33. La trappola del tempo

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"Allora ci siamo." Sirius si ferma all'inizio del corridoio e batte una mano sulla spalla dell'amico. "Non si torna più indietro."

Remus schiocca la lingua contro il palato e si posiziona sul lato libero di James. "A essere pignoli, noi stiamo effettivamente tornando indietro."

"Mi stai facendo venire voglia di lasciarti qui." Sirius scuote la testa e sospira. "Sarà strano tornare a casa, a un certo punto ho semplicemente smesso di sperarci."

James annuisce e si guarda intorno. "Qualcuno ha visto Lily?"

Remus gli indica un punto fuori al parco, lí dove è possibile vedere una figura rannicchiata su se stessa. "Ti aspettiamo direttamente lí, prendiamo un po' di tempo con la McGranitt."

"Non ci vorrà molto" assicura prima di stringersi il mantello addosso e uscire nel parco. Lancia uno sguardo distratto all'orologio. "Credevi forse che non ci saremmo accorti della tua assenza?"

Lily volta la testa di scatto, lasciando che per l'ultima volta quelle ciocche bionde le finiscano davanti agli occhi. "Avevo bisogno di qualche minuto prima di... prima di tornare." Alza gli occhi al cielo e si inumidisce le labbra. "Il cielo è grigio."

"Lo vedo." James aggrotta le sopracciglia e le tende una mano affinché possa alzarsi da terra. "Sei venuta qui fuori solo per controllare il tempo?"

"Tra i Babbani c'è un fenomeno" spiega distrattamente, passandosi una mano sulla gonna per togliere qualche rimasuglio di terreno. "Niente di scientifico, chiaramente, ma alla fine finiscono per crederci tutti. Si chiama metereopatia."

"Cos'è?" Arriccia il naso. "Qualcosa che si mangia? Una malattia?"

Lily ridacchia e scuote la testa. "È uno studio secondo il quale ci sono persone più condizionabili di altre e il cui umore cambia a seconda del tempo. Se c'è il sole, per esempio, si svegliano attive, solari: pronte ad affrontare la giornata."

"E se è brutto tempo che succede?"

"Allora non possono fare a meno di sentirsi grigie proprio come il cielo." Si morde il labbro inferiore. "Pensi che potrei essere meteoropatica? Personalmente non ci ho mai creduto, però oggi mi sento così..."

"Pazza?" conclude per lei con un sorriso. "Onestamente, Lily, credo solo tu stia impazzendo. E non c'entra il cielo: sei tu." Le passa una mano tra i capelli, racchiudendole qualche ciocca dietro l'orecchio. "È normale essere tristi: e non è perché ci sono le nuvole, a te la pioggia è sempre piaciuta. Non c'è nulla di male nell'ammettere che si è tristi."

Lily annuisce con lentezza. "È tutta la notte che penso a tutti i motivi per cui dovrei essere felice di tornare a casa."

"E a che conclusione sei arrivata?"

"Nessuna." Si stringe nelle spalle. "Non ho dormito e non ho trovato neanche un singolo motivo. Tornare indietro, in questo momento, appare solo come abbastanza deprimente." Si protegge da una folata di vento e, quando si volta nuovamente verso di lui, James schiude le labbra nel trovarsela davanti con gli occhi improvvisamente lucidi. "Dimenticheremo tutto, James. Ogni cosa: ognuno di loro."

"Lo so" mormora in un sussurro appena impercettibile. "Ma sono le regole, la McGranitt è stata chiara e..."

"E non si interferisce con il tempo, lo so. Ma io non voglio dimenticarli, non..." Prende un respiro. "Non voglio tornare in una vita in cui non so della loro esistenza."

"Ma lo saprai." Le poggia una mano sul petto, lí dove si sente perfettamente il cuore battere allo stesso ritmo del suo dolore. "Loro saranno proprio qui e..."

"Per favore!" Sciocca la lingua contro il palato. "Risparmiami questa filosofia spicciola da quattro soldi. Il cuore è un muscolo ed entro questa sera non avrà alcuna memoria dei sei mesi appena trascorsi."

La trappola del tempo - i malandrini a spasso nel futuro Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora