34. Tornare alla normalità

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Quando James apre gli occhi quella mattina sente come uno strano formicolio che gli percorre tutto il corpo: dalla pianta dei piedi fino all'ultima estremità dei suoi capelli, è come una carica di energia.

È la sensazione di un qualcosa che neanche lui riesce a definire con reale precisione: non sa di cosa si tratta, non sa esattamente perché ce l'abbia, ma sa che è proprio lí. Di qualsiasi cosa si tratti, si è incastonato proprio al centro del suo petto, come un enorme peso che lo opprime e lo affatica.

Si guarda intorno a fatica, mentre il mal di testa sembra quasi impedirgli di pensare: eppure ieri non hanno fatto tardi, neanche un po'. Ma cos'è che hanno fatto esattamente ieri?

Per un momento è come se davanti a lui si aprisse un enorme, infinito e profondo corridoio nero di cui non riesce a vedere la fine. Ma c'è una fine?

Scuote la testa, si massaggia il viso e inforca gli occhiali: ricorda! Sono usciti da quella stanza inabitata dei sotterranei e si sono diretti al banchetto di Natale.

È Natale!

James si alza dal letto sempre più stordito: è Natale, ai suoi piedi ci sono scatole di regali accuratamente impacchettati... é Natale. Eppure per un momento avrebbe giurato che... no, è Natale. Cos'è che esattamente avrebbe giurato?

Non lo ricorda.

Merlino, ha un mal di testa così forte che non riesce neanche a pensare.

"Va tutto bene?" Remus si affaccia dalla porta del bagno, rivolgendogli un'occhiata interrogativa. "Non ti senti bene?"

James sbatte le palpebre da dietro le lenti. "È tutto okay, credo di aver mangiato troppo ieri sera. Mi fa male la testa e mi sento pesante... ho come uno strano formicolio alle stomaco." Corruga la fronte. "Dici che dovrei passare in infermeria?"

Remus muove la testa in segno di diniego. "Anche io avevo mal di testa quando mi sono svegliato. Una doccia e tutto é passato, fidati."

"D'accordo, farò così" mormora il ragazzo.

Ma quella sensazione proprio non vuole abbandonarlo. Non lo fa mentre lascia che l'acqua scorra sul suo corpo indolenzito - ma perché ha un livido sulla spalla? Non ricorda di esserselo fatto... forse l'ultima Luna Piena. Sí, é sicuramente così - e neanche quando raggiunge Sirius e Remus in Sala Comune.

Non ne vuole sapere di lasciarlo neanche mentre si volta indietro, alla ricerca di qualcuno che neanche lui riesce a spiegarsi. Remus è qualche passo avanti a lui e Sirius al suo fianco: non manca nessuno.

Forse Peter, ma lui è a casa e non tornerà prima di... ah! James si porta una mano alla fronte mentre alcune Corvonero gli passano davanti.

"Va tutto bene?" Sirius gli poggia una mano sul braccio ma la voce gli arriva ovattata, lontana.

"Una fitta, niente di che" mormora. "Dopo passo in infermeria per farmi dare qualcosa, questo mal di testa finirà per uccidermi oggi."

"Non essere melodrammatico" ribatte Remus. "Sei troppo giovane per morire."

La sensazione non lo lascia, no, ma se possibile sembra prendergli lo stomaco e stringerlo in una morsa serrata: infernale.

"Ma non aspettiamo Lily?" Sirius si volta verso di lui, confuso.

"Non scendiamo mai a colazione con lei" replica James e rivolge uno sguardo perplesso verso l'altro. "Com'è che ti è venuta in mente?"

Un lampo di incertezza sembra attraversa le iridi sempre rilassate dell'amico ma é solo un attimo. Quello subito dopo Sirius si stringe nelle spalle e lo supera di qualche passo.

La trappola del tempo - i malandrini a spasso nel futuro Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora