Capitolo 37

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Il dottore finisce di visitarmi e mi fa rivestire.
"Le prescrivo le solite analisi di routine in gravidanza cara. Questo è il numero di un mio caro amico infermiere, effettua prelievi a domicilio. Se nella precedente gravidanza è risultata negativa alla toxoplasmosi sa bene cosa evitare giusto?" mi chiede e annuisco.
"Bene, si prenda cura di lei caro. Sono sicuro che lo farà." dice, riferendosi ad Andrea.
"Senza dubbio dottore." risponde deciso.
"Mi raccomando, riposo assoluto. Stia molto attenta, se dovesse trovare anche una minima perdita di sangue o sentire un particolare dolore mi chiami subito. Ci vediamo tra 2 settimane per il prossimo controllo. Ci sentiamo per i risultati delle analisi. Non esiti a chiamarmi per qualunque problema. Cerchi di stare serena. Per lei e per questa creatura. Se siamo fortunati, e voglio credere che lo saremo, alla prossima visita potremmo sentire il suo cuore. Passate una buona giornata." ci fa un sorriso compassionevole e cerca di tranquillizzarmi.
Esco dallo studio con un macigno sul cuore.
Durante il tragitto in macchina sono sconvolta, non proferisco parola.
Andrea si ferma in un bar lungo la strada a prendere i miei donuts preferiti, passiamo in farmacia e torniamo a casa.
"Ne ho presi anche per Isabel." mi fa un sorriso ma i suoi occhi sono tristi.
So che anche lui sta soffrendo e dovremmo farci forza l'uno con l'altra ma è una cosa troppo grande per me. Vorrei solo piangere.
"Vieni qui." chiude la macchina e mi abbraccia mentre entriamo in casa. Scoppio in lacrime.
"Ce la faremo. Hai sentito il dottore, no? Il nostro bambino vuole vivere." mi sposta una ciocca di capelli dietro l'orecchio e mi asciuga una lacrima. È speranzoso ma i suoi occhi sono lucidi e carichi di dolore.
"Ti va un bel bagno caldo? È quello che ti ci vuole per rilassarti." mi chiede e annuisco. Ho bisogno di lavare via questa brutta sensazione.
Riempie la vasca mentre io porto in bagno i miei vestiti puliti.
Sono fortunata che isabel sia all'asilo, non voglio che mi veda così.
Quando la vasca è piena mi tolgo i vestiti ed entro. Andrea fa lo stesso.
"Cosa fai? Noi non.." non faccio in tempo a finire di dirlo che mi zittisce.
"Stai tranquilla. Voglio solo farti compagnia. Non metterei mai a rischio la nostra creatura." si siede dietro di me e mi bacia la clavicola cingendomi la pancia. Sospiro e appoggio la testa sul suo petto.
"Ho paura." ammetto.
"Anche io." mi bacia la testa.
"Ma voglio avere fiducia. Non ho nulla se non la speranza, e mi aggrappo a questa." continua.
"Non voglio illudermi, mi farebbe troppo male. Ma non posso neanche fare finta che non ci sia." singhiozzo.
"Comunque vada sarà sempre nostro/a figlio/a , voglio godermelo. Che sia un giorno o altri mille, sarò comunque grato per il tempo che avremo. Non voglio sprecarne un secondo." dice serio tra le lacrime.
Mi prende le mani tra le sue e le mette sulla mia pancia.
"Concentriamoci solo su questo.". Mi bacia una guancia.
Annuisco. Ha ragione. Per quanto mi farebbe male, non potrei mai perdonarmi di aver passato questi giorni a far finta che non ci sia.
"Non potrei mai farcela senza di te. Grazie." tiro su la testa e lo bacio tra le lacrime.
"Ti amo." chiude le mani a coppa intorno al mio seno e ricambia il bacio con passione.
Rimaniamo in vasca stretti così a fissare il vuoto per un tempo indefinito senza sapere cosa dire né pensare.
Alla fine mi aiuta a venir fuori dalla doccia e ci vestiamo.
"Resta così, per favore." mi chiede vedendomi in intimo. Lo guardo confusa.
"Per favore. Ho bisogno di sentirvi." mi implora.
Mi si spezza il cuore. So bene che è quando sta più male che cerca il contatto. Lo ha sempre fatto con me quando aveva più paura di perdermi e continua a farlo. È a pezzi quanto me eppure fa di tutto per tenermi in piedi mettendo da parte il suo dolore.
Annuisco e abbozzo un sorriso.
Andiamo in cucina a fare colazione. Non ho molto appetito ma devo mangiare, non posso abbattermi, lo devo ad Andrea e a questa creatura.
Mangio un donut e prendo la mia pillola di Nuperal e l'acido folico.
"Torno subito." dico ad Andrea.
Mi guarda confuso mentre raggiungo il bagno con la scatolina di progesterone.
"Non vorrai mica buttarli vero?" mi chiede perplesso.
La sua faccia mi stende e per un attimo riesco anche a ridere.
"Certo che no, questi sono ovuli non pillole. Come credi che si usino?" lo prendo in giro.
Ancora non capisce, la sua faccia è tutta un punto interrogativo.
"Oh." Li passo in foglietto illustrativo e comprende.
"Ti dispiace aspettare fuori?" chiedo imbarazzata.
"Per favore, ho appena assistito ad una scena in cui un uomo che non sono io toccava posti che solo io dovrei." ricorda rimarcando la parola IO.
Non posso fare a meno di ridacchiare.
"Va bene mr gelosia, come vuoi. Puoi girarti almeno?" lo canzono e fa come dico.
"ecco fatto, adesso dovrei sdraiarmi un pochino per favorire l'effetto." spiego.
Ci accoccoliamo sul divano e mi abbraccia accarezzandomi la pancia. Non conosce ancora questa creatura e già la ama profondamente.
Li bacio i ricci accarezzando la sua barba.
Sospiro. Spero davvero che tutto vada bene.
"Come faremo a spiegare agli altri questo mio riposo forzato? Non me la sento di raccontare tutto questo." ammetto affranta.
"Neanche io. L'ultima cosa che voglio è avere intorno ogni giorno sguardi preoccupati e compassionevoli. Sono solo 2 settimane, ci inventeremo qualcosa. Potremmo dire loro che hai contratto un batterio?" propone.
Annuisco con occhi lucidi.
"Ci penserò io, stai tranquilla. Tutto si risolverà per il meglio." mi accarezza il viso.
"Mi si spezza il cuore a vederti così." dice poggiando la sua fronte contro la mia.
"Mi dispiace, sto cercando di essere forte. Non è giusto che tu ti faccia carico del mio dolore.. so che anche tu stai soffrendo." singhiozzo.
"Non preoccuparti, staremo meglio." mi stringe forte a sé.

*una settimana dopo.*
Questa mattina sono arrivati gli esiti degli esami. Ero molto preoccupata perché in quest'ultima settimana sono stata molto male ma il dottore mi ha tranquillizzata spiegandomi che sono gli effetti collaterali del progesterone. Non posso fare altro che stringere i denti e sopportare ma se non altro sono felice di sapere che la gravidanza procede.
Le beta triplicano di volta in volta, questo/a bambino/a si sta aggrappando alla vita con tutto/a sé stesso/a.
Chiamo Andrea che nel frattempo è andato ad accompagnare isabel e sta facendo un po di spesa.
"Amore ciao, sono arrivati gli esiti degli esami, potresti passare in farmacia?" chiedo.
"certo amore, va tutto bene? Cosa dice il dottore?" mi chiede preoccupato.
Il suo livello di apprensione ha raggiunto il limite massimo dopo avermi vista così male.
"Tutto bene. Devo solo aggiungere altre pillole alla lista. Dalle analisi è emersa l'anemia. Questo spiega la mia profonda debolezza." spiego.
"Certo, mandami il nome del medicinale per messaggio. Stai bene?" si premura.
"si sto bene." in realtà nemmeno un po. Sono stanca, dolorante e scoraggiata. Ho un mal di testa assurdo, la schiena in fiamme e la nausea mi sta facendo a pezzi.
"cerca di rilassarti un pò. Faccio più presto che posso." sospira sapendo che sto mentendo.

Dopo un oretta Andrea entra in casa.
Non vedendomi sul divano mi cerca in camera da letto.
"Amore?" mi chiama spaventato dalla soglia della porta del bagno non riuscendo a vedermi.
"Sono qui." sussurro.
Sono rannicchiata nell'angolo del wc esausta. Ho vomitato ripetutamente per tutto il tempo da quando abbiamo riagganciato. Dallo sforzo mi si sono rotti i capillari agli angoli delle labbra e ho gli occhi rossi e gonfi per il pianto. Non devo essere un bello spettacolo per gli occhi.
"cosa posso fare? Ti prendo un po d'acq.." non fa nemmeno in tempo a finire di dirlo che mi aggrappo nuovamente al wc.
"Ci sono qui io." Mi tiene i capelli e mi conforta.
Prendo un bel respiro e mi tiro indietro.
Mi aiuta ad alzarmi e mi lavo il viso e i denti.
Sono inguardabile, ho davvero bisogno di darmi una ripulita.
Mi spoglio ed entro in doccia.
Andrea mi aspetta qui fuori facendo un po' avanti e indietro. Sistema velocemente la spesa che va in frigo per evitare si scongeli e torna qui.
"Grazie." dico imbarazzata mettendomi l'accappatoio.
"È il minimo che possa fare. Mi sento così impotente.. Se potessi mi prenderei il tuo dolore." risponde affranto.
Poggio la testa sul suo petto e lo abbraccio.

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