"Tregua!"
James Sirius si lascia andare sugli spalti, la scopa mollemente adagiata ai suoi piedi e le palpebre cadenti. Si passa una mano tra i capelli, allontanandoli dalla fronte sudata, e ridacchia.
"Non sapevo fossi così bravo. Credevo non avessi mai giocato."
"Più o meno," ribatte James, sedendosi al suo fianco e mordendosi la lingua per trattenere la verità: ovvero che lui è il capitano della squadra di Grifondoro da tre anni e che da almeno due detengono la coppa di Quidditch. "Qualche volta gli altri e io improvvisiamo delle partite, ma niente di più."
James Sirius annuisce con lentezza, si passa una mano tra i capelli e si lascia andare con la schiena contro gli spalti. "Vi conoscete da molto?"
"Mh?"
"Con Frank, Kyle e Grace."
"Ah..." James lascia vagare lo sguardo lungo il campo, godendosi il vento freddo che gli batte contro il viso. È una sensazione che lo ha sempre rilassato, paradossalmente parlando. "Diciamo di sì, in un certo senso. È come se ci conoscessimo da tutta la vita, sì."
"E... E Grace?" chiede James Sirius con tono titubante e gli porge un panino incartato. "Tieni... prima di venire sono passato per le cucine. Ho un amico lì."
"Grazie. Grace cosa?"
"Anche lei ti piace da sempre?"
"Volendo, potremmo dire così," ridacchia il Malandrini. "Sicuramente, sarebbe una dichiarazione molto ad effetto, non trovi?"
"È una fortuna che alle ragazze questi sentimentalismi piacciono, allora" rispose il più giovane con un sorriso divertito.
"Oh, no," James scuote la testa con decisione. "Lei no, fidati. Odia queste cose... a essere sinceri, per molto tempo ha odiato anche me."
James Sirius lo guarda confuso. "E poi?"
"Non saprei dirti. A un certo punto le cose sono cambiate. Ci sono state cose... cose più grandi di noi, intendo, che ci hanno fatto avvicinare." James si interrompe, attirato da un leggero ridacchiare dell'altro. "Cosa c'è di divertente?"
"No, nulla... é che non conosci la mia famiglia," si strinse nelle spalle. "Cose più grandi di noi" ripete con il petto in fuori e la voce grande. "Ti stupiresti di sapere quante volte l'ho già sentita."
James si muove sugli spalti in cerca di una posizione più comoda. Trattiene il respiro e cerca di dare un senso a tutti i suoi pensieri. A quell'insieme incoerente di parole e frasi che lo attraversa quotidianamente da quando ha messo piede in questo futuro così sottosopra, così sbagliato.
"Non é per niente facile, vero?" chiede infine, stando ben attendo a calibrare le parole affinché il nipote (che strano che gli fa pensarlo!) non si ritragga. "Crescere nella tua famiglia intendo."
A quella domanda, James Sirius per un momento sembra sul punto di allontanarsi e mettere un punto alla conversazione. Poi, con estrema sorpresa da parte del Malandrino, rilassa le spalle e sbuffa una risata.
"Sai, quando tutti voi siete arrivati... non lo dico per essere egocentrico, attenzione! Ma mi aspettavo un fiume in piena di domande. E così ho cercato di mostrarmi come sempre, come tutti si aspettano che io debba essere. Sorridente, spavaldo... felice che tutto il Mondo non aspetti altro che chiedermi che pigiama indossa il Salvatore del Mondo Magico dietro le mura di casa.
"Poi però voi non avete chiesto nulla, anzi: sembravate non sapere neanche chi io fossi. Io non sono un granché esperto in storia o geografia, la maggior parte delle lezioni con Ruf le passo con Fred quindi..."
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La trappola del tempo - i malandrini a spasso nel futuro
Fanfiction1977 È il 24 Dicembre. James, Sirius, Remus e Lily sono in fuga dal professor Lumacorno e dalla McGranitt. Corrono nei corridoi dei sotterranei, aprono una porta e si ritrovano in una stanza completamente vuota. Una sfida, un gioco e un boato. Poi...