James inspira a pieni polmoni, lancia uno sguardo alle spalle dove trova immancabili come sempre i suoi Malandrini, e alla sua destra, dove c'è una Lily incredibilmente Lily rossa e bella come ormai neanche ricordava più ma sempre capace di togliergli il respiro come la prima volta.
La ragazza allunga timidamente una mano verso di lui, lascia che le loro dita si sfiorino e si incastrino l'un l'altra, prima di lasciarla ricadere lungo il proprio fianco. "Andiamo?" Il suo sguardo è una muta richiesta d'aiuto e d'appoggio a cui inaspettatamente risponde Sirius stringendole affettuosamente la spalla.
"Andiamo!"
James annuisce, si guarda un'ultima volta nel corridoio deserto dell'ultimo anno e apre la porta. I ragazzi sono tutti lì, o per meglio dire: la sua famiglia, quella che neanche dovrebbe sapere di avere e quella che non conoscerà mai, è proprio lì. Tutta intera, compatta, unita davanti a questi nemici inaspettati.
Sul fondo, tutti con la medesima espressione confusa e reticente, c'è un'onda di teste rosse: un filo impercettibile li unisce, legandoli l'un l'altro non solo nell'aspetto ma anche in quel fronte comune che si sono dovuti costruire nel corso degli anni per far rimbalzare le parole, gli attacchi e le curiosità del mondo del mondo esterno.
Un passo più avanti, ai due angoli della stanza, ci sono invece i due piccoli di casa Potter: Albus non li guarda, punta i suoi occhi verdi così familiari e simbolici verso un punto imprecisato della camera, mentre l'espressione di Lily Luna è tutto ciò che si sarebbero aspettati. In un certo senso, nella curiosità genuina e infantile della più piccola, i Malandrini non possono che trovare un punto d'appoggio, un'ancora a cui appigliarsi in quel momento che li vede come gli estranei, come gli intrusi da allontanare.
Infine, facendo sussultare vistosamente sia Sirius che Remus, arriva James Sirius: fino a quel momento nascosto in un angolo lontano insieme a Lyn Baston, il ragazzo si posiziona al centro, a coprire i suoi fratelli e cugini, leader inconsapevole.
E James, davanti a quello schieramento così deciso, non può fare a meno di sentirsi come se stesse per andare ad affrontare una battaglia, senz'altro la più importante della sua vita.
"Allora" a prendere parole è Fred, seduto sul davanzale della finestra, "sono passato passato per le cucine. Giro di Idromele per sciogliere la tensione?"
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"... e quindi, questo è tutto." James termina il racconto con la gola improvvisamente secca e il collo irrigidito. Intorno a lui solo il silenzio di chi sta assimilando quanto appena raccontato.
"Quindi..." Rose si alza e, dal fondo della stanza, si va a sedere accanto ad Albus: spalla contro spalla, come sempre, "nessuno vi ha spiegato come sia stato possibile? E voi non avete trovato nulla in Biblioteca?"
A rispondere è Remus: "Pensiamo che la preside abbia rimosso tutti i volumi più interessanti, se così possiamo definirli, per evitare che potessimo immischiarci una volta di troppo."
"Non che ci siate riusciti, ovvio" borbotta Albus, gli occhi che fanno avanti e indietro tra le mattonelle del pavimento. Infine si rivolge alla cugina: "A cosa stai pensando?"
"Sta pensando alla mamma" interviene Hugo per lei. "Se potessimo chiedere a lei, sicuramente..." si interrompe, lancia uno sguardo imbarazzato ai Malandrini, e abbozza un sorriso: "Ha un cervello da paura nostra madre. Nulla da togliere alla preside o al professor Paciock, però forse potrebbe fare la differenza."
Lily annuisce e si volta verso Remus, parlando a bassa voce: "Ti ricordi? Una volta la McGranitt parlava proprio di una persona che avrebbe sicuramente saputo come risolvere la situazione. Magari si riferiva a lei."
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La trappola del tempo - i malandrini a spasso nel futuro
Fanfiction1977 È il 24 Dicembre. James, Sirius, Remus e Lily sono in fuga dal professor Lumacorno e dalla McGranitt. Corrono nei corridoi dei sotterranei, aprono una porta e si ritrovano in una stanza completamente vuota. Una sfida, un gioco e un boato. Poi...