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VIRGINIA

Ero ancora piuttosto scossa dal bacio con Jonas, se bacio era considerabile. Non sapevo cosa mi fosse preso in quel momento, ma mi era sembrata la cosa giusta da fare. Ho agito d'impulso, insomma.

Tirai su la lampo della gonna nera di pelle a vita alta. Sopra avevo una camicetta azzurra, larga e molto corta, che mi lasciava scoperta una striscia di pelle tra il seno e l'ombelico. Non misi i tacchi, ma dei sandali comodi e allo stesso tempo eleganti. I capelli li avevo appena lavati e si erano asciugati con morbide onde sulle punte, per cui decisi di lasciarli naturali. Mi truccai pochissimo, con un filo quasi invisibile di eyeliner ed il mascara, ma optai per un rossetto rosso fuoco più marcato del solito.

Anche mentre mi preparavo, non ero riuscita a smettere un secondo di pensare a quanto accaduto poco prima. Non sapevo se essere felice oppure triste, ma una cosa la sapevo: avevo paura, di essere presa in giro di nuovo, di ricevere una nuova delusione. Per questo tentavo di convincermi che quanto successo fosse stato solo un grande sbaglio. E poi c'era Lucas. Pensai anche a lui e mi resi conto che gli avevo fatto esattamente ciò che Jonas aveva fatto a me. Non so se potevo considerare quello con il mio ex un bacio vero e proprio, ma a quello devo aggiungere i baci sul collo e il bacio sul naso, che è sempre stato il nostro saluto romantico, se così si può definire.

"Sono pronta" gli dissi, rivolgendomi a lui che stava sdraiato sul letto con le cuffiette. Non mi sentii, per cui mi sedetti accanto a lui sventolandogli una mano davanti agli occhi.

"Nini, oh cielo, sei.. incantevole" balbettò, togliendosi di scatto le cuffie.

"Smettila di sbavare e andiamo" scherzai, facendo un sorrisino malizioso. Mi sentivo incredibilmente potente quando lo lasciavo senza parole.

Raggiungemmo rapidamente l'appartamento dei nostri amici italiani, scambiando qualche parola riferita esclusivamente al tragitto da seguire.

"Hei ragazzi" ci venne incontro Alice.

"Vi sei bellissima! Anche tu Jo" aggiunse Martina raggiungendoci. A quella frase provai qualcosa dentro, un forte desiderio di allontanare immediatamente Jonas da lei. Gelosia? Probabilmente. In fondo, fino a poco prima ero io al centro dell'attenzione del ragazzo. Pur essendo mia amica, Martina mi stava rubando il primato. Il mio ex si accorse delle mie emozioni, che non ero molto brava a controllare.

"Tranquilla, ho occhi solo per te" mi bisbiglió all'orecchio, bene attento a non farsi sentire.

"Lo dicevi anche prima di baciare Emilia" ribattei, fissandolo dritto negli occhi. Non riuscivo ad abbassare lo sguardo, ero come ipnotizzata.

"Stasera te lo dimostro" sghignazzò, prima di allontanarsi.

"Che cosa?" gli urlai dietro, senza ottenere risposta.

JONAS

Afferrai il bicchiere e bevvi la vodka che conteneva. Quello che doveva essere tantissimo alcool, in realtà stava già finendo. Ma era stato sufficiente affinché tutti fossimo felici, parecchio brilli, ma non del tutto ubriachi. Ci reggevamo ancora in piedi, eravamo ancora in grado di formulare frasi di senso compiuto pur continuando a ridere.

"Nicolò" lo chiamai. Lui era quello messo meglio tra noi, perché non amava bere.

"Che c'è?".

"Mi porti ancora vodka?".

"È finita Jo" rise "ci siamo bevuti tutto".

"Ma che ore sono?".

"Quasi le due, é presto".

La conversazione fu interrotta dall'arrivo di Alice che, non riuscendo a smettere di ridere e anche un po' barcollando, ci propose di andare in spiaggia a fare un bagno notturno.

"Ma non ho il costume" si lamentò Virginia.

"Nemmeno io" aggiunsi.

"Io lo presto a te Vi, Nic o Giù lo prestano a Jonas" disse Martina, sempre piena di buone idee.

Mi chiusi in bagno ad infilarmi quei pantaloncini del costume che io personalmente avrei usato tranquillamente per andare in giro. Ma probabilmente solo in quel momento in cui non ero nel pieno delle mie facoltà mentali, perché erano il classico costume con i fiori tropicali, poco adatto a camminare per strada.

Raggiungemmo la spiaggia in pochissimo tempo, ci bastò solamente attraversare la strada. Insieme iniziammo a toglierci rapidamente gli abiti, infilati sopra i costumi. Quando finii di spogliarmi, notai Virginia che rideva da sola non riuscendo a togliersi la maglietta.

"Faccio io" le proposi, facendole alzare le braccia in aria e sfilandogliela dolcemente. Quando ebbi finito lei mi buttò le braccia al collo, avvicinandosi notevolmente a me per ringraziarmi.

"Figurati piccola" le risposi, prima di allontanarmi per non fare qualcosa di spiacevole in pubblico. Se fossimo stati in camera, di certo non avrei esitato a baciarla. Nonostante fossi piuttosto ubriaco, mi resi conto che negli ultimi due giorni avevamo avuto molti momenti di intimità e notai anche che lei non aveva mai chiamato Lucas. Mi scappò un sorriso spontaneo.

Iniziammo a correre tenendoci tutti per mano, finché raggiungemmo il mare e ci lanciammo tra le onde, tra la schiuma che esse lasciavano sul bagnasciuga. L'acqua era fantastica e molto calda. Scherzammo per almeno mezz'ora schizzandoci con l'acqua e ridendo come pazzi.

Non appena fummo usciti, ci asciugammo con le salviette che avevamo preso dall'appartamento dei ragazzi italiani e ci rivestimmo. Il bagno in mare aveva fatto sí che diminuisse la sbornia, ma non eravamo ancora del tutto sani. Ci sedemmo in cerchio in mezzo alla spiaggia.

"Giochiamo al gioco della bottiglia?" propose Giulio, che secondo me aveva una cotta per Alice e sperava di baciarla con la scusa del gioco.

"Ci sto" esclamammo in coro noi altri.

"Jonas, inizia tu" mi disse Nicolò.

"Okay, vediamo.. Alice, obbligo o verità?".

"Obbligo" scelse lei.

"Bacia Giulio, con la lingua" le ordinai come richiesto dal gioco, facendo l'occhiolino al ragazzo che ricambió, prima di buttarsi sulle labbra della ragazza.

"Virginia" esclamò Martina "obbligo o verità?".

"Verità" rispose spavalda.

"Com'è stata la tua prima volta?".

Vidi gli occhi della mia sorellastra diventare lucidi e lo sguardo chinarsi verso il basso. Evidentemente non si aspettava una domanda del genere e, pur essendo la più ubriaca tra noi, sapeva che non voleva raccontarlo.

"Sei vergine?" chiese Martina, non avendo ricevuto risposta.

"Non lo sono.. beh la prima volta é stato bello, normale.. con il mio primo ragazzo, con cui stavo insieme da un po' di mesi" confessò, evidentemente inventando. Solo io sapevo la verità, e cioè che la sua prima volta era stata in orfanatrofio, a 13 anni, con un ragazzo che le aveva giurato di amarla, quando in realtà la voleva solo scopare.

Continuammo a giocare fino a che tutti ricevettero una domanda. A me Nicolò chiese se ero innamorato e, senza pensarci neanche un secondo, risposi di sì girandomi a guardare la reazione di Virginia. Lei, però, chinò il capo, ma fui certo di averla vista sorridere.

Amore fraternoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora