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JONAS

"Mamma, siamo arrivati, svegliati" dissi alla donna seduta sul sedile affianco al mio, scuotendola leggermente. Dormiva sempre durante i viaggi. Eravamo appena atterrati all'aeroporto di Madrid, dopo il viaggio che si aveva riportati a casa.

La settimana di vacanza era finita e, in un certo senso, ero felice che fosse così. Mi era dispiaciuto molto salutare Nicolò, Giulio, Alice e Martina, ma almeno avrei messo fine a quei momenti imbarazzanti con Virginia. Già, perché dopo averla accompagnata a prendere la pillola e dopo averle promesso che non ne avremmo più parlato, non ci rivolgemmo più la parola. Ci evitavamo l'un l'altro, nemmeno io sapevo perché non tentavo di parlarle. Ancora la amavo, di certo non potevo dimenticare tutti i miei sentimenti in pochi giorni. Eppure ero come rassegnato e il dubbio che non contassi davvero più nulla per lei mi attanagliava.

Ora che eravamo tornati a casa, le cose sarebbero solo peggiorate. Avremmo continuato a rivolgerci solo qualche parola durante i pasti, in compagnia dei nostri genitori, ma le cose sarebbero terminate lì.

L'aspetto di quel ritorno alla quotidianità della vita a Madrid che più mi innervosiva era senza dubbio la presenza di Lucas. Dubitavo che lui e Nini si sarebbero lasciati, nonostante il tradimento che lei gli aveva fatto con me al mare. Il ragazzo non avrebbe mai saputo niente di quella notte e la coppia, agli occhi di tutti, sarebbe risultata perfetta. Anche se io sapevo che non lo era affatto. 

Ero invidioso, invidioso da morire. Perché quando ero stato io a sbagliare, baciando Emilia, ero stato lasciato ed insultato, mentre Virginia che aveva fatto l'amore con un altro non avrebbe avuto alcuna conseguenza. Desideravo che Lucas sapesse di quel tradimento, ma non avevo la minima idea di come comunicarglielo.

VIRGINIA

Arrivata a casa, mi chiusi subito in camera con la scusa di volermi riposare. In realtà, ero davvero stanca. Ma più che fisicamente, ero stanca per la pesante settimana che avevo appena vissuto.

Mi toccava parlare con Lucas e trovare una motivazione per non essermi fatta sentire durante tutta la vacanza. Ma avevo già deciso di non dirgli niente della notte di passione con Jonas. In realtà, su questo ultimo punto ci avevo riflettuto tanto. Mi sentivo davvero male all'idea di mentire, di sottovalutare un tradimento, più grave di quello che non avevo mai perdonato al mio ex. Eppure, non volevo perdere Lucas, perché era un ragazzo serio che avrebbe potuto darmi una felicità duratura.

Ma ero felice?

Questa domanda continuava a risuonarmi nella testa. Non sapevo nemmeno io se la felicità fosse la pazzia, la libertà oppure la tranquillità e la quotidianità. Non sapevo se la mia felicità fosse Jonas oppure Lucas.

Mentre riflettevo, decisi di mandare un SMS a Lucas per avvisarlo del mio ritorno. Tanto, prima o poi avrei dovuto scrivergli.

Hei Lu, sono tornata a Madrid. Scusa se non mi sono fatta sentire, ma non portavo mai il telefono in spiaggia e non avevo credito.
Come stai? Mi manchi, vieni a prendermi,
Virginia

Inviai nonostante fossi piuttosto titubante. Tutte le parole che avevo scritto, dalla prima all'ultima, le sentivo false, banali, come delle frasi fatte. Probabilmente desideravo davvero vederlo, ma più che altro per vedere quale sarebbe stata la mia reazione.

Già che avevo il telefono in mano, decisi di scrivere anche ad Eva. Dovevo raccontarle quello che era successo nell'ultimo periodo con suo cugino e con il mio fratellastro. I consigli di un'amica danno sempre tanta felicità, soprattutto se sono detti con il cuore, come ero certa avrebbe fatto lei.

Heii Ev, tutto bene? Come procedono le vacanze? Sono tornata oggi dalla Puglia. Devo raccontarti un po' di cose.. dimmi quando puoi,
Baci, Virgi

Nemmeno il tempo di inviare il messaggio, che il telefono iniziò a squillare. Guardai chi fosse. Era Eva. Mi scappò un sorriso sincero, perché appena aveva letto il mio messaggio mi aveva subito richiamato.

"Ma salve" risposi ridendo.

"Ciao Virgi, allora dimmi tutto".

"Nemmeno il tempo di chiederti come stai?" domandai.

"Sono curiosa, sputa il rospo!".

"In Puglia ho fatto l'amore con Jonas, avevo bevuto un pochino ma ricordo tutto ugualmente.. e gli ho detto che lo amavo. Però il giorno dopo ho dato la colpa al fatto che fossi ubriaca e non ci parliamo più" confessai.

"Posso chiederti una cosa?".

"Dimmi Ev, tutto ciò che vuoi".

"Ami Jonas?". Rabbrividii. Non mi aspettavo quella domanda da lei, forse perché era la stessa che continuavo a ripetermi tra me e me.

"Non lo so, perché?".

"Hai detto che avete fatto l'amore, non scopato. Sai meglio di me che é diverso" disse lei. Cazzo, aveva ragione.

"Ma io sto con Lucas".

"Non lo dico perché è mio cugino, Virgi, ma non fare cazzate con lui. Quando vi vedete?".

"Gli ho mandato un messaggio poco fa, dicendo di venirmi a trovare".

"Pensa bene a quello che vuoi" mi suggerì. Già, facile a dirsi, ma molto meno a farsi. Perché io non sapevo che cosa volevo, non lo sapevo proprio.

Parlammo un altro po' del più e del meno, raccontandoci le rispettive vacanze.

Mi raccontò della sua storia con Mateo, di quanto fossero felici ed innamorati, di quanto si fidasse ciecamente di lui e di quanto lui facesse lo stesso. Ero invidiosa di lei, nonostante tra migliori amiche non bisognasse esserlo. Sarei dovuta essere felice per la sua relazione, e lo ero. Eppure, non completamente, infatti continuavo a chiedermi perché lei avesse una storia quasi perfetta (nessuna storia lo é completamente) ed io no. Avevo sofferto tanto nella mia vita, avevo affrontato l'assenza di un padre e la morte della mamma, ero vissuta in orfanatrofio dove ero solo stata sfruttata e, dopo essere uscita, mi ero innamorata di un puttaniere. Perché le cose belle capitano sempre agli altri?

Amore fraternoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora