I Caposcuola di Grifondoro

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James si alza a fatica, i pensieri gli rimbombano nella testa e le orecchie fischiano fastidiosamente.

Si guarda intorno: Sirius è a gattoni sul pavimento, una mano a mantenere la testa, l'altra che impugna la bacchetta; Remus è ancora steso, ha gli occhi socchiusi e le labbra in movimento: James immagina stia contando. Lo fa sempre.

E poi il suo sguardo viene calamitato unicamente dall'ombra rossa al suo fianco. James non si dà il tempo per pensare, per valutare se sia giusto o sbagliato, se sia compromettente.

James non si dà tempo e subito si precipita al fianco di Lily. Le mette una mano dietro la nuca e l'altra sulla schiena, aiutandola ad alzarsi.

Pensa che un contatto così non l'hanno mai avuto, che le sue mani non hanno mai toccato così tanta pelle di Lily Evans. E ancora una volta, si trova egoisticamente a gioire di tutta quella situazione.

"Ti sei fatta male?" chiede preoccupato.

Lily scuote la testa, si passa una mano tra i capelli e abbozza un sorriso.

"Ma che diamine è successo?" sbotta a quel punto Sirius, del tutto intenzionato a mettere da parte le buone maniere.

"Io... io non ne ho idea," ammette James. "Dovremmo andare a vedere come stanno gli altri."

Remus annuisce a quelle parole e, seppur a fatica, si alza in piedi con la testa che gira a mille. "Coraggio, andiamo. Da fuori non arrivano più rumori, devono essersene andati."

Sirius lo imita, trattiene un'imprecazione e si avvicina alla porta.

"Ce la fai?" James si rivolge a Lily, aiutandola ad alzarsi.

La ragazza ridacchia e allunga una mano verso di lui, aggiustandogli gli occhiali sul naso. "Sto bene," ripete l'ennesima volta. "Dico sul serio. Piuttosto, dovresti concentrarti su Sirius: credo stia per avere un tracollo nervoso."

Entrambi si voltano verso il ragazzo in questione, riuscendo così a sentire la fine del suo monologo: "Ma io l'avevo detto: andiamo a cena, è Natale. Ma loro no, non mi ascoltano mai. E poi la strana macchina Babbana fa boom."

James ridacchia divertito e si avvicina agli altri due, prontamente seguito da Lily: "Allora, via libera?"

Remus, con l'orecchio contro la porta, annuisce concentrato. Si scambiano un veloce sguardo con gli altri tre, prende un respiro profondo e apre la porta.

Sirius lo segue immediatamente e si affaccia guardingo nel corridoio. "Via libera."

"Ragazzi," esclama James, col naso  puntato verso l'alto nell'atto di guardarsi intorno, "Non vi sembra che ci sia qualcosa di diverso?"

Gli altri si stringono nelle spalle, tutti molto scossi per quanto accaduto - e per la cena saltata, ci tiene a precisare un Sirius imbronciato.

"Coraggio, andiamo," li esorta Remus.

"Dite che dovremmo dirlo a qualcuno?" chiede James a bassa voce, svoltando l'angolo.

In risposta ottiene un breve silenzio. La prima a ridestarsi è Lily, non si volta verso di lui però, continua a tenere lo sguardo puntato sugli scalini, sui passi che deve compiere.

"No," afferma sicura. "Succedono già abbastanza cose di questi tempi, non credo che a qualcuno importi di una stupidata macchina da scrivere Babbana."

"Potremmo fare una ricerca in Biblioteca," propone Remus, dubbioso. "Anche se non saprei bene cosa cercate."

Sirius sbuffa distrattamente e fa per leggere l'orario all'orologio da polso: "Quasi mezzanotte?" esclama stralunato. "Per la barba di Merlino, quanto tempo abbiamo passato chiusi lí dentro?"

La trappola del tempo - i malandrini a spasso nel futuro Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora