23. Figlio della guerra

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Non faccio mai spazi autrice prima di un capitolo ma questa volta È doveroso. Mettetevi comodi, ritagliatevi un po' di tempo e non abbiate fretta: il capitolo è bello lungo e purtroppo da adesso in poi le cose allo sfuggiranno sempre più di mano.
Per cui, godetevi la lettura!
E come sempre: commentate commentate commentate!

Senza contare che la Fine è sempre più vicina e io: A. Non sono pronta e B. Non ho ancora preso nessuna decisione in merito a come concludere questa allucinazione collettiva

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Merlino deve avercela con lui.

Questa è l'unica spiegazione che un tesissimo Remus riesce a darsi mentre, schiacciato tra James e Lily, è stato accuratamente posizionato di fronte a suo figlio. Perché, per Godric e tutti i fondatori, lui ha un figlio a soli diciassette anni.

Ecco, per la precisione: ha diciassette anni e un figlio di ventiquattro anni che - questo è bene ribadirlo, sottolinearlo e se possibile tatuarselo fin dentro le ossa - non è un lupo mannaro. E cambia colore di capelli e forma al suo naso e altre cose strane che ha fatto all'improvviso per infastidire Ginny Weasley.

"Stai facendo tremare tutto il tavolo" sussurra a bassa voce Lily e gli poggia delicatamente una mano sul ginocchio per fermarlo. "Rilassati, è solo un pranzo."

Remus annuisce mentre, sempre a un tavolo di distanza da lui, suo figlio ride sommessamente di qualcosa che ha detto James Sirius e versa distrattamente da bere alla fidanzata - che, per la cronaca, hanno scoperto essere in parte vela.

Quindi, ricapitolando: ha diciassette anni, un figlio che sta con una vela e soprattutto si trova ben quarantatré anni nel futuro.

Merlino deve proprio avercela con lui.

"E quindi," Ted Lupin concentra l'attenzione su di loro, "Rose mi diceva che venite dall'America. È un bel po' lontano, com'è che siete finiti a Hogwarts?"

"I nostri genitori" risponde Sirius con velocità. "Sono britannici, fuggiti durante la guerra, ma avevano da sempre il desiderio di tornare a casa."

"Ho sentito di molte famiglie che in quegli anni sono andati in America." Victoire annuisce alle sue stesse parole, facendo ondeggiare i capelli ramati e catturando per un momento l'attenzione di tutti loro. "Però è curioso che siano voluti tornare e in un momento così delicato per voi, a un passo dal diploma. Ai tempi di Hogwarts avevo un'amica di piuma dall'America, lì è tutto così diverso."

"Oh, sí" balbetta James e tossisce in imbarazzo. "Però sai com'è, ci tenevano e quindi... poi non è che sia così diversa, insomma. Sembra solo di stare" scambia uno sguardo fugace lungo tutto il tavolo, "in un'altra epoca."

Ted fa una piccola smorfia incuriosita. "Non lo sapevo... e sono più avanti o indietro rispetto a noi? Io una volta sono andato lì per una missione, ora non ricordo bene come si chiama la città ma magari la conoscete. Mi pare fosse..."

"Che noia questi discorsi" si intromette Lily Luna, permettendo a tutti loro di tirare un sospiro di sollievo.

"Sí, infatti! Come se poi tu l'avessi vista l'America." James Sirius parla con eccessiva velocità per attirare su di se l'attenzione. "Lo sappiamo tutti che dopo solo qualche giorno Vic ti ha raggiunto e di certo non avete visitato la città."

"JAMES!" La cugina gli tira un fazzoletto contro, in imbarazzo. "Miseriaccia, mio padre è a tre sedie da noi. Vuoi includerlo direttamente nella conversazione?"

A quelle parole il ragazzo al suo fianco sgrana gli occhi, sporgendosi automaticamente in avanti per controllare che nessuno dall'altra parte del tavolo stia prestando attenzione a loro.

La trappola del tempo - i malandrini a spasso nel futuro Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora