Capitolo 32

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Entriamo in casa e mi sembra così vuota senza la mia bambina. È così strano, sento come se mi mancasse una parte di me.
Tornerò a prenderla tra sole due ore ma mi sembrano già troppe.
Andrea si offre di preparare qualcosa dato che non ho mangiato ancora nulla questa mattina e propone di guardare un film per ingannare il tempo. Siamo entrambi liberi dal lavoro ancora per un paio di giorni e non ho altro da fare in casa, ieri abbiamo pulito e sistemato tutto. Mi è rimasta solo da fare la spesa ma ho promesso ad isabel di andarci dopo con lei. Ama girare per il supermercato nel carrello della spesa, è la sua cosa preferita. Quindi accetto o passerò il tempo rimasto a guardare l'orario ogni cinque minuti in attesa di tornare a prenderla. Sò che sono esagerata, sta bene e si sta divertendo.. Devo solo abituarmici.
Il mio telefono prende a suonare insistentemente e lo prendo in ansia che possa essere l'asilo.
Ma quello che vedo è come un pugno nello stomaco. Un milione di notifiche che portano allo stesso identico messaggio: Followers indignati che mi mostrano una foto di Sierra e Thomas che annunciano entusiasti una gravidanza.
Non ho mai parlato pubblicamente del totale rinnego di Thomas nei confronti di sua figlia né di quello che è successo in generale ma è passato del tempo e suppongo abbiamo capito tutti come stanno le cose.
Mi sento raggelata ed il telefono mi cade dalle mani. Sento la rabbia salirmi fin sopra ai capelli e le lacrime scendono da sole.
"Che succede?" chiede Andrea preoccupato poggiando la colazione sul tavolino.
Non so neanche cosa dire.
Prende il mio telefono dal pavimento e guarda la foto.
"Emily? Lo so che è il padre di tua figlia, sei stata innamorata ed hai passato con lui molti anni.. Ma io credevo che le cose tra di noi andassero bene, non so cosa pensare guardandoti così. Puoi dirmi cosa frulla nella tua testa prima che io impazzisca?" mi chiede preoccupato e triste mentre mi fa delle carezze tentando di consolarmi.
Dolce Andrea, penso di sapere a cosa sta pensando..
Crede che io pianga per Thomas, che il suo rifarsi una vita in qualche modo mi ferisca. Ma la verità è che io piango per Isabel. Sento il sangue ribollirmi nelle vene, come può crearsi una nuova famiglia dimenticandosi di lei?
Non era abbastanza abbandonarla?
"Tutto questo non ha alcun senso. È vero, sono stata io l'unica volta in cui ci ha cercate a rifiutare ma non ci ha mai davvero provato ad esserci per lei. Ne quella volta, ne prima, ne dopo. Ha scelto di non volerla più vedere. Ne sentire. Non che io lo voglia vicino a lei dopo tutto quello che ha fatto ma come può vedere nascere e crescere un altra creatura senza nemmeno pensare un attimo a Isabel?" chiedo tra i singhiozzi ormai rossa in viso dalla rabbia.
"Vieni qui." Andrea mi abbraccia.
"La gente fa cose stupide e il più delle volte non c'è una spiegazione.. Non potrò mai capire con quale coraggio riesca a guardarsi nello specchio ogni mattina ma ti giuro, che farò ogni cosa in mio potere per essere per lei il padre che merita. La vita non è stata gentile con lei ma io voglio rimediare. Le darò tutto l'amore di cui ha diritto e anche di più. È una promessa." mi stringe a sé e rimaniamo così finché non mi calmo.
Dopo quasi due ore in cui non proferisco parola torno un pò in me e mi alzo per fare un caffè. Andrea mi convince a mangiare anche qualcosa e dopo un attimo di incertezza mi fa una domanda.
"Lo so che in questo momento dovrei darti supporto e basta ma non posso fare a meno di chiedermi se ci sia dell'altro... Non te l'ho mai chiesto fin'ora ma penso che forse avrei dovuto. Provi ancora qualcosa per Thomas?" mi stringe la mano e percepisco la sua agitazione in attesa della mia risposta.
"Si, schifo. Mi prenderei a schiaffi da sola per aver buttato dodici anni della mia vita con una persona del genere! L'unica cosa buona che ha fatto nella sua vita è stata donarmi isabel ma non hai idea di quanto mi penta di averle dato un padre del genere!" sento la rabbia risalire.
La sua faccia sollevata mi calma e mi fa una tenerezza assurda.
"Ti amo Andrea, non te lo direi mai se non fosse vero." dico seria.
"Scusami, è solo che vederti reagire così mi ha destabilizzato..." ammette imbarazzato.
Abbozzo un sorriso e lo abbraccio.
La sveglia sul mio telefono suona ed è già ora di andare a prendere Isabel.
Questa volta prendiamo l'auto, ho una promessa da mantenere, dobbiamo andare al supermercato.
Ci fermiamo davanti all'asilo e Andrea si allontana un momento tornando con un sacchetto di orsetti gommosi. Rigorosamente mini perché sa che altrimenti lei se ne farebbe fuori una quantità spropositata. Sorrido ed entriamo.
Arriviamo nella sua classe che ancora gioca, non si accorge neanche che siamo qui.
La maestra la chiama e ci vede, raggiungendoci felice.
"Ti sei divertita amore? Che ne dici se adesso andiamo a fare la spesa e torniamo domani?" le chiedo.
"siii!" risponde entusiasta.
"Isabel è una bambina bravissima, non ha versato una lacrima e si è divertita tanto. A domani tesoro." ci saluta la maestra e andiamo via.
Dopo due ore al supermercato in cui si è scatenata arriviamo a casa a orario di pranzo.
La lascio giocare sul tappeto con Andrea mentre io vado a cucinare.
Dopo pranzo Isabel si addormenta sfinita, la metto a letto e mi fiondo sul divano. Non ho fatto nulla tutto il giorno eppure sono sfinita. Sono talmente arrabbiata e delusa da sentirmi senza forze. Accendo la tv e faccio partire un film per distrarmi.
Andrea mi porta una tazza di caffè e si siede cauto accanto a me.
"Tutto bene?" mi chiede.
Annuisco e sorseggio il mio caffè.
"Sei così silenziosa oggi." dice triste.
Mi dispiace che il mio malumore ricada su di lui ma per me è così da sempre. Quando sto male mi chiudo a riccio. Le uniche cose che mi viene in mente di dire sono esattamente quelle di cui non voglio parlare.
Finiamo i nostri caffè in silenzio, ripongo le tazze nel lavello e vado fuori a fumare. Lui prende il babymonitor e mi raggiunge.
"Vuoi che vada via? Hai bisogno di stare un po da sola?" mi chiede incerto e scuoto la testa. Forse mi servirebbe un po di tempo per fare i conti con il mio dolore ma non voglio restare da sola.
"Parlami Emily, per favore." mi supplica e si siede sul divanetto.
Sospiro e mi siedo al suo fianco poggiando la testa sulla sua spalla.
Si accende una sigaretta anche lui e resta in silenzio.
Quando abbiamo finito entrambi mi alzo, prendo il baby monitor e torno dentro sul divano.
Mi segue e viene a sedersi anche lui.
Faccio ripartire il film che avevo messo in pausa.
Dopo un oretta passata in silenzio in cui lo becco osservarmi più volte d'improvviso sento singhiozzare.
Lo guardo ed è in lacrime.
"Forse non avrei dovuto immischiarmi in questa storia già dall'inizio.. Mi dispiace Emily, forse avrei dovuto mettermi da parte e basta. Avrei dovuto capire che avevi bisogno di una spalla forte su cui appoggiarti..dovevo farmi bastare la tua amicizia e aiutarti.. Ti chiedo scusa se ti ho reso tutta questa situazione ancora più confusa ed invece che essere di supporto ho fatto prendere il sopravvento ai miei sentimenti. Ero così accecato dalla possibilità di avere una chance che ho probabilmente approfittato di un tuo momento di vulnerabilità per farmi spazio nella tua vita.. Se vuoi fare un passo indietro lo capirò.. Non sentirti incastrata di nuovo in una situazione che non vuoi. Posso tornare ad essere tuo amico come prima. Non ti abbandonerei in nessun caso. Ne a te ne ad Isabel. Sono consapevole che 12 anni sono 12 anni e anche se non torneresti con lui per ovvie ragioni magari il tuo cuore deve ancora distaccarsi da lui.. Anche se lui è una merda il tuo sentimento era sincero e pulito, lo capisco se devi farci i conti con quest'ultimo adesso." sussurra affranto. Mi si spezza il cuore, nonostante stia soffrendo pensando che io stia male perché provo qualcosa per Thomas si scusa pensando sia colpa sua.
"Ascoltami. Averti trovato sulla mia strada è stata una benedizione. Mi dispiace essere stata così distaccata ma per me è così da sempre. Non sono mai stata capace di controllare il dolore e allora lo reprimo chiudendomi a riccio. Non ho ripensamenti, non ne ho avuti mai. Io ho scelto te e non me ne pento. Non ho mai avuto le idee più chiare di così. Non mi sono mai sentita più libera nelle mie decisioni di ora. Sono solo tanto arrabbiata e delusa." mi scuso. Questo è un lato pessimo del mio carattere, gestire il dolore è la cosa che più mi manda in crisi in assoluto. Sto cercando però di farci i conti.
Mi sposto tra le sue gambe e lo abbraccio.
Mi stringe forte a sé e sospira.
"Non vorrei essere da nessun altra parte se non qui. Tra le tue braccia. Non era mia intenzione farti soffrire. Mi dispiace."
Dico accoccolandomi sul suo petto.

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