Capitolo 30

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Il mattino seguente la sveglia suona alle 5:00. Andrea continua a non volermi dire nulla, l'unica cosa che so ora è che faremo un viaggio in aereo di 8 ore. Ci sarà da ridere su come intrattenere Isabel. Non ha voluto sbilanciarsi nemmeno sulle valige, mi ha detto solo di alternare cambi comodi a cambi eleganti per un totale di 3 giorni.
Ci facciamo a turno una doccia veloce e ci prepariamo, oggi andiamo tutti di tuta.
Mentre io preparo la borsa di isabel con l'occorrente per il viaggio Andrea prepara velocemente la colazione per tutti. Caffè lunghi per noi e latte e biscotti per Isabel. Una volta arrivati in aeroporto potremmo prendere delle brioche con calma.
"Buon compleanno amore mio." mi bacia.
"bon conplanno mamma" ci fa sorridere isabel.
"sei la tenerezza in persona amore. " le accarezzo la testa.
"Grazie, con voi sarà sicuramente un buon compleanno." bacio Andrea.
Carichiamo la macchina e ci avviamo.
Arriviamo giusto in tempo per il check-in e per le 06:30 siamo già sull'aereo. Non ha voluto nemmeno fossi io a consegnare il mio biglietto in caso sbirciassi e si è raccomandato con il personale di non farsi scappare nulla. Che perfido!
Siamo gli ultimi a salire, una volta sistemati ai nostri posti l'aereo decolla e con calma ora possiamo fare una vera e propria colazione. Isabel è stata bravissima, le abbiamo dato il ciuccio per il decollo e non si è mai, mai lamentata. Guarda fuori dal finestrino incantata. È passato un anno e più da quando siamo arrivate in aereo a San Diego, ora è cresciuta ed insieme a lei il suo interesse e il suo stupore.
La volta scorsa si fece tutto il viaggio dormendo, partimmo di notte e lei fù abbastanza tranquilla, si svegliò solo una volta atterrati. È così strano pensare a quei giorni e paragonarli ad oggi. La mia vita è cambiata letteralmente. E menomale direi. Sarò sempre grata ad Andrea per questo.
Durante il volo guardiamo cartoni animati, facciamo spuntini, coloriamo album, attacchiamo stickers sul suo giornalino e contiamo le nuvole dal finestrino. Alla fine stremate (lei dal poco sonno di questa notte ed io dal carico mentale di tentarle tutte per tenerla buona in queste ore) ci addormentiamo. Non passa nemmeno mezz'ora e le hostess ci avvisano che l'aereo sta per atterrare a Parigi. Parigi?! Oh mio dio Parigi! Non c'ero mai stata è un sogno! Abbraccio Andrea e lo ringrazio almeno cento volte. Lui ride ricordando i primi tempi in cui insieme ad Elena mi prendevano in giro per la mia propensione a ringraziare ad oltranza.
Il trambusto sveglia isabel che guarda con stupore la meravigliosa città dal finestrino mentre ci prepariamo per scendere dall'aereo.
Dopo aver fatto il check out e preso le nostre valige ci rechiamo all'uscita, qui è ormai buio, sono le 23:30 e un taxi ci aspetta all'uscita. Percorriamo la città che illuminata dalle luci della notte è assolutamente magica. Il taxi si ferma davanti alla torre eiffel, scendiamo ed istintivamente vado con isabel verso il bagagliaio per aiutare Andrea con le valige.
"No amore, lasciale li. Questa è solo una tappa, non rimarremo qui." mi dice. Effettivamente il taxi rimane in disparte ad aspettarci mentre lui ci guida verso la torre eiffel. Dato l'orario c'è poca gente e la torre è quasi tutta per noi. Scattiamo un sacco di foto, sono felicissima.
"mamma wow!" Anche isabel è estasiata da tanta bellezza.
Dopo questa meravigliosa toccata e fuga rientriamo in taxi e proseguiamo.
Ad un certo punto Andrea chiede al taxi con cui penso si fosse già messo d'accordo di oscurare la vista a me ed isabel. Delle tendine nere ricoprono i finestrini laterali e tutta la parte posteriore della macchina dove siamo sedute in modo che non si veda niente. Riesco a scorgere solo quello che penso sia un grande cancello.
Isabel mi guarda stranita e le spiego che Andrea vuole farci una sorpresa.
L'auto si ferma e le portelle si aprono. Andrea prende isabel e il taxista fa uscire me.
"Benvenute a Disneyland." sorridono.
Oddio. Oddio. Oddio! Disneyland!! Sono entusiasta come una bambina!
Mi dirigo verso Andrea e li getto le braccia al collo baciandolo e ringraziandolo.
Isabel ancora non capisce dove si trova, è tardi ed è tutto chiuso, noi siamo suppongo all'interno di disneyland ma davanti ad un hotel. Domattina impazzirà!
"Avrei voluto portarvici per il compleanno di Isabel ma a febbraio non è aperto al pubblico. Settembre è il mese perfetto per venirci e so che la tua felicità dipende dalla sua anche se molto probabilmente sei anche più felice tu di lei ora." ridacchia Andrea.
Annuisco e saltello sul posto in prenda all'euforia.
Il portinaio dell'hotel ci da il pass della nostra stanza e si occupa delle nostre valige. L'hotel è bellissimo, tutto allestito in tema disney ed anche isabel comincia ad essere euforica ora.
Sono ormai quasi le due di notte quando entriamo nella nostra camera, siamo tutti e tre esausti e provati dal jet lag. Sistemiamo le nostre cose e ci cambiamo. Mettiamo una sveglia per le 7:00 e ci mettiamo a letto. Andrea ha pensato proprio a tutto, anche se dormiremo poco non ci peserà per nulla perché comunque noi questa notte abbiamo dormito anche se poco e ora ci riposeremo di nuovo. Grazie alla sua capacità di sfruttare il jet lag a nostro favore domani mattina (anzi tra poche ore) saremo freschi e riposati e potremmo goderci la giornata al meglio.
Avrei voluto ringraziarlo per bene per questo magico regalo mentre Isabel dorme ma scombussolata dal viaggio anche se stanca, povera fa abbastanza fatica ad addormentarsi. Mi sdraio e me la metto sul petto, l'accarezzo per rilassarla e Andrea si stende su un fianco poggiandosi sulla mia spalla e alla fine ci addormentiamo così, stretti l'uno all'altro.

La sveglia suona e apro gli occhi per spegnerla ma non faccio in tempo a prenderla che qualcuno l'ha già spenta per me. Andrea è steso qui di fianco a noi e ci guarda con un bellissimo sorriso.
"Siete così belle da vedere che è impossibile non incantarsi." mi dice dolce e mi fa vedere degli scatti dolcissimi che ci ha fatto poco fa.
Devo ammettere di essermi svegliata tutta rotta ma dormire con mia figlia sul cuore vale ogni osso indolenzito del mio corpo. Essere madre di una bambina piccola è impegnativo ma tutto questo un giorno mi mancherà da morire e me ne godo ogni attimo.
"Buongiorno amore, hai dormito almeno un po?" chiedo ad Andrea.
"Sono sveglio da poco, non mi avevi mai chiamato così prima." il suo sorriso cresce.
"Dovrai abituartici." li faccio una linguaccia e ridacchia.
Isabel si stropiccia gli occhi infastidita dal nostro chiacchierare.
"Buongiorno Isabel amore, ti va di alzarci? Oggi ci aspettano un sacco di belle cose! Sarai entusiasta fidati di me." dice Andrea accarezzandole la testa dolcemente, lei annuisce e mi guarda in attesa di approvazione.
"Andiamo a fare colazione?" le chiedo e si fionda giù dal letto.
Andiamo a farci una doccia veloce e ci prepariamo.
Il tempo è mite, non fa caldo ma neanche freddo quindi opto per dei ciclisti neri al ginocchio, camicione a quadri bianchi e neri e sneakers bianche per entrambe. Uno chignon intrecciato per me e due space bons per Isabel chiusi da degli elastici in finto capello intrecciato. Decido di fare un trucco leggero: un filo di fard, ombretto, mascara e rossetto rosso scuro. La regola è sempre la stessa: occhi pesanti, rossetto leggero e viceversa. Tranne rare occasioni.
Anche Andrea è pronto ed è in tenuta sportiva. Scendiamo al buffet a fare colazione con calma prima di iniziare la nostra avventura. Andrea ha pensato davvero, davvero a tutto. Ha persino portato la sua macchina fotografica per delle bellissime foto ricordo!

Questi tre giorni sono stati fantastici, abbiamo fatto quante più attrazioni possibili, visto spettacoli, visitato tutta disneyland e la meraviglia e la gioia negli occhi di isabel davanti a tutti i suoi personaggi preferiti è stata il regalo più bello. Siamo anche riusciti a visitare un po' Parigi nell'ultimo giorno ed è stato fantastico. È bella e romantica in ogni angolo, proprio come me la immaginavo.
Ogni giorno è stato magico, sono grata ad Andrea per questa bellissima esperienza.
Avrei voluto rimanere lì ancora ma tra due giorni isabel comincia l'asilo quindi eccoci a casa.

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