37. Until the very end

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James si affaccia nell'aula di pozioni stringendosi nel mantello e con gli occhiali leggermente appannati a causa dei vapori.

Lily è lí, circondata da una nube, i capelli arruffati legati in una coda sfatta e lo sguardo perso nel calderone davanti sè. James si prende qualche momento per osservarla di nascosto, per farlo adesso che non ha gli occhi scrutatori e apprensivi di Sirius su di sé, quelli maliziosi e ignari di Remus o ancora quelli in attesa di una sua mossa di Peter.

Peter.

Il cuore gli si stringe in una morsa al solo pensiero dell'amico e scuote la testa, nella speranza di riuscire ad allontanare il più possibile quel pensiero: l'idea che sono solo quattro anni, che ora mangiano gomito a gomito, che i loro letti sono esattamente uno di fronte all'altra e che lui lo tradirà.

Gli volterà le spalle, manderà la sua famiglia a morte certa, sacrificherà un bambino di poco più di un anno.

Il suo amico Peter.

Solo Peter, soltanto Peter e nient'altro che questo.

Inspira a fondo con il naso, James, e si perde in Lily: ed è così bella che quasi fa male, quasi volerebbe nascondersi e piangere tutte le lacrime che ha in corpo. Perché Lily è bella e non nel senso canonico del termine: quello, per carità, è riuscito a stabilirlo ormai da tempo.

A tredici anni, con un'ingenuità quasi ridicola, si è reso conto che infondo - ma proprio infondo infondo - tutte quelle lentiggini non erano strane, ma carine. E buffe. Ma questo non glielo avrebbe mai detto.

A quattordici anni non ha potuto fare a meno di notare quanto la Evans fosse armoniosa (e sí, anche questa riflessione è rimasta accuratamente nascosta e sepolta sotto strati di battute e nei sussurri del suo cuore): ma alla fin fine aveva solo quattordici anni, stava scoprendo le ragazze ed erano tutte carine.

I quindici anni hanno segnato la svolta: le ragazze erano tutte carine ma lei un po' di più. Lo era quando alzava gli occhi al cielo davanti ai suoi goffi tentativi di attirarne l'attenzione e persino quando litigava con Sirius. Ma, e questo per James ha sempre rappresentato una forma di intima e sincera rassicurazione, non era affatto carina quando gli voltava le spalle, preferendo la compagnia di Severus Piton.

E di certo non era carina quando usciva con quell'insulso Corvonero - che, per la cronaca, James ha battuto più volte sul campo. No, affatto: in lei non c'era niente di gradevole mentre girava mano nella mano con lui per le strade di Hogsmeade.

E rideva e si toccava i capelli e lo baciava. Merlino, che bisogno c'era di baciarlo così, davanti a tutti?

Per la prima volta, Severus Piton e James Potter hanno avuto un umore stranamente affine. Ovviamente, nulla che avesse a che fare con la Evans e quel manichino che si portava dietro.

È solo a sedici anni, però, che James ha avuto l'illuminazione e che tutta la sua esistenza è stata stravolta in pieno: rivoltato da capo a piedi come se si fosse trovato nel bel mezzo di una centrifuga azionata, James un giorno ha raggiunto il proprio posto in classe e si è reso conto che Lily Evans non è solo carina ma è bella.

Bella tutta, in ogni momento della sua giornata e in qualsiasi momento lui volti a guardarla: è bella nei silenzi in cui si è chiusa all'inizio del sesto anno, ma anche nella risata che ogni tanto lotta per venire fuori. È bella quando pensa, quando parla, quando si arrabbia: Merlino, lei si infuria e James non riesce a fare altro che pensare a quanto sarebbe bello baciarla.

Ma soprattutto James scopre che Lily è bella proprio in tutto ciò che lei stessa non oserebbe mai definire in questo modo. Lo è nella ruga che le si forma al centro della fronte quando è preoccupata, nelle unghie mangiucchiate dopo ogni pomeriggio di studio e nei capelli sfatti a causa del vapore di una pozione.

La trappola del tempo - i malandrini a spasso nel futuro Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora