Quando quella mattina Lily scende a colazione si sente più smarrita e spaesata che mai. Nessun James che l'aspetta in Sala Comune, nessun Malandrino che le tiene il posto. Nessun Sirius che insiste per dare una sbirciatina al suo Tema.
Nulla di nulla.
Lily raggiunge la Sala Grande e le sembra di essere tornata in dietro di un anno e mezzo, quando con Severus aveva smesso di parlare e le sue amiche si erano rivelate non poi così amiche.
Però la ragazza se ne rende conto solo ora, che anche nei momenti in cui pensava di aver raggiunto vette inimmaginabili di solitudine, lei un anno e mezzo prima non lo era mai stata davvero: aveva James, che in un modo assolutamente fuori dal comune e di certo nei suoi standard, aveva trovato il modo di non lasciarla affogare in quell'abisso che era diventata la sua vita.
Una battuta, qualche appunto scambiato, un litigio. E poi le chiacchiere in Sala Comune, e loro sempre più vicini, sempre più loro.
Lily se ne accorge solo ora di come James non l'abbia mai lasciata realmente andare, di come abbia continuato a vederla, a farla sentire viva in un periodo in cui si sentiva semplicemente invisibile.
Per cui, quando quella mattina scende a fare colazione, la Grifondoro sente realmente come se le mancasse una parte. Come avesse lasciato indietro un pezzo di sé fondamentale.
Per un momento considera anche l'idea di ritornare sui suoi passi, di ammettere a sé stessa e a James che le sue sono solo paure ma che infondo é un anno e mezzo che aspetta quel bacio.
Forse, ma proprio forse, in realtà sono sette anni che aspetta che James Potter la baci e le travolga l'esistenza.
Eppure Lily non ce la fa: oltrepassa il varco della Sala Grande, individua i Malandrini e tutte le scoperte della sera prima piombano su di lei con una forza quasi aggressiva.
E Lily lo vorrebbe davvero: annullare tutto, correre da lui, stringergli il mignolo. Stringergli anche l'anima con la sua. Ma non ce la fa, ormai si sente un prodotto con la data di scadenza ben marcata sopra.
E questo la paralizza.
"Grace, ciao!"
La ragazza si gira alle sue spalle, verso un'estremità del tavolo di Grifondoro, e individua velocemente la figura di Lyn Baston. Le rivolge un sorriso timido e con una mano le fa cenno di sedersi di fronte a lei.
Lily prende fiato, dopodiché ributta fuori l'aria con un ultimo sguardo verso i Malandrini: James non la guarda, non alza neanche gli occhi dal piatto davanti a sé. Ormai, per lui, non esiste più.
"Ciao, Lyn! Come va?"
"Bene, grazie," la ragazza gli sorride, eppure Lily nota subito come non riesca a estendersi anche agli occhi. "Ti ho vista tutta sola. Magari volevi andare dai tuoi amici, scusami!"
"No, figurati, anzi! Mi fa davvero piacere, effettivamente non sapevo bene dove sedermi."
Lyn annuisce comprensiva. "Tira una brutta aria, eh?"
"Se vogliamo dirla così. Tu da cosa l'hai capito?"
"Oh," accenna una piccola smorfia imbarazzata, "Li ho sentiti parlare. Non che volessi ficcare il naso, figurati! É che parlano davvero ad alta voce."
Lily sgrana gli occhi. Possibile che abbia... no, irrealistico, o non sarebbe certo così tranquilla.
"Ah... e... cosa dicevano?"
"Nulla di che, in realtà. Kyle insisteva per sapere perché Jake sembri essere passato sotto una mandria di schiopodi inferociti."
"Oh, e lui? Cos'ha risposto?"
STAI LEGGENDO
La trappola del tempo - i malandrini a spasso nel futuro
Fanfic1977 È il 24 Dicembre. James, Sirius, Remus e Lily sono in fuga dal professor Lumacorno e dalla McGranitt. Corrono nei corridoi dei sotterranei, aprono una porta e si ritrovano in una stanza completamente vuota. Una sfida, un gioco e un boato. Poi...