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VIRGINIA

Dopo pranzo io e Jonas ci ritirammo ciascuno nella propria stanza. La notte era stata fantastica, è vero, ma avevamo entrambi molti compiti da fare. Lo studio, però, non mi impedì di chiamare Eva, sia per raccontarle la mia serata sia per farmi raccontare la sua.

"Virgi? Ciao!" esclamò lei quando rispose alla chiamata dopo il terzo squillo.

"Ti sento felice, allora com'è andata?" domandai.

"Benissimo, Mateo é un ragazzo fantastico. Ci siamo baciati" disse, evidentemente piena di gioia.

"Sono felice per te! State insieme?".

"Non ufficialmente ma penso proprio di sí, stasera ha detto che mi porta a fare un giro al parco!".

"Che romantico!" esclamai. Ero davvero felice che avesse trovato qualcuno che la facesse stare bene, se lo meritava. Poi Mateo, al contrario di Jonas, era un ragazzo calmo e tranquillo, ero sicura che non l'avrebbe fatta soffrire. Era bello senza essere un puttaniere. No, non ero gelosa, perché sapevo che anche il mio ragazzo era ormai diventato un 'Good boy', anche se effettivamente non lo era stato nel passato.

"Tu e Jonas invece?" urlò lei, risvegliandomi dai miei pensieri.

"Mmm, l'abbiamo fatto" sussurrai.

"Davvero? Wow, era la tua prima volta?" mi domandò lei. Ecco, lo sapevo che l'avrebbe chiesto.

"No, ho perso la verginità a 13 anni in orfanatrofio con un ragazzo più grande" confessai.

"Oh". Era sconvolta per la rivelazione, ma la capivo, chiunque lo sarebbe stato. A 13 anni tante non hanno neppure dato il primo bacio.

"Tranquilla, é tutto a posto" dissi, cercando di farle capire che ormai era acqua passata.

"Va bene, senti ma posso chiederti una cosa? Cioè magari non é una cosa da chiedere..".

"Parla" la interruppi.

"Fa male? Fare sesso intendo" chiese con un filo di voce.

"Un pochino, ma niente di che. Vuoi fare l'amore con Mateo?".

"Se ci frequenteremo ancora per un po' sí, ma non voglio correre".

"Fai bene. Buona giornata!" la salutai.

"A domani".

Tornai a sedermi sulla scrivania e aprii il quaderno di letteratura buttandomi a capofitto sulla parafrasi di una poesia. Maledetta scuola.

JONAS

Erano ormai quasi le 18, avevo studiato tutto il pomeriggio. Dico sul serio, avevo fatto tutti i compiti per il giorno dopo ed anche iniziato quelli per il martedì. Mi meravigliavo di me stesso, di solito facevo solo il minimo indispensabile. Maturare nel campo dell'amore coincideva con il maturare nell'ambito scolastico? A quanto pare per me sì.

Comunque, avevo studiato fin troppo e Virginia iniziava a mancarmi. Non la baciavo da quella mattina, ero in astinenza dalle sue labbra. Mi precipitai nella sua stanza, senza bussare.

"Nini" la chiamai, anche se si era già accorta della mia presenza. Era seduta alla scrivania con la matita in mano, da brava studentessa. Indossava una felpona lunga poco sopra il ginocchio e aveva le gambe nude che colpirono subito la mia attenzione.

"Buonasera" mi rispose lei con un sussurro, avvicinandosi e unendosi a me con un bacio pieno di passione.

"Mi eri mancato" aggiunse, dopo essersi liberata da quel rincorrersi di lingue.

"Anche tu" dissi io mentre la spingevo all'indietro cadendo sopra di lei sul letto.

Ricominciai a baciarla, accarezzandole la coscia nuda sensualmente fino ad arrivare ai suoi slip. Mi staccai per guardarla negli occhi e vedere la sua reazione, notai che era già eccitata e presi quel fatto come un invito a continuare da dove mi ero interrotto. Misi una mano nelle sue mutandine e con una mossa rapida gliele sfilai, senza smettere di guardarla negli occhi, così pieni di desiderio. Mi chinai fino ad arrivare con il viso all'altezza della sua intimità e iniziai a leccare il suo interno, sentendola sempre più bagnata. Continuai a stuzzicare il suo clitoride finché venne, prendendomi i capelli disordinati e tirandoli quasi con violenza. Mi rialzai per baciarle il collo mentre muovevo rapidamente le mie dita dentro di lei, portandola al secondo orgasmo.

"Ragazzi" sentii urlare mio padre "scendete per favore?".

Mi staccai e urlai un 'sí', consapevole che Virginia non era in grado di rispondere. Infatti continuava a gemere tentando di regolarizzare il suo respiro.

Amore fraternoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora