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Siamo in sala informatica. -Così ci sono telecamere in ogni stanza.- dice Rose, osservando il monitor in cui sono riportate le immagini catturate nella sala training. -Incolpa Bruce Wayne, lui l’ha costruito.- risponde Gar. -Allora, dov’è l’audio?- chiede la ragazza. -Si, io...non mi sento a mio agio. Sembra sbagliato.- -Non sei stufo di sentire bugie?- -Dick non ci sta mentendo. Non vuole coinvolgerci. Ci sta proteggendo.- interviene Rachel. -In che modo essere all’oscuro ci rende più al sicuro? Nascondono qualcosa e voglio sapere cos’è. Voi no?- Gar attiva l’audio controvoglia. -Troviamo questo tizio e neutralizziamolo.- dice la voce di Kory. -Non è così facile. Siamo a mala pena sopravvissuti all’ultimo attacco.- risponde Donna. -Sentite, Jason è ferito, solo, spaventato. E io...Tutti noi conosciamo quella sensazione. La conclusione è che lui è uno di noi al contrario di lei. Quindi, consegnandola, se gli salva la vita, io non so voi, ma dormirei meglio, sapendo di aver fatto la cosa giusta.- dice Hank. Scommetto che sta parlando di Rose. L’idea di mandare via quella ragazza non mi dispiace. -Sei d’accordo con lui, Grayson?- chiede Kory. -Dick?- -Sto pensando.- -Non ascoltarli. Sono molto turbati.- dice mia sorella. -Rachel ha ragione. Sono solo...- -Silenzio. Voglio sentire.- -È solo una ragazzina.- dice Dawn. -La figlia di Deathstroke. Siamo onesti, più si tiene alla larga da noi, più lei sarà al sicuro.- ribatte Donna. -Se la lasciamo uscire da sola, Deathstroke le darà la caccia.- -O peggio, perderemo il vantaggio su di lui appena scoprirà che è svanita.- aggiunge Dick. -Ci siamo già passati una volta, sappiamo già com’è finita. Non useremo sua figlia per arrivare di nuovo a lui.- dice Dawn. Di nuovo? -Ah, fanculo. La porterò lì io stesso. Non riuscirete a fermarmi.- dice Hank, facendo per andarsene. -Aspetta, cosa? Siete impazziti? Vi state trasformando in mostri invece di provare a capire come combatterlo.- -Grazie a Dio c’è Kory.- dice Rach. -Non conosce nemmeno Rose.- aggiunge Gar. Rachel si volta. -Rose?- chiama. Mi volto anche io. È scomparsa. -Cazzo. Avvisa gli altri.- ordino a Gar. Il ragazzo obbedisce. Io e Rachel corriamo a cercare quella pezza di merda. Ci dividiamo. Ispeziono tutta la torre ma di lei non c’è traccia. Arrivo all’ingresso dove vedo Rachel tenere Rose per la gola, entrambe sospese in aria. La melma nera vortica intorno a loro. Rachel scaraventa Rose al suolo e la spinge contro la penisola della cucina. L’oscurità si ritira. Rose è svenuta e ha svariate ossa rotte. -Rose!- esclama mia sorella, ormai tornata in sé. -È ancora viva.- la rassicuro, poggiandole una mano sulla spalla. Gli altri arrivano dietro di noi. -Rachel, no!- esclama Dick. Rach corre via e io e Kory la seguiamo. Finalmente riusciamo a fermarla. -Lasciatemi sola.- dice. -Ascolta, lo so cos’è successo...- comincia Kory. -Ti sbagliavi.- la interrompe Rachel. -Alcuni di noi non decidono chi essere. Nasciamo malvagi.- -Kory, potresti lasciarci sole?- chiedo. La donna annuisce e va via. Prendo Rachel per mano e andiamo nella sua stanza. Ci sediamo sul letto e, senza dire nulla, poggia la testa sulla mia spalla, scoppiando in lacrime subito dopo. Per quanto anch’io sia sul punto di crollare a causa di questa stupida situazione, mi trattengo. Non c’è tempo per essere deboli quando si è l’appoggio di qualcun altro. A volte è difficile ma poi ci si fa l’abitudine. Dopo un po’ non si sente più nemmeno il bisogno di sfogarsi, o meglio, non ricordi più come si fa. Restiamo così per un po’. Poi ci chiamano per una riunione. -Hank aveva ragione. Tutti l’avevate. Jason ha bisogno di noi. Non staremo senza far nulla. Deathstroke vuole uno scambio, noi faremo uno scambio.- dice Dick. -Non gli possiamo consegnare Rose.- dice Hank. -No, non possiamo. Non lo faremo. Ma ho un’idea. Gar, tu, Rachel e Emris state qui con Rose. Proteggete la torre. Io contatto Deathstroke. Confermo l’incontro al Plaza. E poi lo eliminiamo, per sempre, insieme.- I ragazzi vanno a prepararsi e partono per la missione. Passa il tempo e, mentre è il turno di Rachel di fare la guardia a Rose, io mi sistemo sul divano, aspettando con ansia il ritorno dei miei amici. Sto quasi perdendo le speranze, quando l’ascensore si apre. Corro verso le figure appena entrate nella stanza. Il cuore mi esplode nel petto e quando lo vedo si allieta. Corro tra le braccia del ragazzo più stupido che esista. Jason ricambia la stretta. Mi stacco poco dopo e il palmo della mia mano urta violentemente il viso di quell’idiota. -Sei veramente un coglione, Jason Todd. Ti avevo detto di non fare questa cazzata.- gli urlo contro. -Anch’io sono felice di vederti.- risponde il ragazzo, ridacchiando. Solo ora mi accorgo che è ferito. -Ma che diavolo ti hanno fatto?- -È solo un graffio, non preoccuparti.- -Solo un graffio?! Jason, potevi morire!- -Potreste smetterla di litigare come una coppietta sposata? Jason, va’ a fare una doccia.- ci interrompe Dick. Il ragazzo annuisce. -Ne parliamo dopo. Aspettami in sala training.- mi sussurra. Poi si dirige verso il bagno. Una volta che il ragazzo lascia la stanza, mi concentro sul resto della squadra. Noto una figura mai vista prima. È un ragazzo alquanto malandato. Ha del sangue sulla maglietta. Gli hanno sparato. -Chi è lui?- chiedo. -Non ha importanza.- risponde Dick. Alzo le spalle e faccio come detto da Jason. Mi siedo sul pavimento. Poco dopo una figura appare all'ingresso. Alzo subito lo sguardo. I miei occhi incontrano quelli di un idiota che ha rischiato lo vita senza motivo. Jason si avvicina silenzioso e comincia a tirare pugni al sacco da box, con una rabbia che quasi mi spaventa. Resto per qualche minuto ad osservarlo. I muscoli che si tendono, lo sguardo concentrato, la mascella indurita. Ad un tratto si ferma per riprendere fiato. -Scusa.- diciamo all’unisono. -Wow, Jason Todd che si scusa. Caspita, sono onorata.- -Potrei dire la stessa cosa.- risponde, sedendosi di fronte a me. -Sul serio, mi dispiace. Non avrei dovuto farlo. Sapevo che sarebbe stato meglio se ti avessi dato retta. È solo che...volevo dimostrare a Dick che sono abbastanza forte da cavarmela da solo. Evidentemente avevo torto.- I suoi occhi sono colmi di rabbia, frustrazione e risentimento. Qualche lacrima sfugge al suo controllo. Sta sul serio piangendo? Mi avvicino e gli faccio poggiare la testa sulla mia spalla. -Non hai bisogno di dimostrarglielo. Tu sei davvero forte. Dick lo sa. Vuole che tu sia il nostro esempio da seguire. Lui conosce le tue capacità.- mormoro, rassicurandolo. Comincia a singhiozzare. Jason sembra sempre così menefreghista e invece è così fragile. Mi sento un po’ in colpa. Non mi sono mai resa conto di come si sentisse. Sono orribile. Lo stringo più forte. Qualche lacrima bagna la maglietta di Jason. Il ragazzo alza lo sguardo, gli occhi rossi e gonfi e le guance rigate. Posa dei dolci baci sulle mie labbra e sento tutto il dolore e la rabbia che il ragazzo reprime da troppo tempo. Dopo un po’ si stacca e mi stringe di nuovo a sé. Restiamo così per non so quanto. -Sono felice che tu sia la mia ragazza.- mormora dopo essersi calmato. La sua ragazza? Il cuore riprende a battermi, senza alcun motivo preciso e una sensazione strana ma piacevole si diffonde all'altezza dello stomaco, come un senso di calore. -Sei l'unica qui con cui possa sfogarmi ed essere me stesso.- continua. Sorrido, sapendo di essere arrossita ma non conoscendone la ragione. Sentiamo dei passi e Jason torna ad allenarsi, dopo avermi posato un bacio sulla fronte. Tira pugni a quel sacco come se fosse il suo peggior nemico. -Stai bene?- chiede una voce. È Dick. -Sto bene.- risponde il ragazzo. -È mezzanotte passata, vuoi due dovreste riposare.- dice l'uomo, indicandoci. -Io non voglio andare a riposare, mi sento bene.- risponde Jason. -Idem.- -Hai fatto davvero un bel volo.- Volo? -Si, è stato tremendo. A te com’è sembrato?- chiede il ragazzo, fermandosi. -Terrificante.- -Beh, menomale che c’era Conner.- -Mi dispiace.- Jason ricomincia a tirare pugni. Poi si ferma di nuovo per respirare. Si piega, poggiando le mani sulle ginocchia. Mi alzo. -Sicuro di stare bene?- chiede di nuovo Dick. -Basta con le cazzate. Ok, dimmi quello che vuoi dire davvero, eh. Che tutto questo è colpa mia perché sono uscito da solo.- -No, non penso questo.- Mente. -Riposati. Stessa cosa tu, Emris.- Dick se ne va. Il ragazzo continua a colpire ossessivamente il sacco. Mi avvicino a lui. Gli prendo i polsi. -Ha ragione Dick, per una volta. Devi riposare.- Jason mi guarda negli occhi e annuisce. Afferro una delle sue mani e mi preoccupo di rimuovere delicatamente il guanto che l'avvolge. Faccio lo stesso con l'altra. Poi lo accompagno in camera sua. Prima che possa dargli la buonanotte, Jason chiede: -Puoi restare con me?- Rimango un po' sorpresa. -Certo, però vado a prendere qualcosa da mangiare prima. Devi avere fame. Torno subito.- Jason annuisce. Mi dirigo verso la cucina e prendo due pacchetti di patatine. Mentre torno indietro vedo Rose entrare nella stanza di Jason. Un'altra strana sensazione, ma alquanto spiacevole rispetto alla precedente, mi pervade. Mi rendo invisibile e seguo la ragazza. D’accordo amici, si va in scena.

The daughters of TrigonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora