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Mi trovai di fronte a una casa gigantesca. Sembrava un palazzo, ma che dico, un castello. Il giardino era anch'esso enorme e molto curato. Non riuscivo a staccare gli occhi da quel paradiso terrestre. Paragonata alla casa dove vivevo con la mamma prima della sua morte, penso che fosse cinque volte più grande, anche di più.

"Dai Virginia non vuoi vedere dentro?".

La voce di Carmen mi fece tornare alla realtà. "Arrivo" risposi.

Spalancò la porta davanti a me. Il salotto era gigantesco, una grande televisione era appesa al muro davanti ad un divano in pelle con morbidi cuscini colorati. Nel camino scoppiettava un fuocherello leggero, adatto giusto per riscaldare di qualche grado la temperatura ambiente. Era marzo, non ne avremmo avuto bisogno per molto.

Continuammo la visita della casa fino ad arrivare a camera mia. Quando Paul ne aprì la porta per poco non svenni. Era arredata in maniera molto moderna ed era gigantesca. Il letto era rotondo e matrimoniale. Avrei potuto dormire occupando tutto quello spazio. Non vedevo l'ora che fosse sera!

"Oddio è bellissima!" esclamai. "Grazie".

Ero ancora triste per la mancanza di mia madre, per essere in una famiglia che non era la mia. Ma finalmente avrei potuto avere una vita come quella dei miei coetanei, sarei potuta andare regolarmente a scuola e avere amici. Chissà, magari mi avrebbero anche invitata alle feste del sabato sera che ogni gruppo di amici organizza. Nella stanza c'era anche una grande cabina armadio con tantissimi abiti carini, accessori e scarpe. Non ero la tipica persona che curava esageratamente il proprio aspetto, anzi di solito non lo curavo affatto. Non andavo in giro vestita da troia per attirare l'attenzione, i ragazzi con cui avevo fatto l'amore mi accettavano per quello che avevo dentro o semplicemente per il mio fisico, che non era niente male, e non per un atteggiamento da troia. All'orfanatrofio era tutto molto diverso. La prima volta che feci sesso avevo tredici anni. Si cresce di più, là dentro. Bisogna imparare a prendersi cura di sé stessi e ad arrangiarsi. A 17 anni avevo avuto diverse storie d'amore e anche relazioni da una notte soltanto. Ma non per questo ero troia, infatti in tutto avrò avuto una decina di storie non di più e non ci provavo con tutti coloro che incontravo. Odiavo tutti quei ragazzini e ragazzine viziati che si comportavano in maniera troppo infantile, che se la tiravano così tanto da credersi le uniche persone sulla faccia della Terra.

"Scusa Carmen, posso farmi una doccia?" chiesi.

"Certo tesoro, guarda il bagno é qui" disse indicando una porta nella mia camera "troverai tutto ciò che ti serve nella cabina armadio. Poi riposati, ci vediamo alle 20 a cena".

Aprii la porta. Il bagno era come quello dei film, con la vasca enorme e l'idromassaggio. Avevo anche una doccia ampia e molti mobili pieni di creme e trucchi. Mi sembrava tutto così bello e tutto così incredibile. Carmen e Paul non erano quei genitori che riempiono i figli di regali per colmare un'assenza affettiva. Si capiva che erano brave persone e sarebbero stati degli ottimi genitori per me. Ma erano ricchi, molto ricchi, e ogni cosa in quella casa mi ricordava la povertà e l'umiltà dell'orfanatrofio.

Scacciai quei pensieri e mi spogliai. Scelsi il bagnoschiuma alla lavanda, il profumo che aveva mamma. Non l'avrei mai dimenticato. Mi trasmetteva tranquillità e calma, dolcezza e sicurezza. Mi immersi nell'acqua calda e lasciai ai miei occhi la possibilità di chiudersi. Dopo dieci minuti di completo relax uscii dalla doccia. Erano ancora le 18:30 ma dovevo sistemare quei pochi bagagli che avevo e mettere in ordine la camera come più la preferivo per farla sentire più mia.

Guardai nella cabina armadio. Alla fine scelsi un paio di pantaloncini di jeans chiari e un po' strappati con una canottiera corta rossa di pizzo. Amavo quei vestiti, per la prima volta da tanto tempo mi sentivo bella. Per quanto fossero semplici erano davvero graziosi. Ero sempre stata un po' maschiaccio da bambina ma a 17 anni iniziavo ad avere bisogno della mia identità di donna e tutti quei fantastici vestiti mi avrebbero aiutata. Raccolsi i capelli rossi in una treccia spettinata di lato e mi misi un po' di mascara sulle ciglia chiare. Mia "madre" Carmen era così curata che mi vergognavo a farmi vedere in disordine. Avevo bisogno di fare una buona impressione.

Decisi di andare a ringraziare per tutto quanto, per la bellissima stanza, i vestiti e il bagno che era da hotel. Uscii nel corridoio e mi diressi a destra, poi a sinistra, poi mi resi conto di essermi persa. Continuai a vagare per i corridoi che mi sembravano sempre più un labirinto. Girai l'angolo e mi scontrai contro qualcosa. Alzai lo sguardo. Davanti a me c'erano due occhi azzurri come il mare piantati nei miei verdi.

Amore fraternoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora