1. La macchina da scrivere

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James Potter ha diciassette anni e nulla da desiderare.

Ha due genitori fantastici; tre amici della miglior specie, di quelli a cui affideresti la tua vita a occhi chiusi; un notevole e innato talento nel Quidditch - non si tratta di mancata modestia, davvero!, semplicemente è sempre stato molto sicuro delle sue capacità; può vantare alle sue spalle ben due relazioni - la prima, a quattordici anni, con Mary di Tassorosso. Sono stati insieme ben tre mesi, sufficienti a fargli capire che preferiva ancora passare delle tempo con i suoi Malandrini. E la seconda con Julie, una Grifondoro di un anno più piccola di lui e con cui è quasi arrivato in terza base, salvo poi litigare a causa di Madame Piediburro dopo quasi sei mesi di relazione ininterrotta.

In più, come ci tiene sempre a ricordare a sè stesso quando si fa mentamente dei discorsi motivazionali: James può vantare una brillante capacità di apprendimento, che gli permette di applicare allo studio solo il sessanta per cento delle sue capacità, e - soprattutto - di essere stato il primo tra i suoi amici ad aver baciato una ragazza. E non una ragazza qualsiasi, ci tiene sempre a precisare, ma Katie qualcosa, di ben un anno più grande di lui.

Se non sono queste le cose per cui vale la pena vantarsi, allora proprio non sa per cosa.

Insomma, James Potter ha diciassette anni e una vita pressoché invidiabile, nulla di cui potersi lamentare. Se solo non fosse per quel leggero fastidio all'altezza della bocca dello stomaco che lo prende ogni volta che una certa Grifondoro si avvicina a lui.

Ovvero sempre, dato che ha la fortuna - o sfortuna, a dir si voglia - di condividere con Lily Evans gran parte delle sue giornata da sette anni a quella parte.

Ed è proprio per colpa di Lily che James sta per ficcarsi in un grosso, immenso, catastrofico guaio. Uno di quelli da cui non se ne esce, per il quale Remus potrebbe togliergli il saluto a vita e Sirius prenderlo a pugni alla Babbana.

Ma James, in fondo, ha solo diciassette anni, una vita pressochè perfetta e tanta sconsideratezza quanto coraggio.

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"Andiamo, Prongs, io ho fame," si lamenta per l'ennesima volta Sirius.

James alza gli occhi al cielo e torna a concentrarsi sulla Mappa del Malandrino aperta tra le sue mani.

"James," chiama con cautela Remus, anche lui un passo più indietro, "Il banchetto di Natale è iniziato da un pezzo. Ancora un po' e rimarremo senza cena."

In risposta, il ragazzo agita una mano per aria e continua  a camminare imperterrito.

C'è un breve momento di silenzio, dopodiché Sirius decide di appendersi al mantello di Remus e ululare: "Io ho davvero fame."

"Volete stare zitti?" sbotta finalmente colui che fa da apri fila. "Ancora un po' e vi sentiranno fino alla torre di Astronomia."

Remus, che è ormai prossimo a esaurire la pazienza, scosta con malavoglia Sirius e avanza il passo, afferrando l'amico per un braccio e costringendolo a fermarsi.

"Si può sapere che ti prende?"

James aggrotta le sopracciglia e abbassa nuovamente lo sguardo sulla pergamena, tornando a illuminare con la bacchetta un punto preciso.

"Sul serio, Prongs?" sbotta con rabbia Sirius. "Tutto questo casino per seguire la Evans."

A questo punto, il ragazzo abbassa la testa e tenta invano di nascondere l'imbarazzo.

La trappola del tempo - i malandrini a spasso nel futuro Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora