VIRGINIA
Passeggiavo per il parco con Lucas. Stavo bene con lui, nonostante tutto, eppure non riuscivo ad essere del tutto felice e rilassata. Avevamo parlato del più e del meno, fatto delle battute e riso per quelle, scherzato come bambini. Non capivo perché non riuscivo ad essere completamente serena.
"É strano che tu sia la figlia dei Lopez" mi disse ad un certo punto, iniziando un discorso che non ero sicura di voler intraprendere.
"Figlia adottiva" risposi sorridendo.
"Fa lo stesso" continuò lui "sono amici di famiglia da molto tempo, ho giocato tanto con Jonas quando eravamo più piccoli e mi fa strano uscire con te".
"Com'è che da marzo che sono qui da loro, non ti ho mai visto a casa? Non so, per una cena o robe del genere".
"Forse i nostri genitori si sono un po' staccati, ma Carmen mi ha sempre amato come hai potuto notare" disse scoppiando a ridere e trascinandomi in quella risata con lui.
"Come mai vi siete staccati?".
"Ma non lo so di preciso, credo sia perché le nostre mamme non lavoravano più insieme ed io e Jonas non ci cercavamo più".
"Ma prima chiacchieravi con lui, non sembrava che non andaste d'accordo" risposi. Volevo capire di più di quel rapporto, perché il ragazzo con cui stavo uscendo era un vecchio amico di quello che era stato il mio fidanzato. Non volevo ci fossero litigi tra loro a causa mia.
"Ho scoperto che andiamo ancora d'accordo" rise lui. Non si faceva problemi a esprimere le sue idee e questo mi piaceva moltissimo. Avevo bisogno di una persona sincera, dato che Jonas non lo era stato con me. Un'altra infedeltà non avrei potuto tollerarla.
Nel bel mezzo di quel discorso, mentre stavamo camminando in una stradina un po' appartata del parco, Lucas si fermò e mi prese dolcemente il braccio. Mi voltai e in un attimo mi ritrovai coinvolta in un bacio passionale, in un continuo scambio di lingue che giocavano a rincorrersi. Afferrò i miei fianchi e mi fece avvicinare ulteriormente a lui, finché potei sentire la sua erezione premere contro il tessuto dei pantaloncini che indossava. Muoveva le mani sulla mia schiena in modo sensuale, ma non provavo nessuna emozione. Mi resi conto di sentirmi un tantino a disagio in quella situazione, per lo più in un luogo pubblico in cui chiunque avrebbe potuto vederci.
"Scusa" gli dissi, staccandomi improvvisamente. Mi piaceva chiacchierare con lui ma quel bacio, al contrario della sera precedente, non mi aveva fatta felice.
"Forse ho esagerato, tranquilla, Eva mi ha detto che sei appena uscita da una brutta storia. Ti posso aspettare" mi rispose sorridendomi. Era un sorriso vero, ero certa che se glielo avessi permesso mi avrebbe aspettata. Ma ero io che non sapevo se volevo essere aspettata da lui. Stava succedendo tutto così rapidamente.
"Grazie" aggiunsi, girandomi e continuando a camminare, seguita da un visibilmente insoddisfatto Lucas. Forse mi avrebbe anche aspettata, ma in quel momento aveva desiderato qualcosa da me. Qualcosa che non gli avevo dato.
JONAS
Virginia era uscita con Lucas da almeno un'ora. Tremavo dalla rabbia al pensiero di quei due insieme: la mia ex con il mio ex amico. Era sempre stato un bambino diverso da me, quando eravamo piccoli. Io ero il casinista, quello vivace che correva dappertutto e combinava sempre guai. Lui era il riflessivo, quello che si preoccupava delle mie azioni, che preferiva un gioco in scatola ad una partita a pallone in giardino. Da bambini, però, riuscivamo a combinare le nostre personalità alternando i nostri giochi preferiti. Poi, quando mamma non lavorava più con la sua e di conseguenza le parlava molto meno, ci siamo allontanati anche noi. Ognuno ha continuato a sviluppare il proprio carattere. Io sono diventato un ragazzo allegro, un po' pazzo, amante della vita e del divertimento (prima di Virginia, con 'divertimento' intendevo 'scopare a più non posso'). Lucas, invece, é diventato un ragazzo affascinante, alla moda, gentile, ma sempre con una tendenza ad essere troppo tranquillo e calmo. A mio parere, meglio il rischio della quotidianità. Lui era troppo abitudinario.
Lo dovevo ammettere: ero gelosissimo di loro due. Virginia era mia, nonostante il litigio. Dovevamo risistemare la situazione perché non sopportavo vederla con un altro. Eppure pensavo che lei si sarebbe legata molto al mio amico d'infanzia, proprio per la quotidianità che lui avrebbe potuto darle. Perché io ero il pazzo che cambiava idea da un momento all'altro e che si faceva tentare dalle ragazze, mentre lui era il ragazzo maturo e responsabile che piace anche alle mamme e ai papà. E mia mamma, nonché mamma di Virginia, già lo amava. Un punto in più per Lucas.
Chiamai Andres perché non avrei sopportato un minuto in più in quella casa ad aspettare una persona che non era più mia.
"And?".
"Ciao Jo, come va?" rispose lui.
"Tutto bene, senti, esci pomeriggio?".
"Sono al campetto con i miei cugini, vieni qui".
"Arrivo" dissi, mentre già mi infilavo le scarpe e mi cambiavo la maglietta. Quanto era bella l'estate passata a giocare a calcio con gli amici. I cugini di Andres erano due ragazzi molto simpatici, avevano un anno più di noi. La prima volta che me li aveva presentati eravamo subito andati d'accordo ed ora, quando venivano a trovarlo, se potevo mi univo a loro.
VIRGINIA
"Ti va un gelato?" mi domandò Lucas, mentre ci avvicinavamo ad una bancarella che li vendeva. Annuii, più che altro perché stavo morendo di sete per il troppo caldo ed un gelato al limone, fresco e dissetante, mi avrebbe aiutata.
Ci sedemmo ad un tavolino all'ombra di un grande albero, che si muoveva con il vento provocando una leggera e piacevolissima brezza.
"Allora, che progetti hai per l'estate?" mi chiese il ragazzo.
"Niente di particolare, divertirmi penso" risposi sorridendo.
"Dove andrai in vacanza?" aggiunse. Cazzo, la vacanza. Me ne ero completamente dimenticata. Fino a due settimane prima non avrei aspettato altro, ma ora due settimane con Jonas mi terrorizzavano.
"Italia. I miei genitori adottivi hanno pensato che mi sarebbe piaciuta una vacanza in Puglia, per conoscere i luoghi dove ha vissuto mamma" dissi. Carmen e Paul erano stati davvero geniali nel propormi quell'idea. Mia nonna materna, mamma di mamma Marta, era originaria di un paesino vicino a Bari ma si era trasferita a Milano, dove era vissuta e aveva conosciuto mio nonno, spagnolo, che si trovava in Italia per lavoro. Non ero mai stata in Puglia, perché i miei nonni erano morti presto e mamma si era quasi subito ammalata, per cui l'estate sarebbe stata un'ottima occasione.
"Beh, mi pare una bella vacanza. Quando parti?".
"Tra.. due settimane" risposi, più a me stessa che a lui. Avevo soltanto due settimane prima di trascorrere sette lunghi giorni solo in compagnia del mio fratellastro, nonché ex fidanzato. Sette giorni interi erano tantissimi, calcolando che avremmo anche dormito insieme. Già, perché i miei genitori adottivi prendevano sempre una camera separata per Jonas in albergo, così che loro potessero godersi la loro intimità e lui potesse tornare tardi senza disturbarli. Ci avevano proposto, prima di prenotare, di prendere tre camere, ma noi due che allora stavamo insieme avevamo insistito per dormire nella stessa stanza, approfittando degli elevati prezzi degli alberghi. Quella vacanza che era nata come romantica e intima, si sarebbe rivelata un inferno per me, che avrei dovuto stargli lontano per sfuggire alla passione. Mi resi conto che, pur essendo seduta a parlare con Lucas, mi ero immaginata una scena di sesso con Jonas in una camera d'albergo ed ora avevo le mutandine bagnate per l'eccitazione.
"Virgi, mi stai ascoltando?" domandò il mio interlocutore, scuotendomi il braccio. Perché, potendo avere un ragazzo maturo e responsabile, continuavo a pensare a quel disgraziato del mio ex? Quanto é misterioso l'amore, anche quando si hanno solo 17 anni.
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Amore fraterno
RomanceVirginia ha 17 anni anche se é più matura di tanti adulti. Ha perso sua madre quando aveva dieci anni ed é stata adottata da una famiglia di Madrid. Carmen e Paul, i genitori adottivi, la adorano. Ma lo stesso non sembra fare il fratellastro, l'affa...