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JONAS

All'ora in cui i miei genitori sarebbero ritornati a casa, io e Virginia rientrammo nelle nostre stanze. Non era il caso di farsi trovare a limonare sul dondolo del giardino, dato che ancora non sapevano della nostra relazione. Ma l'avrebbero saputo presto.

Tuttavia, il silenzio che incombeva nella mia camera era davvero troppo. Nonostante la musica nelle orecchie, a volume piuttosto alto, non si sentivano altri rumori. Odiavo il silenzio per quella sensazione di noia, di fermezza e di eccessiva tranquillità che dava. Anche a me piaceva starmene da solo qualche volta, a pensare, ma quella volta non potevo sopportarlo.

Per questo motivo spalancai la porta-finestra, lasciando che l'aria circolasse, e andai sul balcone. Due camere più in là vi era quella di Nini, così mi portai davanti alla sua porta-finestra. La osservai, mentre si pettinava i capelli davanti allo specchio. Amavo vederla mentre compiva quell'azione, dato che mi aveva spiegato l'importanza di quei capelli rossi, in relazione alla malattia della madre.

Amore fraternoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora