Capitolo 35

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Andrea torna dalla farmacia con una busta piena di scatole di Nuperal ed acido folico. Il dottore deve averlo detto anche a lui, io l'avevo dimenticato.
"anche queste sono per tutto l'isolato?" ridacchio.
"Non so, dici che ne vogliono?" sta al gioco. Tra le cose che amo di più di lui c'è il fatto che è ironico quanto me. Adoro scherzare con lui.
Li tiro uno scapellotto e prendo subito la prima pillola.
Non passa neanche un oretta che inizio a provare sollievo dalla nauseea perenne.
Riprovo a mangiare e questa volta mi resta finalmente in corpo. Santo Nuperal.
"Come stai?" mi chiede Andrea aspettando che il termometro ci dica se ho ancora la febbre o no.
"Meglio, grazie. Avevo proprio bisogno di mangiare e recuperare un pò di forze." dico e il termometro suona. La febbre scende.
"Credo che il mio corpo mi stesse chiedendo proprio questo." dico.
"Cosa vuoi fare ora?" chiede.
"Ho delle scadenze di lavoro da rispettare." dico provando ad alzarmi. Ma un capogiro mi costringe a risedermi.
"Non se ne parla proprio. Me ne occupo io, chiederò una proroga. Quando ti sentirai meglio riprenderemo." mi dice serio. Vorrei obbiettare ma ha ragione, sono uno straccio oggi.
Esce in giardino e a fare una telefonata e dopo poco rientra.
"Ho fissato un'appuntamento per la proroga. È questo pomeriggio, potrebbe volerci qualche ora. Che ne dici se chiamo mia madre e le chiedo di venire ad aiutarti con isabel? Sarà contenta di passare del tempo con lei in più era molto in pensiero per te." propone e annuisco. Faccio sempre molta fatica ad accettare aiuto ma non sono proprio in forze oggi e non posso rifiutare.
"Potremmo aspettare..sai.. Per dirlo agli altri? Vorrei prima essere sicura che vada tutto bene." dico timida.
"Ma certo." mi sorride.
Si diede accanto a me sul divano e ci accoccoliamo per vedere un film. Non passa neanche mezz'ora e mi addormento di sasso.

"amore?" mi sveglia Andrea.
Mi stiracchio un pò e apro gli occhi.
"Scusami, non mi sono neanche resa conto di essermi addormentata." dico.
"Non è colpa tua." mi bacia la pancia e sorride.
"Sto andando a prendere Isabel, che ne dici se ordino delle poke bowl per pranzo? So che le adori." propone.
"Torniamo presto. Chiamami se ne hai bisogno." mi bacia.
"Stai tranquillo. Scrivimi come vuoi la tua bowl, le ordino io. Sarà più semplice per me scegliere cosa prendere piuttosto che farvi aspettare al locale al telefono chiedendoti tutto ciò che c'è." dico.
"Per me la solita. A tra poco amore." Chiude la porta e va via.
Ordino le poke bowl, sistemo il divano e mi alzo per apparecchiare la tavola.
Mi gira un po la testa quindi dopo aver finito mi siedo e prendo un sorso d'acqua.
"Mammaaaa!" isabel entra urlando dalla porta e corre a salutarmi.
"amore mi sei mancata." Mi alzo velocemente per abbracciarla e ho un mancamento.
Fortunatamente Andrea mi prende in tempo.
"Siediti per favore. Stai bene amore?" mi chiede spaventato.
"Sto bene, mi gira solo un po la testa. Vieni amore, vuoi sederti con mamma?" chiedo a isabel che mi guarda preoccupata.
Si siede sulle mie gambe e mi studia con i suoi occhioni.
"Sei malata mamma?" mi chiede.
"Ho solo un po di febbre, mi passerà presto amore. Basterà mangiare un po e mi sentirò meglio." le spiego.
Suonano alla porta e Andrea va ad aprire al fattorino. Prende le nostre bowl e si lamenta del fatto che io abbia già pagato. Ridacchio e ci mettiamo a mangiare.
Isabel resta tutto il tempo sulle mie gambe, dolce amore mio. Mi vede stare male e vuole starmi vicina.
Dopo pranzo ci raggiunge Dorothy con dei pasticcini e il sorriso di Isabel si illumina.
"Grazie nonna." le da un bacio.
Andrea prepara il caffè e ci raggiunge a tavola.
"Emily tesoro, come ti senti?" mi chiede Dorothy.
"Un pò meglio adesso. Grazie per essere qui." le sorrido.
"Il dottore cosa dice?" mi chiede.
"Ha beccato una brutta influenza mamma." risponde Andrea al mio posto. Sa che sono pessima con le bugie.
"Papà, mi dai l'acqua?" chiede isabel e Dorothy spalanca la bocca.
Nessuno oltre noi e le maestre l'aveva mai sentita chiamarlo così e tra le tante cose successe in questo mese non l'avevamo ancora raccontato.
I suoi occhi diventano umidi e il suo sorriso cresce.
"Oh amore." dice asciugandosi le lacrime.
Isabel sorride e addenta il suo dolcetto tutta contenta.
Passiamo un pomeriggio tranquillo tutto sommato ma fortuna che Dorothy è qui, Isabel non ha dormito un secondo e ci ha volute a giocare con lei. Le sono grata per averla assecondata tutto il tempo e fatto avanti e indietro con lei sul suo amato scivolo nella piscina di palline al mio posto. Mi sento ancora molto debole e non ne avrei avuto la forza. Ho fatto del mio meglio per giocare comunque con lei e mi sono inventata la hola per la scivolata.
"Cosa non si fa per i figli!" penso tra me e me e ridacchio.
Poco prima di cena Dorothy ci saluta e va via. La ringrazio e le prometto di andare a trovarla presto.
Isabel inizia a dare segni di cedimento quindi mi affretto a preparare la cena prima che si addormenti.
"Ho preparato un bel bagno caldo, che ne dici di approfittarne mentre io preparo la cena?" si offre Andrea prima che io possa raggiungere la cucina.
"Grazie. Ma accetto solo perché devo fare il bagno ad Isabel. Non ha riposato questo pomeriggio e sono piuttosto sicura che tra non molto crollerà. Questo ottimizzerà i tempi. Sto meglio, davvero. Non mi piace sentirmi inutile. Non essere così apprensivo, lasciami fare qualcosa." dico sincera.
"Va bene amore, tu farai il bagno ad Isabel ed io la cena. Stiamo facendo entrambi qualcosa." sogghigna.
"Vai a rilassarti un pò." mi bacia la fronte.
"Vieni isabel, andiamo a farci un bel bagno?" le chiedo e lei mi segue entusiasta.
Devo dire che il fatto che sia stanca gioca molto a mio favore ed il bagno è davvero rilassante.
Ha fatto un pò di storie per entrare perché a sua detta non c'era abbastanza schiuma ma poi le ho dato le sue papere e si è convinta rilassandosi anche lei.
Faccio per uscire dalla vasca ma mi rendo conto che non ho preso gli accappatoi.
Brava Emily, sei un genio.
Devo essermi distratta nel convincerla ad entrare.
"Andrea?" lo chiamo. Non posso allontarmi dalla vasca e lasciare Isabel da sola.
"Che succede?" arriva preoccupato.
"Puoi prenderci gli accapatoi? Li ho dimenticati." chiedo timida.
"Certo." li prende e si avvicina.
Mi alzo ed esco dalla vasca per infilare il mio.
"Tieni." mi aiuta guardandomi con occhi pieni di lussuria. Se non ci fosse stata Isabel mi avrebbe già fatta sua proprio qui, in vasca.
"Grazie." Arrossisco al pensiero.
Prende isabel, e le mette l'accappatoio.
"È questa la tua idea di lasciarmi fare qualcosa?" lo punzecchio.
"Non dovresti fare sforzi." dice serio.
Ha ragione, lo so. Ma per una mamma è impensabile non prendere i propri figli in braccio. La asciuga per bene, poi ci lascia sole e torna in cucina.
Le metto il suo pigiamino di Frozen e poi indosso anche io un top e un pantaloncino a costine in cashmere intrecciato. Perfetto per questo tempo mite di metà ottobre. Avevo proprio bisogno di darmi una sistemata, sono stata così male da trascurarmi un poco. Quindi ora basta maglie oversize a caso e capelli scompigliati, vestirmi bene mi fa sempre sentire bene ed ora è proprio quello che mi serve.
Le asciugo i capelli e lego i miei in una treccia alta. Come mi successe per Isabel il calore del Phon mi sta già facendo mancare l'aria quindi evito.
Torniamo in cucina che Andrea ha quasi finito di cucinare ed Isabel mi aiuta ad apparecchiare.
"Wow!" Andrea si gira per portare la cena in tavola e mi guarda il seno notevolmente gonfio.
"Ho avuto la stessa reazione" ridacchio. Non ci avevamo fatto caso avendo portato maglie larghe e non indossando reggiseni, ma dopo essere tornata in una maglia della mia taglia la differenza la vedo eccome!

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