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Mi sveglio in infermeria. Gar è seduto accanto a me e sta parlando da solo. -Mi manchi.- gli sento dire. Capisco immediatamente a chi si riferisce. -Stai parlando di mia sorella, non è così?- mormoro con la voce impastata dal sonno. Il ragazzo sussulta. -Sei sveglia! Finalmente! Ci hai fatto prendere un colpo, lo sai? Gli occhi bianchi, la nebbia nera, sembravi l'oracolo del campo mezzosangue in versione Crudelia De Mon in preda a una crisi epilettica.- -Frena, spiegami cos'è successo. In che senso occhi bianchi e nebbia?- -Non ricordi proprio niente?- Scuoto la testa. -Beh, per farla breve, ti si sono rivoltati gli occhi e hai iniziato a sputare del fumo nero. Poi hai pronunciato parole confuse.- -Che tipo di parole?- Mi raddrizzo sul lettino incuriosita. -Parole del tipo "vivo", "lazzaro", "Donna", "bomba" e "Tim". Chi diavolo è Tim?- -Non ne ho la più pallida idea..- -E se fosse una profezia?- -Gar, qui non siamo in Percy Jackson, non esistono le profezie.- -Credi che il fatto che riesca a trasformarmi in una tigre verde sia meno strano?- -Amico, non sono un angelo della profezia, non sono nemmeno un vero angelo.- -E allora come spieghi tutto questo?- -Cosa esattamente? Avrò solo...- -Hai pronunciato il nome di Donna, e guarda caso Rachel è in missione per riportarla in vita. Non può essere un caso.- -Anch'io penso che ci sia qualcosa di strano ma non credo che sia una profezia. Forse è mia madre. Magari sta cercando di comunicarci qualcosa.- Il ragazzo si fa pensieroso. -Potrebbe anche essere.- Un rumore di passi ci fa sobbalzare. Poco dopo Kory entra nella stanza. -Grazie a Dio sei sveglia.- Tira un sospiro di sollievo. -Come ti senti?- -Come se fossi appena stata investita da un autobus.- -Poteva andarti peggio. Gar, vieni di là con me, lasciala riposare.- Il ragazzo mi accarezza un braccio, fa un mezzo sorriso e lascia la stanza insieme alla donna. E se avesse ragione? E se fosse davvero una profezia? Ora che ci penso, mia madre non ha mai emanato nebbia nera e si è sempre manifestata attraverso superfici riflettenti, come faceva papà con Rachel. Decido di smettere di pensarci per un po' e così chiudo gli occhi per qualche minuto. I minuti si rivelano ore e così fa buio. Non voglio rimanere qui, così vado in camera mia. Avrei proprio bisogno di parlare con Rachel. Mi avvicino allo specchio e mi concentro sul mio riflesso. "Ti prego, appari." Nulla. Sembra che qualcuno oggi sia particolarmente impegnato. Passo tutto il pomeriggio davanti allo specchio. -Guarda caso quando ho bisogno di te non rispondi, eh?- sbuffo, lanciandomi sul letto. Quando sembrano non esserci più speranze lo sento. La solita strana sensazione che provo quando qualcuno prova a mettersi in contatto con me. Mi alzo di scatto, precipitandomi allo specchio. -Finalmente la principessina ha deciso di rispondere. Ho provato a rintracciarti per tutto il pomeriggio.- -Me ne ero accorta, per colpa tua ho quasi trafitto una ragazza, che succede?- -Un casino, ecco che succede.- -Va tutto bene? Posso..- -No che non va bene, Rachel. Si tratta di Jason.- -Ti ha lasciata? Se ti ha fatto qualcosa giuro che...- -No, Rach. Lui è...- Un rumore mi interrompe bruscamente e una voce soffusa dice -Rachel, sei qui? Vogliono vederti.- -Si, arrivo.- risponde la figura di mia sorella nello specchio. -Scusa, devo andare. Parliamo dopo.- si affretta a dire con sguardo terrorizzato. -No, aspetta...- Troppo tardi. -Cazzo.- Mi lascio scivolare giù per la parete e chiudo gli occhi. La porta si apre e subito dopo viene richiusa. -Hai parlato con Rachel?- Apro gli occhi e vedo la figura di Gar in piedi di fronte a me. -Stavi origliando?- -No, stavo solo passando di qui e ho sentito il suo nome. Sta bene?- -Si, si allena con le amazzoni e impara sempre cose nuove. L'unico problema è che non ha mai tempo con tutto ciò che deve fare.- Gar si siede accanto a me. -Tu invece come stai?- -Potrebbe andare peggio.- rispondo, facendo un sorriso forzato. -Mi dispiace per Jason.- -Anche a me.- -Vedrai, verrà fatta giustizia. Joker è già stato rinchiuso.- -Spero solo che soffra e bruci all'inferno.- -Lo spero anch'io.- La porta si apre di nuovo e Conner fa capolino. -Hey, ragazzi. Kory vuole vederci. Dice che è importante.- Ci alziamo e seguiamo il ragazzo in salotto. -Cosa devi dirci?- chiedo. -Fate le valigie. Si parte per Gotham. Credo che Dick abbia bisogno di noi.- risponde la donna. -Che cosa è successo?- -Batman è impazzito, ha ucciso Joker e non si hanno più tracce di lui. A Gotham serve tutto l'aiuto possibile. Ora filate a fare i bagagli. Partiremo tra poco.- -Fantastico.- borbotto, dirigendomi verso la mia stanza. Prendo mucchi disordinati di vestiti e li butto sul letto, per poi piegarli alla bell'e meglio e sistemarli in vecchio borsone. Qualcosa in fondo all'armadio cattura la mia attenzione. Una maglietta nera da uomo con una stampa sopra. La mia mano afferra istintivamente il ciondolo che porto al collo, regalatomi dal vecchio proprietario del pezzo di stoffa che stringo tra le mani. Mi sale un groppo alla gola ma ricaccio indietro le lacrime. Non è il momento di fare i sentimentali, il lavoro mi chiama. Metto distrattamente la maglietta nel borsone, e dopo averci buttato dentro vari prodotti per l'igiene personale, lo trascino in salotto. In men che non si dica mi ritrovo seduta in macchina sui sedili posteriori, insieme a Gar. Krypto è nel bagagliaio e sonnecchia beatamente, mentre Conner osserva il paesaggio circostante dal sedile del passeggero. Il viaggio è silenzioso, ma considerando che stiamo andando verso una Gotham in declino mi sembra ragionevole. In qualche ora arriviamo a destinazione: villa Wayne. Veniamo accolti da un Dick con un sorriso amaro sulle labbra. Ci aiuta a sistemare i bagagli e ci conduce al piano di sotto, dove si trova la famigerata batcaverna. Lì ci aspetta Dawn. É bello rivederla. Corro ad abbracciarla. -Mi sei mancata.- -Anche tu, angioletto. Come stai?- -Stringo i denti.- La donna sorride dolcemente. Ci stacchiamo. -Grazie per essere venuti senza preavviso.- comincia Dick. -Vorrei che le circostanze fossero migliori.- -Nessuno ci chiama se le circostanze sono migliori.- ridacchia Kory. -Apprezzo che siate venuti. Ma vi avverto. Non siete a San Francisco. Qui c'è una classe speciale di criminali. Le persone muoiono qui. Non solo quelli normali. Persone come noi. Non voglio perdere nessuno.- -Sappiamo a cosa andiamo incontro. Sei della famiglia. Non ti lasceremo mai da solo.- dice Dawn. Dick sorride. -Possiamo vedere il Batcostume?- chiede Conner alzando la mano. La domanda fa scappare a Dick una risatina. -No.- -La Batmobile?- -Ragazzi!- rimprovera Kory. -Che c'è? Me l'ha detto lui di chiedere.- Conner indica l'idiota dai capelli verdi. -No, non è vero!- -Gar.- sbuffo. -Ci sarà tempo per questo, ma ora concentriamoci su cosa fare.- taglia corto Dick. -Si dice che Batman sia andato via. Notizie così viaggiano in fretta. Quindi saremo impegnati. Mangiate e riposate. Sarà una lunga notte- -Chiamata in arrivo da Barbara Gordon.- -Credo che sia già iniziata.- dice Dawn. Dick sospira. Poi risponde alla chiamata. Dicono che una donna vuole parlare con lui, così afferra il costume da Nightwing e corre via. Restiamo soli nella grande villa. Vanno tutti al piano di sopra, chi a curiosare e chi a sistemarsi nelle proprie stanze. Io resto di sotto, a contemplare il costume di Jason ancora esposto. È intatto, se non fosse per il sangue secco che macchia la R dorata. Joker ha già pagato con la vita per quello che ha fatto ma non basta a placare la mia rabbia. Spero solo che stia bruciando tra le fiamme dell'inferno in questo momento, contorcendosi per il dolore e annaspando in cerca di...-Mi dispiace tanto.- -Gli avevo detto di non andare. Se solo l'avessi detto a Bruce...- mormoro più a me stessa. Dawn mi interrompe, posandomi una mano sulla spalla. -Non è colpa tua.E anche se lo avessi fatto, non gli avresti salvato la vita. Bruce non sarebbe mai arrivato in tempo.- -Forse se avessi...- -Non ci saresti arrivata neanche volando.- Sospiro. -Non devi colpevolizzarti. Evidentemente doveva andare così. Sono certa che sia in un posto migliore adesso.- Cerco di sorridere, anche se forzatamente. Poi un fracasso assordante cattura la nostra attenzione. Corriamo al piano di sopra, e poi in cucina. Lo spettacolo che ci si para davanti è alquanto bizzarro. Koy sembra spaesata, Conner e Gar confusi e un tagliere va a fuoco. -Mi spiegate perché c'è un tagliere in fiamme?- chiedo. -Devo fare una telefonata.- dice Kory, uscendo dalla stanza. - É stata lei?- sussurro. I ragazzi annuiscono. -Direi meraviglioso.- Esco dalla stanza e vado a fare un pisolino.

Qualcuno mi scuote violentemente. -Si,si, ho capito. Gar, smettila.- Gli afferro il polso. -Che succede?- -É ora.- -Adesso?- -Si. Muoviti.- E mi trascina al piano di sotto. -Hank?- esclamo sorpresa entrando nella batcaverna. -Hey, angioletto. Ti sono mancato?- -Dovete smetterla di chiamarmi angioletto.- L'uomo mi abbraccia e mi solleva da terra. -Così non respiro.- dico, battendogli su una spalla. Mi rimette giù e mi scompiglia i capelli. -D'accordo, ragazzi. Adesso dovremo dividerci. Kory, Hank e Dawn con me. Invece per voi tre ho in serbo qualcos'altro. Stanotte sarà dura.-

The daughters of TrigonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora