. -Ti voglio bene, sorellina.- -Anche io te ne voglio.- Sciogliamo l'abbraccio. Poi Rachel abbraccia Dick. -Sta attenta.- le dice l'uomo. -Si, signore.- -Per qualsiasi cosa, chiamami. Saprò come trovarti.- le dico. Lei annuisce sorridendo. Poi sale sull'aereo. Dick mi mette un braccio intorno alle spalle. -Tua sorella è forte. Se la caverà, stanne certa.- dice. Sorrido. Poi ci allontaniamo e riferiamo tutto agli altri. Ci sistemiamo tutti uno accanto all'altro e osserviamo l'aereo decollare. Poi mi volto alla mia sinistra. Da lontano vedo una motocicletta. A bordo di essa c'è Jason. Si limita a osservare tutto da lontano. Quando nota la collana che ho al collo, sorride. Poi indossa il casco e va via. Mi sarebbe piaciuto andare da lui ma non volevo trattenerlo. Sapevo che aveva bisogno di andarsene da questa città e gliel'ho lasciato fare. Ora sfreccia da solo sulle strade di San Francisco, diretto verso Gotham. Torniamo alla torre. Seguo Gar in camera. -È tanto che non parliamo come facevamo una volta, eh?- chiedo. -Già.- -Ti ricordi quando Larry ci rincorreva per casa perché rubavamo dalla dispensa?- Scappa a entrambi una risatina. -Mi manca la casa del Capo.- dice Gar. -Anche a me. Mi mancano i nostri vecchi amici.- C'è qualche secondo di silenzio. -Perché non ti sei confessato a Rachel?- -Perché sarebbe stato...inopportuno.- -Non parlavo di oggi. So bene che ti piace dal primo momento in cui l'hai vista. E so anche che vi siete baciati...- -Hey, tu questo come lo sai?- -Ti ricordo che posso leggere nel pensiero. Comunque, non è questo il punto. Perché non le hai posto la tanto attesa domanda?- -Beh, se mi avesse detto di no?- -Certo che sei proprio stupido. Amico, svegliati. Lei è cotta di te. Credi davvero che ti avrebbe baciato se non avesse provato nulla?- Prima che il ragazzo possa rispondere, Dick entra nella stanza. -Emris, potresti...- -Certo. Ci vediamo a cena.- Li lascio da soli. Passa un po' di tempo ed è ora di andare a mangiare. Prendiamo tutti posto a tavola. C'è anche Bruce con noi. Dick si schiarisce la gola. -Donna Troy ed io eravamo due randagi. Ci legavano i nostri genitori che si travestivano per combattere il crimine. Ci vedeva una famiglia. Ma non ero interessato alla famiglia, allora. Le famiglie sono incasinate. Insomma, guardiamoci. È da una vita che proviamo a riprenderci dal danno delle nostre famiglie. Ma Donna aveva già capito. Se riunisci tanti randagi, ottieni la famiglia migliore. Non legata dal DNA, ma da un senso comune di dovere e devozione. E se si perde qualcuno che si ama...ciò che serve è quello che abbiamo qui. Cosa ci riserva il futuro? Non lo so. È una domanda difficile. Comunque.- Dick afferra una delle tante bottigliette con la bevanda preferita di Donna. -A Donna Troy. E alla seconda chance di avere una famiglia. Grazie a voi per avermi ripreso. Ai Titans.- Brindiamo tutti. -È questa che beveva di continuo?- chiede Hank riferendosi alla bibita. -È squisita.- risponde Dawn. Ed ecco che si apre un dibattito su quanto sia buono il liquido contenuto in queste bottigliette. Gar si alza da tavola per prendere il pane. -Ragazzi?- ci chiama. -La polizia e gli artificieri si recano per disordini al Mission District. È una cosa seria.- C'è una pausa. Dawn si alza. -Cosa aspettiamo?- chiede. Ci alziamo tutti. -Andiamo a spaccare qualche culo.- esclamo andando a prepararmi per la missione. Che lo show abbia inizio.

The daughters of TrigonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora