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Questa mattina mi sono svegliata particolarmente presto. Vado in cucina e trovo Rach e sua madre abbracciate. Gar si trova accanto a loro e stanno guardano l’alba. Mi verso una tazza di caffè. -Come mai siete svegli così presto?- chiedo. Tutti si girano di colpo verso di me. -Vi ho spaventati?- chiedo. -Ti muovi come un cavolo di fantasma.- dice Gar. Alzo le spalle e bevo il mio caffè. Poco dopo si alzano anche i piccioncini, ovvero Dick e Kory, e facciamo colazione con dei pancake. Sono ancora mezza addormentata, quindi evito di ascoltare le chiacchiere inutili sul cibo. -Allora è deciso!- sento esclamare ad Angela. -Cosa è deciso?- chiedo a Rachel in un sussurro. -Tu, Gar e Kory verrete a stare con me e mia madre.- risponde Rachel. -Oh, ehm, d'accordo.- Sorrido lievemente e Rachel risponde anche lei con un sorriso. Finito di mangiare, ci prepariamo e usciamo dell’edificio. -E adesso? È la fine della squadra?- chiede Gar. -Non eravamo davvero una squadra.- dice Dick. -Oh, si invece.- interviene Kory. -Ci rivedremo di nuovo, un giorno. Ragazze...- fa per dire l’uomo, ma noi ci voltiamo dall’altra parte. Kory lo porta in disparte per parlargli. -Rach, salutiamolo. Non lo rivedremo presto.- sussurro spinta dal senso di colpa  quando l’uomo ha già cominciato ad allontanarsi. -Forse hai ragione. Non facciamo cose di cui potremmo pentirci.- Rachel mi prende la mano e corriamo insieme da Dick. Lo abbracciamo forte. Un po’ mi mancherà quella testa di cazzo. -Stronzo.- gli diciamo all’unisono. Dick mi spettina i capelli. -Hey!- esclamo. -Sicura di stare bene?- chiede poi a Rachel. -Tu cosa dici?- Dick sorride e sale in macchina. Poi noi prendiamo un taxi e arriviamo in stazione. Saliamo sul treno. Le ore passano velocemente. Io, Kory e Gar siamo nel vagone ristorante. Gar sta cercando un dolce di suo gradimento nel menù e li sta leggendo tutti ad alta voce. Kory si alza. Dice che tornerà subito. -Credo che non ti sopporti più. E non ha tutti i torti, aggiungerei.- dico. Gar sorride e alza gli occhi al cielo. Poi Kory torna e poggia due bicchierini con un liquido ambrato sul tavolino. -Rachel e Angela sono nel vagone avanti. Andiamo.- propone il ragazzo. -Non ora.- risponde Kory. -Si, questa storia del treno era più divertente stamattina.- -Gli serve del tempo da sole, non credi?- -Questa volta ha ragione Kory, capisco che sei follemente innamorato, ma lascia respirare quella povera ragazza.- intervengo. Gar mi pesta un piede. -Ahia!- C’è qualche secondo di pausa. -Credete che Rachel ce l’abbia con me?- chiede. -Perché dovrebbe avercela con te?- chiede Kory. -Le hai toccato il culo?- chiedo. -Certo che no! È per il manicomio. Attaccando quell’uomo. L’ho terrorizzata.- dice Gar. -Forse hai avuto paura tu. Come ti sentivi?- chiede Kory. -Strano. Io...non mi è dispiaciuto.- -Bene. Non deve. È parte di ciò che sei.- -L’ho ucciso.- -Ti avrebbe ucciso lui. Non devi vergognarti di esserti difeso.- -Quando sono tigre non sono del tutto me stesso. È come se da dentro riuscissi a controllarla ma...anche lei ha il controllo.- -Tu e Rachel avete qualcosa in comune. State imparando come controllare le vostre abilità. Crea una connessione fra voi due.- So dove vuole andare a parare. Sorrido maliziosamente e do una leggera gomitata a Gar. -Vuoi baciarla, non è vero?- gli chiede Kory. Scoppio a ridere. -Cosa? N-no...- balbetta il ragazzo mentre mi tira un pugno. -È una cosa del tutto naturale.- dice Kory. Non credo che i miei polmoni possano reggere a lungo. -Non mi sento a mio agio ora.- dice Gar. -Ti stai agitando?- chiede la donna. -Si? Credi?- -Awww, il piccolo Gar è imbarazzato.- dico, mentre Kory si aggiunge alle risate. -Posso berlo?- chiede Gar indicando uno dei bicchierini sul tavolo. -Certo. A quanto pare aiuta.- risponde la riccia. Il ragazzo butta giù il liquido tutto d’un fiato e subito dopo fa delle smorfie. Io e Kory ridiamo di nuovo. Poi l’espressione della donna cambia e si incupisce. -Restate qui.- ci ordina. Si alza e va via a passo spedito. -Secondo te che le prende?- mi chiede Gar. -Non ne ho idea.- rispondo perplessa. -Eccola, sta tornando.- aggiungo, vedendola camminare verso di noi. -Va tutto bene?- chiede Gar. -Si, è tutto a posto.- risponde. -Mi sento intorpidito.- dice poi il ragazzo, guardandosi le mani. -Quanti ne hai bevuti?- chiede Kory, riferendosi agli alcolici. -Solo uno.- -Beh, dovresti smettere.- Il treno si ferma e una voce all’altoparlante dice che c’è un ostacolo sui binari. Kory si guarda intorno. Sembra agitata. -Che c’è?- chiede Gar. -Forse sono paranoica.- risponde la donna. -D’accordo, ora io schiaccio un pisolino, e guai a voi se proverete a svegliarmi per motivi futili. Buonanotte.- li avviso. Dopo di che mi metto in una posizione comoda e crollo. Vengo svegliata dopo qualche ora da Gar. Mi sta tirando i capelli. -Cazzo, Gar! Cerca di essere più delicato la prossima volta.- dico, toccandomi la testa. -Andiamo.- ordina Kory. -Giuro che se mi avete svegliata inutilmente non rivedrete mai più la luce del sole.- li avviso. Percorriamo le varie carrozze, suppongo in cerca di Angela e Rachel. -Che cosa succede?- chiede Gar confuso. -Cammina.- lo zittisce la donna. Troviamo Angela. -Dov’è Rachel?- le chiede Kory. -È andata in bagno, perché?- -Ho bisogno che la troviate e scendete dal treno.- ordina la riccia a me e Gar. -Ma il controllore...- prova a dire il ragazzo. -Fatelo.- -Tu che fai?- -Me la cavo. Andate.- risponde Kory, andandosene. -Forza, muoviamoci.- dico, trascinandomi dietro Gar. Ci dirigiamo verso il bagno, seguiti da Angela. -Rachel!- urlo. Ci raggiunge. -Che succede?- chiede. -Dobbiamo scendere da qui, sbrighiam....-  Vengo interrotta da un’esplosione. Il treno è in fiamme. -Andiamo.- ordino. Afferro il braccio della ragazza e scendiamo dal treno di corsa. -Kory ci aspetta per strada.- dice Gar. -Non possiamo lasciarla!- protesta Rachel. -È stata lei a dirci di andare via, sta tranquilla. Se la caverà.- la rassicuro. -Forza, c’è un furgone.- dice poi Gar. Il ragazzo si trasforma in tigre e mette in fuga il proprietario del mezzo. Poi saliamo e mettiamo in moto. Lungo la strada troviamo Kory. -Vuoi guidare tu?- le chiede Angela. -Se non ti spiace.- Sale sul sedile del guidatore, mentre Angela passa in quello del passeggero. -Che cos’è questa musica?- chiede Kory, riferendosi al brano che stavamo ascoltando. -AC/DC.- risponde Angela. -Niente male.- Si riparte. Destinazione: una villetta dispersa nel nulla. Il viaggio dura un bel po’. Mi annoio. Poi mi viene un’idea. Tiro i capelli a Gar, che stava dormendo beato. -Hey!- esclama. -Ora sai cosa si prova ad essere svegliati in un modo tanto brutale.- rispondo. Rachel scoppia a ridere. Tutti seguono il suo esempio. Dopo qualche ora arriviamo alla villa incantata. -Forte.- dice Gar, scendendo dall’auto. È bianca e ha il tetto grigio. È semplice ma carina. Angela apre la porta d’ingresso e ci fa entrare. Anche dentro è molto carina. Nulla di stupefacente, però. Kory e Rachel entrano dopo di noi. -Io e Kory dobbiamo fare una cosa. Emris, mi serve il tuo aiuto.- dice la ragazza. Fa sedere la donna e ci posizioniamo davanti a lei. -Avete idea di cosa fate?- chiede Kory. -Io non so nemmeno qual è lo scopo di tutto questo.- ammetto. -Dobbiamo farle recuperare la memoria.- dice la ragazza. -Oh, d’accordo. Una cosa da niente, insomma.-  -Coraggio, facciamo un tentativo.- dice la donna. -E se qualcosa inizia a farti male, ce lo dici.- la avvisa Rachel. -Ok.- Rachel le poggia una mano sul capo e io poggio la mia sulla sua. Attiviamo i nostri poteri. -Senti qualcosa?- chiede Rach. -No. Forse un leggero formicolio.- Ci sforziamo un po’ di più. -Ragazze, non credo che...- Finalmente comincia a funzionare. Una volta finito, osserviamo la donna. Kory inizia a scrutare Rachel, come se non l’avesse mai vista. Poi mi scaraventa al suolo e prende la ragazza per la gola. Rachel urla. Un urlo agghiacciante. Io non riesco a muovermi.Rachel sta rischiando la vita e io sono paralizzata dalla paura. Per di più non è la prima volta. Mi sento uno schifo. Kory le sta lasciando un orribile ustione sul collo. Gar cerca di di fermarla. Rachel si libera ma la donna afferra il ragazzo. Lo sta strozzando. Cerco di mettermi in piedi. La porta si spalanca. Kory lascia andare Gar e lo fa cadere addosso al nuovo arrivato. Dick. Finalmente sono riuscita ad alzarmi. Kory si avvicina a Rachel e Angela, che sono rannicchiate in un angolo della stanza. Mi preparo per scatenare i miei poteri contro la donna, ma qualcuno mi precede. Una ragazza è appena entrata e ha fermato Kory con un lazo che emana una luce dorata. Kory prova a liberarsi ma la sconosciuta la scaraventa contro il tavolino. Per ora siamo fuori pericolo. Corro da Rachel. -Stai bene?- le chiedo allarmata. -Si, sto bene, ma il collo mi brucia.- -Fa’ vedere.- Le alzo la testa per avere una visuale migliore. -Merda, questa è una brutta ustione. Sta tranquilla, però. Riusciremo a guarirla.- la rassicuro. -Va’ a vedere come stanno Gar e Dick.- mi dice. Annuisco. Mi alzo e vado verso di loro. -È tutto ok, ragazzi?- chiedo, aiutando Gar ad alzarsi. Intanto Angela tranquillizza la ragazza. -Bella presa.- dice Gar. -Che è successo?- chiede Dick. -Voleva uccidere mia figlia.- risponde la madre di Rachel. -Rachel?- -Io e Emris abbiamo cercato di far tornare la memoria a Kory. Dobbiamo aver sbagliato qualcosa.- risponde la ragazza. -No. Non è stata colpa vostra.- la rassicura Angela. -Sua no, ma mia si. Avrei dovuto sapere che non era una buona idea. Mi dispiace tanto.- dico sul punto di scoppiare in lacrime. -No, Emris. Sono stata io a fartelo fare.- dice Rach. -Rachel, tu non capisci. Io devo proteggerti, qualunque cosa accada. Mia madre mi ha mandata qui per una ragione. E se ti avesse uccisa? Non me lo sarei mai perdonato.- -Emris, è tutto ok, davvero.- Corro ad abbracciarla, cercando di stare attenta a non farle male. -Mi dispiace. Mi dispiace, mi dispiace.- ripeto tra i singhiozzi. -Va tutto bene.- dice la ragazza, rassicurandomi. Kory si sveglia. Mi stacco dall’abbraccio e mi posiziono davanti a Rachel. Spalanco le ali, come se fossero una barriera. -Cosa succede?- chiede la donna, spaesata. -Volevi uccidere Rachel.- risponde Dick. -Come? Non farei mai una cosa così.- dice Kory, alzandosi. -La voglio fuori da questa casa.- afferma Angela. -Se aspetti un attimo...- Dick viene interrotto dalla donna. -Ora, maledizione.- -Rachel, mi...- Kory prova ad avvicinarsi ma io la blocco. -Ti conviene andartene.- dico, con fare minaccioso. La rabbia mi pervade e questa volta l’oscurità ha la meglio su di me. Lo sguardo mi si incupisce e i miei occhi diventano neri. Stringo i pugni con talmente tanta forza che le unghie mi si conficcano nella carne, procurandomi un lieve bruciore e lasciando delle piccole cicatrici. -Mi dispiace tanto.- continua a dire Kory. -Fuori.- dico, con una voce che non è la mia. La donna si affretta ad andarsene. Dick la segue. Rachel scoppia in lacrime. I miei occhi tornano normali. I muscoli si rilassano. Mi avvicino alla ragazza. -È tutto ok, ora. Sei al sicuro.- dico, abbracciandola. La sconosciuta di prima esce, seguendo Dick e Kory. Angela e Rachel vanno al piano di sopra per medicare le ferite di quest’ultima. Io resto con Gar. -Portale del ghiaccio. Fai un po’ il gentiluomo.- dico, dandogli un leggero pugno sul braccio. -Sicura? Se vuoi rimango con te.- -Coraggio, non fare il vigliacco. Conquistala. E giuro che se non la baci, ti tiro un pugno sul naso.- Gar ride. -D’accordo, vado.- dice. Poi prende una busta con del ghiaccio e va da Rachel. Avverto una strana sensazione. È come quando mia madre cerca di parlarmi ma...non lo so, sembra diversa. La cosa che mi sorprende è che mi è familiare. Cerco uno specchio. Guardo nel riflesso ma, al posto dell’immagine angelica di mia madre, trovo solo me. Strano. Pochi secondi dopo i miei occhi diventano neri, come poco fa. Cazzo. Papà. -Bene, bene, bene. La mia cara primogenita. Come stai?- inizia a dire il riflesso. -Che cosa vuoi?- chiedo secca. -Rivedi tuo padre dopo così tanto tempo e ti comporti così? Credo tu debba imparare di nuovo le buone maniere.- Un dolore acuto e straziante si fa spazio nella mia testa. È come se migliaia di coltelli roventi la attraversassero. Cerco di non urlare. -Ti ho fatto una domanda.- riesco a dire. -Oh, tesoro, è molto semplice. Voglio che tu ti unisca a me e che lasci che porti a termine il mio piano.- -Sai che non lo farò mai.- -Allora mi toccherà punirti.- Ecco un’altra fitta, ma questa volta si diffonde in tutto il corpo. Non ce la faccio già più. Cerco di attingere a tutto il potere donatomi da mia madre e mando via quell’orribile mostro che è mio padre. Mi accascio a terra, indebolita e stanca. È la prima volta da millenni che non sono riuscita a impedirgli subito di farmi del male.

The daughters of TrigonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora