Capitolo 38

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Entriamo in cabina armadio e mi vesto. Indosso solo uno slip e una camicia da notte a bretelline. Il progesterone mi procura tra le altre cose continue vampate di calore. In più la gravidanza comincia a portare altri sintomi apparte la nausea. Tra questi un iper sensibilità ai seni, sono gonfi e duri. Mi fanno molto male al tatto e non riesco a sopportare reggiseni. A malapena sopporto questo leggero strato di raso.
Mi era già capitato con isabel ma questa volta è più accentuato.
Tutto in questa gravidanza è più accentuato. Ed io che pensavo che quella di isabel fosse stata traumatica! Sono stata molto male con le nausee per tutta la durata della gestazione è vero, ma nulla rispetto a questa. Ed è sempre andato tutto a gonfie vele.
Tutto l'insieme mi sta sfinendo stavolta.
Mi sdraio sul letto senza forze e Andrea mi coccola massaggiandomi la pancia con la crema per le smagliature. Sarà anche presto ma prevenire è meglio che curare.
Il profumo è rilassante e il suo tocco è magico.
Mi massaggia dolcemente anche i seni e mugolo dal dolore.
"Scusami. Non volevo farti male." mi dice dispiaciuto. Il modo in cui si preoccupa per me mi riempie il cuore.
"Che ne dici se ti rilassi qui un pò mentre preparo una cioccolata calda e ordino dei donuts? Hai bisogno di carburare." propone e accetto.
So benissimo che non durerà molto il cibo nel mio stomaco ma non per questo posso smettere di mangiare.
Mi sistema i cuscini e mi accomodo meglio poggiando la schiena contro la testiera.
Accendo la tv e faccio zapping in cerca di qualcosa di interessante da guardare.
Il telefono di Andrea squilla sul mio comodino e lo chiamo.
Lo prende e torna in cucina.
Trovo finalmente qualcosa che cattura la mia attenzione e dopo altri dieci minuti Andrea mi raggiunge con due tazze ed un sacchetto di donuts ancora caldi. È una fortuna avere il bar a due passi, la consegna è istantanea.
"Non potrai credere all'assurda chiamata che ho appena ricevuto." ridacchia.
Lo guardo confusa e continua.
"Era una testata giornalista. Voleva intervistarmi su Sierra.". Spiega.
"Sierra? E perché?" continuo a non capire.
"Ho chiesto loro la stessa cosa. A quanto pare è saltato fuori che la gravidanza era un enorme bugia per aumentare audience. È stata aperta un inchiesta per documentazione falsa tra lei, Thomas ed uno studio ginecologico. Assurdo. La foto pubblicata non era nemmeno la loro. Una coppia lì ha denunciati per essersene appropriati." racconta l'accaduto.
"Wow, proprio quando pensi che non possano cadere più in basso di così loro ti stupiscono." sono perplessa.
Sorseggio la mia cioccolata e comincio ad avvertire la nausea tornare su.
"Tieni." mi sorride Andrea passandomi un bicchiere d'acqua e le pillole del giorno. Sempre così premuroso. Non so come avrei fatto ad affrontare tutto se lui non fosse stato così presente e di supporto. Si occupa praticamente di tutto.
Si sistema al mio fianco e finiamo di fare colazione insieme.
L'effetto del progesterone assunto appena sveglia comincia a farsi sentire. Nascondo la testa nel petto di Andrea e il dolore si dilania nelle ossa, faccio fatica anche a respirare bene. Stringo i denti e con le lacrime agli occhi mi ripeto che passerà.
"Amore comincio a preoccuparmi." mi dice spaventato Andrea quando mi vede conficcare le unghie nel materasso singhiozzando.
"Va tutto bene, lo faccio per una buona causa." sussurro cercando di fare dei respiri profondi.
Sospira affranto e mi stringe a sé facendomi trasalire dal dolore quando i miei seni strofinano sulla sua maglietta.
"Non mi piace per niente vederti così, possiamo andare in ospedale per favore?" mi chiede e scuoto la testa.
"Non posso farci nulla, l'unica soluzione sarebbe interrompere la cura ed è fuori discussione." li ricordo.
"È tutta colpa mia." scoppia in un pianto frustrato.
"Tua? E cosa mai avresti fatto?" Abbozzo un sorriso accarezzandoli i ricci.
"Voglio questa creatura con ogni fibra del mio essere ma mi sento tremendamente in colpa per tutto quello che devi sopportare ogni giorno. È una tortura vederti così e non poter fare nulla per farti stare meglio." tira su col naso.
"Primo: nessuno di noi due poteva immaginare che io fossi incinta e secondo: non è assolutamente colpa tua, è una mia scelta. E non cambierei mai idea." dico tra una smorfia di dolore e un altra.
"Sei la donna più forte che conosca." mi bacia tra le lacrime accarezzandomi la pancia.
"Lo faccio per noi. Per la nostra famiglia." li bacio una guancia mentre li asciugo le lacrime.
Alla parola famiglia il suo sorriso si rianima un pochino.
"Ti amo così tanto da non trovare le parole." mi stringe a sé.

*Due settimane dopo*

Ci siamo, il giorno della visita è arrivato. Sono in ansia di sapere come sta andando. Ho passato giorni davvero bui, dove non riuscivo a vedere la luce. Le cose piano piano stanno andando meglio e i medicinali hanno iniziato a non farmi più così tanto male. Da qualche giorno va molto meglio ma non voglio illudermi, spero solo che il dottore mi dia buone notizie.
Questa mattina finalmente per la prima volta dopo un mese posso accompagnare di nuovo mia figlia all'asilo quindi mi concentro per il momento solo su questo. E ne sono felice.
Finiamo la colazione e andiamo a prepararci.
Le metto la divisa e mi preparo anche io. Indosso un maglioncino e una gonna, sarà un altra visita interna quindi scelgo qualcosa di comodo da togliere e mettere. Il tempo di metà novembre è ancora mite, c'è una leggera aria autunnale ma si sta benissimo con solo un maglioncino. Mi infilo un paio di sneaker e mi do una pettinata. Infilo un cerchietto e sistemo i capelli ad Isabel.
"Siamo pronti per andare?" mi chiede Andrea in trepidante attesa.
Annuisco e ci dirigiamo in macchina.
"Ciao mamma. Ciao papà." Lasciamo Isabel all'asilo e Rientriamo in macchina. Il tragitto verso lo studio medico è silenzioso, l'aria è carica di tensione.
Arrivata a destinazione siamo i secondi, ci sediamo in sala d'attesa e attendiamo il nostro turno.
Andrea mi stringe a sé quando mi vede stringere con mani tremanti la cartellina e picchiettare ansiosamente i piedi per terra. Come per dirmi 'Andrà tutto bene', ma non lo dice. La verità è che non sappiamo se davvero andrà bene e questo non è il momento di creare false speranze.
"Montgomery." il dottore ci chiama.
Li stringo la mano e sospiro.
"Buongiorno dottore." diciamo all'unisono.
"Buongiorno signorina. Buongiorno caro. Prego, si spogli." mi fa segno di andare al separé.
Faccio come dice e mi sistemo sulla sedia.
Il dottore si mette i guanti e Andrea mi stringe la mano nella sua tremante.
Sullo schermo vediamo per la prima volta il nostro puntino prendere forme umane. È strabiliante il cambiamento, quello che poche settimane fa era una minuscola pallina oggi è un vero e proprio bambino piccolissimo.
Le lacrime mi rigano il volto, è lì e sta crescendo.
"È.. È lui? O lei?" chiede Andrea incredulo.
"Si." rispondo tra le lacrime.
"Dottore non ci tenga sulle spine per favore, come sta?" si rivolge a lui con occhi lucidi e voce tremante.
Il dottore si prende un attimo per osservare meglio.
Dapprima fa una faccia corrucciata mentre mi visita con più accortezza e poi sorride.
"Giudicate voi."Alza il volume del'ecografo e il suono del cuoricino del/la mio/a bambino/a riecheggia nella stanza.
Scoppio in un pianto liberatorio. È vivo/a e sta bene.
Guardo Andrea e le lacrime li rigano il volto mentre guarda lo schermo ancora incredulo.
"Sono felice di dirvi che questa creaturina è stata davvero forte, il distacco è completamente rientrato." ci spiega visibilmente sollevato.
"Grazie dottore, grazie." ormai singhiozzo.
"Gradualmente potete riprendere la vostra vita di sempre. Può interrompere la cura, so quanto male la facesse stare. È tempo che vi godiate questa gravidanza, il peggio è ormai passato." sorride.
"Grazie davvero dottore." Andrea lo abbraccia in lacrime e non posso fare a meno di ridacchiare tra i singhiozzi.
"Ringrazi la sua compagna, è tutto merito suo. La sua costanza e il suo sacrificio hanno dato i loro frutti." li da una pacca sulla spalla.
"Avete fatto un ottimo lavoro. Lei è stata davvero forte cara, e anche lei caro. Non deve essere facile vedere la propria amata stare così male e sentirti impotenti. Sono sicuro che il suo supporto è stato fondamentale." li sorride.
"Lo è stato." aggiungo fermamente convinta. Non c'è l'avrei mai fatta senza di lui.
Mi rivesto e mi avvicino di nuovo a loro.
"Ci rivediamo il prossimo mese. Godetevi questa felicità, ve la siete sudata. Siete fuori pericolo ora." ci saluta.
Lo ringraziamo ancora e andiamo via.

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