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VIRGINIA

Drin drin.

Eccolo, l'incubo che ricominciava. Era venerdì mattina e, poche ore dopo, sarebbero tornati Carmen e Paul, per cui io e Jonas dovevamo andare a scuola.

Trascinando i piedi mi immersi nella vasca, massaggiandomi tutto il corpo con il bagnoschiuma, ovviamente alla lavanda. I vapori profumati che riempivano tutta l'aria del bagno e la morbidezza della schiuma mi avrebbero trattenuta lì dentro per ore, ma il mio cervello non si lasciò tentare. Mi asciugai velocemente il corpo e mi misi un paio di jeans, una maglietta nera di raso e un golfino argentato. Pettinai i capelli che, quella mattina, non sembravano avere intenzione di restare al loro posto; così decisi di legarli in una treccia morbida che cadeva sulla spalla sinistra. Mi misi un filo di eyeliner, rigorosamente nero, sugli occhi e il mascara per rendere visibili le ciglia ed infilai le mie amate all star nere. Pronta. Mi sorrisi allo specchio facendomi coraggio per quella mattina di scuola, che sarebbe stata decisiva per me. Non potevo negare che ero preoccupata per il comportamento di Jonas, non sapevo se avrebbe avuto il coraggio di ammettere la nostra relazione davanti alle sue puttanelle.

Dovetti rimangiarmi quanto avevo appena pensato perché, quando arrivammo a scuola, mi baciò. Tutti avevano gli occhi puntati su di noi, potevo sentire le battutine delle ragazze e le esclamazioni sorprese dai ragazzi. In fondo potevo capirli. Chi avrebbe mai pensato che Jonas Lopez ammettesse il fidanzamento con la sorellastra arrivata a casa sua da poco più di un mese. Era una storia abbastanza bizzarra.

Mi staccai da lui con il fiatone e gli sorrisi. Vedevo la felicità nei suoi occhi, dovuta a quel bacio, a quel suo coraggio di ammettere una storia seria. Lo amavo, lo amavo davvero. Continuai a pensare a lui anche mentre mi incamminavo verso la classe, preparandomi ai commenti dei compagni.

Mi sedetti nel mio banco, affianco ad Eva che mi salutò con un abbraccio caloroso.

"Allora signorina Lopez, questo fidanzamento le sta facendo bene" esclamò "la vedo così felice".

Scoppiai a ridere. "Oh Eva, hai ragione! Sono in ottima forma" le dissi.

Proprio in quel momento entrò la prof. Non mi mancava per niente quel suo viso perennemente arrabbiato, come se tutto il mondo ce l'avesse con lei.

JONAS

Ero raggiante. Avevo visto la felicità di Virginia nei suoi occhi, dopo averla baciata. Era fiera di me, fiera perché ero riuscito ad ammettere la nostra relazione senza vergogna. Non era stato poi così difficile, in fondo.

"Hei neo - fidanzato!" mi sentii chiamare. Mi girai e mi trovai davanti a due paia di tette immense, due occhi super truccatissimi e una bocca che lasciava intendere la bravura nel fare pompini.

"Ciao Alicia" la salutai. Era stata in bagno con me, l'anno precedente, ma aveva sempre tentato di riconquistarmi. Mi ero divertito con lei, non posso negarlo, era brava ed eccitante, ma non mi legavo troppo alle troiette, dopo una scopata le dimenticavo.

"Fai sul serio con la ragazzetta?" mi domandò.

"Non sono fatti tuoi, e comunque sí. E ora, se mi vuoi scusare, avrei lezione".

La lasciai lì, visibilmente incazzata. Mi sentivo così forte, invincibile. Nulla avrebbe potuto fermare il mio amore per Virginia, nemmeno le troie invidiose.

Raggiunsi Andres ed i nostri compagni in classe. I più simpatici mi tirarono pacche di incoraggiamento sulla spalla, congratulandosi con me per il fidanzamento. Altri mi sorridevano e basta, probabilmente non convinti del fatto che avessi potuto portare avanti quella relazione.

"Ragazzi, sedetevi, su" esclamò il professore di storia, un omino basso e paffuto, ma molto simpatico. Presi posto al mio banco, al fianco del mio migliore amico, e aprii i libri. Ricominciava la tortura.

Amore fraternoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora