28. Fare gli adolescenti

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Quando quella sera mette nuovamente piede nella Sala Comune di Grifondoro, James si sente come svuotato. Come se il suo corpo non fosse altro che un involucro vuoto privo di qualsiasi tipo di emozione.

Ha solo diciassette anni, James, ma se ne sente quasi cento sulle spalle ed è esausto.

Chiude gli occhi quando sente una mano piccola e delicata intrufolarsi nella sua e si ritrova inevitabilmente a sorridere.

"Come stai?" Lily lo guarda dal basso, i capelli nuovamente biondi e il viso pressoché irriconoscibile.

Ma James sorride, perché nonostante tutte le ingiustizie di cui sente ormai di essere circondato, si sente quasi un folle: un pazzo che in tutto quel caos ha trovato forse la prima, vera cosa bella di tutta la sua vita.

E allora che importa se tutto il mondo intorno a lui sembra sgretolarsi lentamente e a ogni suo passo, se quando si volta trova gli occhi così verdi da togliere il fiato di Lily Evans?

"Un po' stanco" confessa con un sorriso pigro e che non riesce davvero a raggiungere gli occhi.

Lily si alza in punta di piedi e strofina con dolcezza le punte dei loro nasi. "Te l'hanno mai detto che sei carino quando sei stanco?"

James ridacchia. "Ma se sono trasfigurato, allora non sono io a essere carino. È un po' come se stessi flirtando con uno sconosciuto, Evans."

"Che c'entra, io so che sei tu tu. Io quando ti guardo vedo come sei davvero mica il tuo aspetto trasfigurato." Alza gli occhi al cielo. "E poi chi l'ha detto che sto flirtando con te?"

James si morde il labbro inferiore, trattenendosi dal farle notare (proprio a lei che ha fatto del cinismo e dell'anti-romanticismo il suo credo personale) quanto quello che gli ha appena detto sia tra le risposte più dolci e sentimentali che potevano uscirle.

"Oh, fidati! Stai senza dubbio flirtando con me" la prende in giro, rubandole subito dopo un bacio con uno schiocco rumoroso. "Se il James Potter di quattordici anni potesse sentirti, credimi, comincerebbe a urlarlo per tutti i corridoi."

"Una bella fortuna allora che quel James Potter sia lontano anni luce da noi, altrimenti sarei costretta a schiantarlo e tornare dalla mia amata Piovra Gigante."

James annuisce: le labbra che continuano a unirsi dolcemente a quelle della ragazza tra una frase e l'altra. "Una bella fortuna, sí. Quello attuale é di gran lunga più discreto, gli basterà urlare all'interno del suo dormitorio."

A Lily sfugge una risata e il Grifondoro non può che perdersi incantato con lo sguardo nel modo in cui il suo viso sembra quasi illuminarsi di luce propria.

"Merlino, siete disgustosi" commenta Sirius, oltrepassando il buco del ritratto con Remus al seguito. "Quasi vi preferivo quando vi urlavate da una parte all'altra del castello."

James alza gli occhi al cielo e si passa una mano tra i capelli. "Stiamo solo parlando."

"Stiamo solo parlando" gli fa il verso. "Amico, se i vostri occhi potessero parlare, allora dovremmo allontanare tutti i minorenni nelle vicinanze."

"Idiota!" Remus gli tira uno scappellotto dietro la nuca passandogli accanto e indirizza un occhiolino complice verso Lily. "È un po' nervoso, credo abbia le pulci. Ignoratelo!"

"Saliamo?" James libera la ragazza dal suo abbraccio e indica le scale con un cenno della testa. "Non ho proprio voglia di rimanere trasfigurato questa sera."

Il primo a salire verso i dormitori é proprio Sirius, desideroso di buttarsi tutta quella giornata alle spalle. Non fa in tempo a chiudersi la porta alle spalle che ha già la bacchetta in mano e un incantesimo sulle labbra, prontamente imitato anche dagli amici.

La trappola del tempo - i malandrini a spasso nel futuro Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora