Capitolo 5

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06:00 AM
Suona la sveglia.
Mi alzo e vado a preparare il caffè. Isabel può riposare ancora un pó, oggi verra a prenderci Elena quindi non occorre svegliarla 2 ore prima. Cazzo, Elena! Non le ho neanche più mandato il mio indirizzo, che idiota! le invio un messaggio subito:
"Buongiorno Elena, sono Emily.
Scusami tanto, che sbadata! ieri tra le mille novità e tutte le cose da sistemare dopo il nostro arrivo qui ho proprio dimenticato di mandarti il mio indirizzo. Ti mando subito la mia posizione. Scusami ancora."
La risposta arriva immediata:
"Buongiorno Emily stai tranquilla. Ti sei appena trasferita, è comprensibile. Da sbadata a sbadata direi che siamo pari. Anzi, almeno tu poi ti ricordi di dirmi le cose, a te hanno dovuto dirle Andrea e mamma!" mi scrive con una faccina che ride alla fine.
Mi sento subito sollevata, temevo di aver già rovinato tutto, ma dove avevo la testa? Fortuna che Elena è così comprensiva. L'avrei pagata cara se avessi mandato tutto a monte.
Thomas arriva in cucina interrompendo i miei pensieri.
"ho fatto il caffè" dico.
"Isabel?" chiede. Come se non fosse appena uscito dalla stessa stanza in cui c'era anche lei.
"Dorme, stamattina viene a prenderci Elena perché andremo al mare. Non dovrò uscire di casa un'ora prima per arrivare a destinazione quindi potrà riposare ancora un pó." rispondo cauta cercando di capire il suo umore.
"Ottimo, ho proprio bisogno di una sveltina prima di andare a lavoro." sogghigna e si avvicina a me.
Per quanto stupido ed indignitoso possa essere, questi sono gli unici momenti in cui mi fa sentire desiderata e quindi lo assecondo. Sono patetica lo so. Ma la giornata partirebbe molto male per me se mi opponessi.
Mi porta in bagno e va dritto al dunque, niente baci, niente carezze, nemmeno mi guarda in faccia, a lui interessa solo il mio corpo in questo momento. Soddisfa i suoi bisogni ed entra in doccia, lasciandomi li, sporca e delusa. Tiro un sospiro, mi do una ripulita e vado a finire il mio caffè.
Preparo il pranzo al sacco per Thomas, quello per noi, la borsa frigo, metto tutto vicino alla porta e mi preparo per il mare.
Mi accendo una sigaretta sul portico in giardino e Thomas mi passa davanti ancora con i capelli umidi, il pranzo al sacco in una mano, le chiavi in un altra. Prende il mio pacchetto di Chesterfield lasciandomene solo una sul tavolo e va via.
"È tardi, tu hai ancora tempo per andarle a comprare, devo andare a lavoro, ciao!" mi dilegua così.
Al diavolo, finisco la mia sigaretta e vado a svegliare Isabel, l'unica cosa giusta che ho fatto con Thomas. Nonostante sia letteralmente l'ultima e unica cosa che mi tiene legata a lui, il motivo per cui mi ha in pugno, non rinnego niente, tornassi indietro rifarei tutto uguale perché mi ha portato a lei, il mio angelo, la cosa più bella della mia vita. Vorrei solo lui fosse migliore almeno per lei..
"Buongiorno amore, che ne dici di alzarci? Oggi andiamo al mare, sei contenta?" le dico accarezzandola dolcemente.
Alla parola mare Isabel apre gli occhi come una molla e sorrido.
"mare mamma!" mi dice ancora assonnata.
"Si amore, andremo al mare. Con calma però, adesso alziamoci ti preparo la colazione."e le dico e lei annuisce sorridendomi.
Sono passati due anni quasi e ancora mi domando cosa ho fatto di buono nella vita per meritarmi questo esserino cosi dolce.
Si alza in piedi nella culla e mi porge le braccia per essere presa, la accontento e andiamo in bagno a lavare la faccia e i dentini, le cambio il pannolino e le metto un vestitino per il mare, le metterò il costume quando arriveremo lì.
La sistemo sul sediolone e le preparo la colazione.
Elena mi manda un messaggio:
"Tesoro stiamo arrivando, siamo con Andrea. ha un Audi nera, puoi farti trovare fuori? Ps. Non portare sediolino auto, ci abbiamo già pensato noi".
"Certo, a tra poco. Grazie" le rispondo con un emoji con bacio alla fine.
Al suono del suo nome il mio cuore manca un battito, che idiozia non sono mica un adolescente! Devo farmela passare, non potrà mai succedere nulla. E poi da quanto lo conosco, un giorno? Sul serio Emily? Mi do uno scappelotto e metto il telefono in borsa. Prendo tutte le borse e l'ombrellone e li poso fuori sul portico, chiudo la porta e siedo Isabel sul dondolo fuori in giardino, lei finisce la sua colazione ed io finisco di prepararla mettendole le ciabattine ed un cappellino. Mentre aspettiamo mi accendo una sigaretta.
Un audi nera si affaccia al mio giardino proprio mentre la spengo.
"Buongiorno" li saluto. Prendo Isabel, le borse e l'ombrellone per raggiungerli ma Andrea è già sceso dalla macchina e mi prende le borse.
"l'ombrellone non vi servirà, la spiaggia è privata ed è già munita di ombrelloni e lettini. Fammi indovinare, Elena non te l'ha detto?" ridacchia.
"No infatti" rido anche io imbarazzata.
Lascio l'ombrellone in casa e andiamo alla macchina.
"grazie dell'aiuto" dico.
"Tu hai un problema con i ringraziamenti, lo sai?" Andrea mi prende in giro e sorride.
"Sono stata fabbricata male." lo canzono.
"Non sono abituata alla gente che fa cose gentili per me." aggiungo tra me e me. Pensavo non mi avesse sentita ma mi guarda sottecchi come volesse capire meglio cosa intendo e capisco di aver pensato a voce alta.
"Andrea posso chiederti un favore?" chiedo cauta.
"Certo che puoi." mi dice e mi regala un altro dei suoi meravigliosi sorrisi.
"devo comprare le sigarette e non ho la minima idea di dove trovare un tabacchino." ridacchio imbarazzata mentre entriamo in macchina.
"Buongiorno Emily! Ciao Isabel! Liam ci raggiungerà più tardi, è voluto rimanere un pó a letto con il papà questa mattina." ci salutano Elena e Adam.
"Scusaci Emily, siamo stati pessimi, non ti abbiamo fatto vedere San Diego nemmeno un pó, domani recupereremo promesso, inizieremo facendoti vedere come raggiungere farmacie, supermercati, tabacchini, boutique nelle vicinanze.. Durante questa settimana ti faremo vedere meglio anche tutto il resto della città, parola mia! " dice Elena.
"se non se lo scorda prima" ridacchia Andrea.
Non posso fare a meno di ridere ed Elena mi fa una linguaccia, ridono anche i bambini.
"che ne dite di cenare fuori domani sera? Se Thomas e Victor sono liberi ovviamente." mi sorride Andrea.
"Victor è il mio quasi marito. Ogni tanto anche Andrea dimentica di dire le cose." lo prende in giro Elena.
Lui la scimmiotta e continua a guidare.
"Stasera parlerò con Thomas, non so se ha già in programma qualcosa, posso darvi una risposta più tardi?" rispondo. Dipende tutto dal suo umore..
"Se vuoi glielo chiedo io. dopo avervi accompagnate andrò in ufficio per conoscerlo, non credo dirà di no al suo capo". Mi fa l'occhiolino sorridendo.
"Andrea! Magari vogliono stare un po da soli e fare i piccioncini!" mi prende in giro Elena, le restituisco la linguaccia di prima. Se solo sapesse..
I miei occhi si fanno tristi.
I bambini ci guardano divertiti, Isabel mi imita regalando linguacce ad Adam che le fa il solletico.
Alle sue parole Andrea si irrigidisce ma cerca di non darlo a vedere. Lo vedo scrutarmi dallo specchietto come a cercare di capire cosa c'è che non va. Mi piacerebbe avere il coraggio di dirglielo. Di chiedere aiuto. Ma non ce la faccio.
Quando credo che ormai si sia scordato delle sigarette accosta l'auto davanti ad un bar-tabacchino.
"chesterfield rosse giusto? Vado io non preoccuparti." mi sorride.
Confermo e li passo i contanti. Dopo un tira e molla su chi dovesse pagarle lo convinco ad usare i miei soldi. Sbuffa ridendo ed entra.
Esce con un pacchetto di chesterfield, tre caffè per noi e due brioche per i bambini.
" grazie, non dovevi." dico.
Non posso fare a meno di pensare che Thomas avrebbe preso i miei soldi senza troppe moine e si sarebbe preso la colazione da solo dentro pur di non offrila a tutti. A spese mie ovviamente. In verità nemmeno avrebbe cercato un tabacchino per me, avrebbe ignorato totalmente i miei bisogni.
"ti soprannomineró la ragazza dei ringraziamenti." mi prende in giro Andrea.
"già mi immagino al tuo funerale un domani, 'era una brava ragazza, ringraziava sempre." li tiene corda Elena.
Andrea quasi sputa un polmone.
Io strabuzzo gli occhi, ho pensato tante volte alla mia morte e ogni volta sembrava così vicina.. Resisto solo per la mia Isabel.
"e dopo questa immagine macabra possiamo anche andare" ridacchio assente portando via la mia mente da quei ricordi bui.
Isabel prende la sua brioche e ringrazia.
Loro mi guardano e ridono.
Andrea però continua a osservarmi come a volermi leggere dentro.
"cosa posso dire? È genetica" faccio spallucce ridendo. Voglio alleggerire questo momento. Non devo essere tanto convincente però perché lui continua a studiarmi..

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