8. Come incantare un vischio

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"Hai visto Remus da qualche parte?"

Sirius scuote distrattamente la testa e continua a camminare a passo veloce.

"È da un po' che non lo vedo. Ti ha detto dove andava?"

Afferra la manica del mantello di James e comincia a trascinarlo, per spingerlo a camminare più velocemente.

"E Lily, invece? Anche lei sembra scomparsa," il ragazzo si passa una mano tra i capelli. "Pensi che stiano insieme da qualche parte? E non ce l'hanno detto?"

"Per Godric, James!" sbotta con forza, "Riesci a stare zitto e camminare?"

"Ma cos'è tutto questo mistero og... ehi, ma quella è l'entrata per il campo da Quidditch! Remus e Lily sono là?"

Sirius si lascia andare a un'imprecazione particolarmente colorita e poggia le mani - non troppo gentilmente - sulle spalle dell'amico: "Ascoltami bene. Innanzitutto, saranno almeno due piani che urli come una gallina i nomi di due persone che non dovrebbero proprio essere a Hogwarts nel duemilaventitré," James trattiene uno smorfia, "Detto ciò, non ho la benché minima idea di dove siano Remus e Lily, e al momento non mi importa. E infine, sí, è il campo."

Sirius abbozza un sorriso trionfante e si volta per camminare, ma il silenzio tanto sperato non dura che qualche attimo.

James gli si affianca velocemente e lo guarda incuriosito. "E perché andiamo al campo? Io non ho la scopa, poi non penso che alla McGranitt farebbe piacere e..."

"Da quand'é che sei diventato tutto regole e doveri? La Evans ti fa proprio un brutto effetto."

"É questo il problema? Sei geloso di Lily, Sir? Lo sai che sei il mio unico, eterno amore. Però  in maniera non platonica, ho bisogno anche di lei nella mia vita. Sono stanco del solitario."

Sirius annuisce impercettibilmente. "Sono stanco anche io di trovare sempre la porta bloccata."

"Ho dovuto, dopo quello che è successo lo scorso Luglio—" s'interrompe e scuote la testa con animata decisione, non vuole rivangare quel ricordo nello specifico.

E Sirius è assolutamente dello stesso avviso, dato che con estrema nonchalance aggira il discorso e va avanti: "E non sono geloso della Evans," forse solo un po', "Però ci sta sempre tra i piedi, certo: questo non vuol dire che io mi voglia mettere a sbattere i piedi per terra e fare i capricci... lei è okay, grossomodo, e non ho neanche voglia di parlarne, a essere sincero... é una tua scelta e io—"

"Ehi, Pad," James porta una mano sul suo braccio, come a richiamarlo, "Stai iperventilando. È okay, dico sul serio, ho capito. Niente Evans per qualche ora."

Sirius annuisce, grato che l'amico l'abbia capito al volo come sempre e l'abbia tolto dall'impiccio di parlare di sentimenti. Cosa in cui lui, Remus non fa che sottolinearlo, non è assolutamente capace.

Tutto il contrario di James, insomma. Che é da quando hanno undici anni, e una sola settimana di conoscenza, che non fa che buttarsi senza remore addosso, stringerlo in abbracci soffocanti ed esprimere platealmente il suo amore (platonico! Sottolinea sempre, poi) per lui - e per la Evans, ma questa è tutta un'altra questione.

Ma Sirius proprio no, proprio non le sa articolare quelle parole che gli permetterebbero di azzerare ogni problema e mettere in chiaro l'affetto indissolubile che lo lega a suo fratello, e allora spera davvero che tutto il resto basti. Che i sette anni passati spalla contro spalla siano sufficienti perché James capisca, altrimenti sarebbe proprio un bel guaio.

"Allora," James si ferma in mezzo al corridoio, a qualche metro dall'entrata del campo, "Perché siamo qui?"

"Ultimamente sei un po' giù," Sirius si guarda la punta delle scarpe, sorprendentemente a disagio, "E ho pensato che tra le tante cose, tutto questo casino ti ha tolto la possibilità di giocare. E a te piace, volare dico, ma anche giocare. Allora mi sono detto che, sí insomma, che male potranno mai fare un paio d'ore per aria? Giusto per schiarirti le idee."

La trappola del tempo - i malandrini a spasso nel futuro Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora