3. La percentuale di un nome

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Lily cammina a passo lento per il corridoio di Hogwarts.

Un'Hogwarts che, è bene tenerlo a mente, non è la sua.

"Accomodatevi, sedetevi," la professoressa McGranitt indica loro delle sedie appena trasfigurate e si toglie gli occhiali, massaggiandosi lentamente le palpebre. "Immagino che abbiate una storia molto originale e ricca che spieghi come abbiate fatto a trovarvi ben quarantatré anni nel futuro."

A Lily per poco non era scappata una grassa risata, di quelle potenti, di quelle che se inizi non ti fermi. Lei, nel futuro.

Lei che il futuro ha imparato a metterlo da parte, a far finta che non esista, perché se un futuro lo abbia non ne è più così sicura.

Lily non sa neanche come si immagina il futuro, figuriamoci viverlo. Lei che al domani non ci pensa, perché sa che ogni giorno potrebbe essere l'ultimo.

"Nessuno deve sapere che voi siete qui," la professoressa appiattisce le labbra l'una contro l'altra, e Lily non ha mai pensato che quel gesto così familiare potesse confortarla. "Sono stata chiara? Nessuno! Succederebbero cose che voi..." prende un lungo sospiro. "Nessuno."

"Professoressa," interviene l'uomo alle loro spalle, "Non crede che dovremmo avvisare..."

"No," lo interrompe bruscamente, "Non avviseremo nessuno. Questa questione sarà finita prima ancora che inizi, me ne occuperò personalmente."

Quarantatré anni. Fa ancora fatica a crederci. Si aspetta da un momento a l'altro che sbuchino Nott e i suoi, dichiarando di aver vinto. Che questa volta gliel'hanno fatta ai Malandrini.

Lily alza lo sguardo davanti a sé, incontrando le figure dei tre ragazzi che camminano sincronizzati eppure distanti. Tutti e tre con le mani nelle tasche, tutte e tre con la testa bassa.

"Vi trasfigurerete l'aspetto. Ne siete capaci?"

"Ma professoressa," interviene Remus, prima di arrossire e correggersi: "Preside, mi scusi! Sono passati quarantatré anni da quando avevamo quest'aspetto, a chi importa se ci trasfiguriamo?"

A quelle parole segue un lungo silenzio. La professoressa McGranitt chiude gli occhi per un istante, Lily la vede aggrapparsi con forza al bordo della scrivania.

Poi li riapre e nulla della sua voce sembra tradire difficoltà. "Perché lo dico io, signor Lupin. È mezzanotte passata, voi non dovreste essere qui e ho una marea di lavoro da fare, non è il momento dei perché."

A Lily sfugge un lungo sospiro. Hanno stabilito dei nomi falsi, un aspetto il più lontano possibile dal loro e sono stati congedati.

Quarantatré anni. A Lily si blocca il respiro nel petto. Un futuro così grande non credeva neanche che potesse esistere, e attonita da tutta la situazione comincia a contare con le mani.

Diciassette.

Ventisette.

Trentasette.

Quarantasette.

Si ferma, non vuole scoprire di avere più di cinquant'anni. Le va bene approssimare, sapere che quarantasette anni sono ancora tanto.

Dopotutto Lily ha solo diciassette anni: non ha mai amato nessuno, non ha fatto pace con sua sorella, non ha neanche mai fatto l'amore. Ha ancora un sacco di prime volte davanti, non è pronta a immaginarsi con le rughe, i capelli sbiaditi e tanti anni alle spalle.

Quarantatré.

"Professoressa McGranitt," James si ferma a metà strada tra la porta e il corridoio. Remus e Sirius lo precedono, e al suono della sua voce si bloccano per ascoltare. Il ragazzo lancia uno sguardo attento a entrambi i professori ancora fermi, immobili al centro della stanza: "Professoressa, c'è qualcosa che non ci state dicendo, vero? Qualcosa che dovremmo sapere?"

La trappola del tempo - i malandrini a spasso nel futuro Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora