Sono seduta sul divano del salotto. Rachel sta leggendo in camera sua. Non ci sono movimenti in casa ma ,nonostante questa tranquillità, continuo ad essere più in ansia che mai. Gar e Jason non sono ancora tornati. E se gli fosse successo qualcosa? Dio, spero di no. Ciò che mi preoccupa di più è che sento che il pericolo è molto vicino. Il suono dell’ascensore mi fa tornare alla realtà. Mi alzo di scatto e mi precipito verso esso. -Finalmente siete tornati!- Abbraccio Gar, appena tornato da quella stupida uscita. -Sono stata così in pensiero. Dov’è Jason?- chiedo, notando l’assenza del ragazzo. Il mio mezzo sorriso vacilla, vedendo l'espressione sul volto del ragazzo. -È di questo che volevo parlarti. Andiamo da Rachel.- Mi prende per il polso e mi trascina verso la stanza della ragazza. Ho già un brutto presentimento su ciò che sta per dirmi. Arriviamo alla camera della ragazza. Gar apre di scatto la porta. La scena che ci si presenta davanti è molto inquietante. Un vortice di oscurità fluttua sulla figura di mia sorella addormentata. -Rachel?- prova a chiamarla il ragazzo. -Gar, non avvicinarti.- L’idiota non mi ascolta e prova a toccare quella specie di melma. -Non azzardarti a toccar...- Troppo tardi. Non appena la sua mano sfiora il vortice, Gar la ritira con un gemito di dolore. Il vortice sparisce e Rachel si mette a sedere di colpo. -Sono sveglia! Sono sveglia!- esclama. -Cos’è successo?- chiede. -L’oscurità, Rach.- Mi avvicino a Gar. Il suo polso ha come il segno di un morso da cui fuoriesce del sangue. -Accidenti. Mi dispiace tanto.- dice Rach, avvicinandosi a noi. -Vi prego, non ditelo a Dick.- Rachel controlla la ferita. -Jason è sparito.- mormora il ragazzo. Sbianco. Ecco le parole che non volevo sentire. -Cos’è successo a Jason?- chiede Dick entrando nella stanza. Sono ancora sotto shock. Gar e Dick vanno in sala informatica. Scommetto che quel coglione dai capelli verdi stia ricevendo la ramanzina che si merita. Io e Rach invece andiamo in cucina. Ci sediamo sugli sgabelli. -Va tutto bene?- chiede mia sorella, mentre filtra il caffè. -Vuoi la verità? No, non va per niente bene. Avevo detto a quelle teste di cazzo che sarebbe stato pericoloso. Se solo si fossero degnati di ascoltarmi non saremmo in questa situazione.- Poggio i gomiti sul tavolo e mi prendo la testa con le mani. -Sono sicura che riusciremo a uscirne.- mi rassicura Rachel. -Lo spero.- Dopo un po’ Gar ci raggiunge. Mi alzo di scatto dallo sgabello e vado verso di lui. -Brutto idiota, ora capisci cosa succede quando qualcuno non mi dà ascolto? Se quel coglione non è morto, giuro che lo ucciderò io con le mie stesse mani.- quasi urlo, puntando il dito contro il petto del ragazzo. -Emris, ti prego lascialo stare.- dice Rach. Trattengo un urlo che avrebbe fatto disintegrare tutti i vetri di questa fottuta torre e torno al mio posto. Gar si siede accanto a mia sorella. Rimetto le mani tra i miei capelli. -Jason è forte, controbatterà.- dice il ragazzo. -Si, o sarà così fastidioso che il Doctor Light lo libererà per non sentirlo parlare.- dice Rach. -Probabile. Riesce a farmi incazzare senza alcuno sforzo e io sono molto paziente.- aggiungo. -Dovremmo aiutare per riportarlo indietro.- -Concordo con Gar.- dico. -Noi stiamo aiutando.- dice Rachel. -Non è vero. Guardiamo il caffè filtrare, capisci?- risponde Gar. -È a infusione.- -Loro non si fidano di noi. Si comportavano in modo strano ancora prima che Jason sparisse. Riunioni a porte chiuse, continui segreti. Avete notato che si parlano a malapena?- -Qualcosa non va. Riesco a sentirlo.- concorda Rach. Annuisco per confermare che non è l’unica. Anche io ho avvertito una strana atmosfera, qui alla torre. -Non è che potete toccarli e scoprire che succede?- chiede Gar. -Non siamo la palla 8 magica.- rispondiamo io e mia sorella in coro. -Scusate.- -E poi da quando papà mi ha dato questa...bellezza...- dice Rach, toccando la sua gemma. -...i miei poteri sono cambiati.- -Dobbiamo sperare che la squadra lo riporti indietro alla vecchia maniera.- dice Gar. -Davvero molto rétro.- aggiunge Rachel. -Devono farlo. Altrimenti mi occuperò personalmente di uccidere qualsiasi bastardo lo abbia portato via.- dico, stringendo i pugni. I nostri amici si recano di corsa verso l’ascensore. Ci ordinano di controllare la situazione in sala informatica mentre loro vanno a cercare Jason. Facciamo come detto e ci mettiamo al lavoro. Gar decide di preparare altro caffè e va in cucina. Sento un forte brivido lungo la schiena. È una sensazione mai provata prima, diversa dalle altre volte. In qualche modo capisco che è per via di Jason. Chissà che cosa gli stanno facendo. Gar torna nella stanza e sembra furioso. -Niente caffè?- chiede Rachel. -Che succede, lattugaman?- chiedo. -Rose, cucina, mangia.- sono le uniche parole che escono dalla sua bocca. -Lasciala stare. Non lo conosce neanche. E poi non è stata colpa sua.- dice Rachel. -Stai dicendo che è mia?- chiede Gar. -Non ho detto questo.- -E perché quella faccia?- -Non è niente.- -Che c’è?- Cazzo, devono litigare proprio adesso? -Ho capito perché non hai detto a Dick del vostro piano. Potevi venire da me. Potevo aiutarvi se non mantenevi il segreto.- -Come? Tu non riesci neanche a controllarti.- -Scusami?- -Si, ti ho vista ieri, nella sala training. Non riesci a tenerlo dentro. Per non parlare dell’inquietante nuvola di lamette che mi hanno quasi tagliato una mano. Ora so come ti sei fatta i segni sulla schiena.- -Ah, perciò mi spii, adesso?- -Io non ti spio, lo sai. Li ho visti all’allenamento. Non venirmi a dire che ho io dei segreti.- Rachel si alza, sull’orlo delle lacrime. -Innanzitutto, i miei poteri sono ok. Avrei trasformato quel tizio in un lago luminoso. Tu che hai fatto, Gar? Gli hai ringhiato? Si è spaventato? Se voi non foste stati così stupidi, questo non sarebbe successo!- -Fottiti!- -Ora basta!- urlo. -Smettetela di litigare come una coppia sposata. Prima di tutto, è stata colpa di entrambi se è successo questo casino, non solo tua o di Jason. Inoltre, l’unica che ci capisce qualcosa sui poteri di Rachel, oltre a lei, sono io. Quindi, Gar, queste sono cose che non ti riguardano. Ora, ve lo chiedo per favore, tornate a fare i seri. Mi avete fatto venire il mal di testa con le vostre cazzate. Vado in camera mia. E se quando torno vi trovo di nuovo a urlarvi contro come cani rabbiosi, giuro che ve la vedrete con me.- Esco da quella stanza furiosa. Sbatto la porta di camera mia e caccio un urlo. Decido di mettere le cuffie e ascoltare un po’ di musica. Cerco di non pensare, di scappare dalla realtà. Non sempre è facile, però. Passa un po'di tempo e sento del movimento nell'altra stanza, così decido di vedere cosa sta succedendo. Trovo tutti radunati in salotto, compresa Kory. -Hey, e tu cosa ci fai qui?- chiedo abbracciandola. -Sono venuta a trovarvi.- Sorride. Cerco di sorridere anch’io. -Avete trovato Jason?- chiedo poi alla squadra. Dalle facce deluse e tristi degli altri deduco di no. -Parliamo nella sala training.- dice Dick. Gli adulti si dirigono verso il corridoio. -Va male. E si vede. Per loro, non sappiamo gestire la verità.- dice Rachel. -Conosco un modo per scoprirla.- dice Gar.
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The daughters of Trigon
FanfictionUna missione. Un oscuro segreto. Riuscirà Emris a portare a termine il compito che le ha assegnato sua madre e tenere al sicuro Rachel? ⚠️ La storia seguirà gli avvenimenti della serie. Purtroppo alcune età dei personaggi cambieranno, ad esempio Jas...