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Da: Chanyeol
"Sono atterrato!!! Tutto ok!
Per un momento ho pensato di aver perso la valigia ahah
Love you!!"

Abbagliata dalla luce del telefono e con gli occhi brucianti, Miyoung lesse il messaggio da parte di Chanyeol. Accennò un sorriso nel vedere tutti quei punti esclamativi, simbolo di quanto fosse entusiasta il suo ragazzo.
Rispose veloce al messaggio e controllò l'ora nella parte alta dello schermo, 00:00, mezzanotte.
Appoggiò il telefono sul materasso.

Restò a osservare il soffitto buio della sua camera, sdraiata sul letto per un paio di secondi, sospirando. Poi chiuse gli occhi, imploranti di poter riposare ancora un po'. Le bruciavano da matti, dopo tutte quelle ore spese a piangere.
Si era, successivamente, addormentata subito, stanca.
Sollevò un braccio, poggiandolo sopra il viso, all'altezza degli occhi e provò a riaddormentarsi di nuovo; tra qualche ora la sveglia l'avrebbe svegliata nuovamente e avrebbe dovuto affrontare il primo giorno di scuola del suo ultimo anno.

Durante tutta la giornata, sua madre, aveva tentato molte volte a sollevarle il morale o a provare a distrarla, ma lei le aveva risposto con sincerità di voler restare da sola.
Ogni volta che era riuscita a calmare il pianto e chiudeva gli occhi per qualche motivo, il viso di Chanyeol gli si mostrava davanti e riiniziava.
Alla fine era crollata e senza accorgersene si era addormentata.

Dopo aver letto il messaggio del suo gigante e aver passato tutto quel tempo a sfogare l'angoscia che aveva sentito e trattenuto in quei ultimi giorni, adesso si sentiva meglio.
Il peso che teneva nel cuore si era affievolito e, a parte il terribile mal di testa, era pronta ad affrontare i giorni che l'attendevano fino al momento in cui avrebbe rivisto Chanyeol.

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[AUTRICE: Da questo momento in poi, ovviamente, nel suolo americano, Chanyeol e tutti gli altri parleranno in inglese.]

Chanyeol estrasse dalla tasca esterna della custodia della chitarra un piccolo libro e iniziò a sfogliarlo; quella piccola guida, piena della scrittura di Miyoung, sarebbe stata la sua salvezza per le prime settimane.
Si fermò nella pagina in cui, insieme alla sua ragazza, aveva scritto tutti i numeri che gli sarebbero serviti nel suolo americano.
Fece scorrere gli occhi e poi estrasse il cellulare dalla tasca posteriore dei jeans, pronto a chiamare un taxi che lo avrebbe portato fino al suo nuovo appartamento.

Aveva il cuore che gli batteva frenetico nel petto per l'agitazione, per l'emozione e per l'ansia. Grazie alla sua Miyoung era migliorato tantissimo in inglese in quei mesi ed era riuscito a comunicare abbastanza facilmente, fino ad adesso.
Mentre osservava il paesaggio scorrere al di fuori del finestrino, sentì un piacevole solletico allo stomaco e sorrise. Sentiva già la mancanza di Miyoung e si sentiva in colpa nel pensare a lei distesa nel letto a piangere, perché la conosceva troppo bene e sapeva che stesse aspettando che lui partisse per scoppiare.
Fece un sospiro e si mise ad ascoltare la musica che fuoriusciva dalle casse del taxi.

Il tragitto per la sua nuova casa non durò molto, giusto il tempo di quattro canzoni precise, tutte stupende e che amava, e che avevano un vibe diverso solo per il fatto che le stesse ascoltando nella terra in cui erano nate.
Dopo aver pagato e ringraziato infinite volte il tassista, Chanyeol chiuse lo sportello del veicolo con un tonfo e circondato dai suoi bagagli, si mise ad osservare il palazzo che gli si presentò di fronte.
Un piccolo edificio composto da 3 piani e un garage alla base; color mattone, tetto spiovente e circondato da alberi che presto avrebbero iniziato a colorarsi di arancione e rosso.

Si rimise la chitarra in una spalla e il grande borsone nell'altra, poi prese la valigia con una mano e si incamminò verso il portone.
Ne osservò i vari nomi elencati sopra, proprio nella parte sinistra e appena trovò quello che cercava lo pigiò delicatamente, nervoso.
Aveva il cuore che gli batteva veloce nel petto e, quando sentì un piccolo rumore dall'altoparlante, lo stomaco iniziò a dolergli.
- Chi è? - chiese una voce, palesemente scocciata.
- Emh... - si schiarì la voce, iniziando a sentire le sue guance e le orecchie accaldarsi. - Mi chiamo Chanyeol, sono il nuovo coinquilino.
Nel pronunciare quelle parole, talmente tanto era il nervosismo accumulato, che gli sembrò come se avesse dimenticato tutti quei mesi di lezione di inglese che aveva preso con Miyoung.
- Ok, sali al terzo piano. - rispose velocemente, chiudendo subito la cornetta del citofono.
Il gigante fece un sospiro nel sentire la voce sbuffare, proprio un secondo prima di chiudere.

Chiuse gli occhi per qualche secondo e poi con coraggio aprì il pesante portone nero, entrando dentro l'edificio.
Si mise di fronte le scale e iniziò a guardarsi intorno, nella speranza di vedere un'ascensore; ma quando capì che non sarebbe spuntato, neanche se avesse iniziato a guardare con insistenza la parete, riprese la sua valigia e uno scalino alla volta raggiunse il terzo piano.
Appena mise piede sul pianerottolo, Chanyeol si guardò a destra e a sinistra, notando due porte ai lati opposti, chiedendosi in quale dei due appartamenti dovesse entrare.
Sussultò appena quando la porta alla sua sinistra si aprì di scatto.
Girò il capo verso di essa e puntò lo sguardo sulla ragazza che, dopo aver aperto la porta, rimase ferma sulla soglia, iniziando a osservarlo.

Il ragazzo accennò un sorriso e alzò la mano libera in segno di saluto, imbarazzato dal silenzio.
Notò la ragazza arrossire leggermente e poi ricambiare il sorriso.
- Chanyeol? - chiese gentile.
Lui riconobbe subito la voce come la stessa che gli aveva risposto qualche secondo prima, scocciata, e trattenne un sorriso divertito nel constatarne il cambiamento.
- Sì. Sono io. - rispose Chanyeol. Sollevò la valigia da terra e si incamminò verso di lei, supponendo fosse quello l'appartamento in cui avrebbe vissuto da quel giorno in poi.
- Prego, entra pure. Scusa il disordine, avevamo dimenticato arrivassi oggi! - esclamò arrossendo e raccogliendo di corsa dei vestiti sparsi in giro per il salone. - E scusa l'abbigliamento, ieri sera abbiamo fatto tardissimo e stamattina, beh, stavamo ancora dormendo. - rise appena, imbarazzata, cercando di abbassare il più possibile i pantaloncini striminziti che indossava.
- Non ti preoccupare, anzi. - sorrise Chanyeol, poi si grattò leggermente la testa, arrossendo appena. - Scusami da adesso per il mio scarso inglese. Ho fatto qualche corso e qualche lezione con la mia ragazza questa estate, ma suppongo imparerò meglio sul campo.
Entrando nell'appartamento, un leggero calore investì in pieno Chanyeol e notò subito le finestre chiuse; poggiò la sua roba nel pavimento e si sfilo la camicia nera che indossava sopra la magliettina.
- Tranquillo, imparerai in fretta. Parti già da un buon punto! - sorrise lei; notò subito l'azione di Chanyeol, dato che non era riuscita a staccargli gli occhi di dosso e, dopo avergli guardato con insistenza le braccia, subito si diresse verso la finestra. - Qui la notte fa più freddo per cui chiudiamo sempre le finestre. E anche perché nell'appartamento accanto fanno sempre un casino assurdo. - rise un po', nervosa dalla presenza di Chanyeol.
Il gigante si prese qualche secondo per osservare l'ambiente circostante e non riuscì a trattenere un sorriso nel sentire l'aria di musica da ogni angolo del salone, pieno di spartiti, accordatori, plettri. In generale l'arredamento era molto carino, seppur un po' antiquato.
Sentì dei rumori arrivargli alle orecchie e portò lo sguardo sulla ragazza; la vide portare le mani sulle maniglie delle ante della finestra e provare ad aprire.

Accennò un sorriso nel vederla in difficoltà e silenzioso si avvicinò a lei; le stava già simpatica, non aveva smesso di parlare nemmeno per un secondo da quando era entrato in quell'appartamento e subito aveva iniziato a rivolgersi a lui come se fossero amici.
- E questa finestra dovrebbe essere cambiata, maledizione.. - aggiunse, parlando più con se stessa che con Chanyeol.
- Ci penso io. - disse piano Chanyeol mettendole una mano sulla spalla e facendola spostare; aprì la finestra e poi le sorrise, gentile.
La trovò con il capo piegato verso l'alto e con una espressione sorpresa sul viso.
- Sei alto. Molto alto. - disse, per poi ridere subito dopo, arrossendo non poco.
- Un pochino, si. - rispose Chanyeol, sorridendole; la guardò per qualche attimo e poi si allontanò da lei, passandosi una mano tra i capelli.
Se Chanyeol avesse avuto un paio di occhi anche dietro la testa l'avrebbe vista arrossire nell'osservare il suo gesto.
- Qual è la mia stanza? - chiese subito dopo, riprendendo la propria roba.
- È quella lì! - esclamò la ragazza, raggiungendolo con una corsetta. - Da questa parte.

Il mio nuovo vicino ☼ EXODove le storie prendono vita. Scoprilo ora