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- Piccola mia! - disse Chanyeol con tono dolce. - Finalmente possiamo uscire insieme! - iniziò ad accarezzare il freddo metallo del veicolo di fronte a sé; sì infilò il casco con un enorme sorriso in volto e con la sua chitarra in spalla, salì sopra la sua moto.
Adesso che le giornate diventavano più calde e con la primavera alle porte, il ragazzo alto poteva di nuovo montare sulla sua moto senza problemi.
Accese il motore e partì circondato solo dalla luce proveniente dai lampioni accesi.
Nonostante il piacere e i comfort che aveva provato guidando la macchina, niente poteva sostituire le sensazioni che gli regalava la sua moto; quella sensazione di libertà che provava quando il vento gli sfiorava tutto il corpo. Quando percorreva le strade in sella della sua moto, si sentiva libero di respirare tranquillamente e la sua mente si svuotava.

Quando arrivò al pub e si sfilò il casco, come al solito, le prime cose che sentì fu il rumore della musica e l'odore di cibo e alcool che provenivano dall'interno del locale. Sorrise e dopo aver sistemato la moto nel suo angolino, entrò dentro.
Stranamente quella sera c'era più confusione del solito, soprattutto considerando il fatto che non erano nel fine settimana.

Chanyeol si avvicinò piano e silenzioso a un suo collega cameriere, impegnato a pulire dei bicchieri di vetro.
- Buonasera! - sorrise e si sedette in uno degli sgabelli di fronte al bancone. - Come mai tutta questa confusione oggi? - chiese curioso guardando la sala. Notò molti volti stranieri tra i clienti.
- Oh, ciao Chanyeol! - rispose il collega girandosi verso di lui. - Oggi ci sono degli ospiti del proprietario. Ieri sera è arrivato un suo caro amico dall'America. È qui per lavoro, insieme ai suoi colleghi, sono una quindicina. - indicò con lo sguardo un lungo tavolo.
- America? - esclamò sorpreso. - Avevo notato i volti stranieri, ma non avrei mai pensato fossero amici del capo. - rise.
Chanyeol guardò l'orologio nel polso, e dopo aver salutato il collega si alzò per andare a sistemare le ultime cose prima di iniziare la sua serata.

Entrò nella stanzetta e per prima cosa accordò la chitarra.
Poi si alzò dalla sedia e si mise di fronte allo specchio; di solito non faceva molta attenzione al suo aspetto, soprattutto mentre lavorava. Voleva che tra lui e chi lo ascoltava non ci fosse nessun muro, e secondo lui, mantenere un aspetto un po' più disordinato lo rendeva più affabile e più amichevole.
- Forse oggi è meglio sistemare un po' questi capelli. - disse tra sé, mentre cercava di pettinarsi i capelli neri con le dita. Se li sistemò un po', e si sistemò i vestiti.
- Andiamo, mia compagna! - disse allegro alla sua chitarra, mentre l'afferrava con una mano e con l'altra si infilava in spalla la cintura di stoffa per sostenerla.

Uscì dalla stanzetta e in silenzio salì nel palchetto, portandosi dietro, come sempre, una sedia. La mise di fronte al microfono e ci si sedette.
Sorrise alle persone sedute in prima fila che lo stavano salutando contenti con la mano e sistemò l'asta del microfono alla sua altezza.
Diede un'occhiata all'enorme tavolata piena di gente, e si sentì stranamente nervoso, nel vedere tutte quelle persone straniere; tra l'altro, in mezzo a loro c'era anche il proprietario, impegnato a parlare con quello che dovrebbe essere il suo amico.
Quasi tutti lo stavano guardando, anche lo sguardo felice del suo capo era puntato su di lui; non che questo lo rendesse nervoso o sotto esame, visto che molto spesso scendeva dal suo ufficio per andare ad ascoltarlo, ma quella sera sentiva un'aria diversa circondarlo.

Fece un respiro profondo e chiuse gli occhi per qualche secondo. Quando li riaprì sorrise al suo piccolo pubblico.
- Buonasera! - disse mentre iniziava ad accompagnare la sua voce scura con qualche arpeggio. - Come state questa sera?
Ascoltò sorridente le brevi risposte dei clienti seduti nei tavoli più vicini a lui, mentre lasciava che le note della sua chitarra riempissero la sala, e poi riprese a parlare.
- Io ultimamente sto benissimo, mi sento ispirato e pieno di energia positiva. - rise piano. - Dovrei suonarvi qualche mio pezzo? È la prima volta che lo faccio, quindi mi sento un po' nervoso. - rise di nuovo, e lasciò che i clienti più affezionati gli dedicassero delle parole di incoraggiamento, coccolandolo.

Il mio nuovo vicino ☼ EXODove le storie prendono vita. Scoprilo ora