𝟖

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Il mattino seguente sto letteralmente tremando.

Tutte le stampanti sono state impostate, pronte per sfornare i miei libri.
Prendo la copia tra le mani e la stringo forte al petto.

«Dobbiamo farne circa una ventina per la presentazione.» ricordo ai tre ragazzi che mi hanno supportato per tutta la mattinata.

«Quando si terrà?»
Incontro i suoi occhi e sorrido nel vedere quelle iridi dorate, più serene a differenza di ieri.

Quando il giorno prima ero rientrata, non solo avevo i nervi a mille per colpa di quell'emergumeno, ma l'atteggiamento distaccato di Haruto, mi aveva un po' demoralizzata.

«Domani pomeriggio alle cinque.» risponde Toshiba al posto mio.
Annuisco e sospiro per ciò che dovrei dire,«Purtroppo solo uno di voi potrà accompagnarmi.»

È da quando ho ricevuto quella e-mail che non faccio altro che pensarci.
Ieri sera, coloro che hanno organizzato la presentazione, mi hanno inviato solo due pass per l'ingresso all'hotel Ryoka.
Uno degli hotel più lussuosi di Tokyo, dove si terrà la conferenza stampa.

«Quindi?» si affretta a dire Haruto.
E dal tono sembra essere alquanto impaziente.

Mordo nervosamente l'interno della guancia.
Sono tutti e tre molto preparati ed è difficile fare una specie di selezione.
Soprattutto, vorrei evitare che qualcuno si offenda.

Yuri è stata la prima a cui ho pensato ma quando si trova in pubblico, va totalmente nel panico.

Toshiba è forse quello più adatto dato che ha una capacità invidiabile nel formulare le frasi.
Però, devo anche ammettere che non sopporterei di rivedere Haruto giù di morale, e a dirla tutta, quando lavora, lo fa con molta serietà.

.
Credo di aver deciso.
Più tardi comunicherò agli altri due il motivo della mia scelta e spero vivamente che non ci rimangano male.

Prendo un lungo respiro e punto gli occhi su quelli di colui che mi sta scrutando con palese ansia «Mi accompagnerai tu, Har—»

«Solo il manager può accompagnarti.»

Dio... non è possibile.
Sta diventando un incubo. Sul serio cazzo.
E poi chi diavolo gliel'ha date le chiavi a questo?

«Sì certo, proprio tu che non hai mai alzato un dito qui dentro.» controbatte e concordo con Haruto.

Il moro lo ignora e si va a sedere proprio sopra la scrivania di quest'ultimo, stropicciando e facendo cedere con il sedere alcuni fogli sopra di esso.
«Aah? Ma fa sul serio!?» allarga le braccia vedendo le condizioni dei suoi appunti.

«Non avrò alzato un dito ma al telefono con Nakamura ci ho parlato io, quindi potrei disdire l'appuntamento da un momento all'altro.» lo guarda mentre mastica annoiatamente una chewingum.

«Ancora con questa storia?» sbuffo roteando gli occhi.
«Come vuoi,» lo vedo prendere il telefono dalla tasca posteriore della tuta «Dopo non dite che non vi avevo avvertito.» ce lo punta contro prima di portarselo all'orecchio.

«Fermo!» grida Yuri avvicinandosi a lui.
«N-nakamura? Intendi la Noak?» balbetta, afferrandolo per un braccio.

Mi acciglio non capendo la sua reazione.
Rui abbassa lo sguardo e sembra alquanto infastidito nel vedere quella piccola manina aggrappata alla sua felpa.
«Sì, ma a quanto pare non è abbastanza importante per quella laggiù.» alza il mento nella mia direzione.

Mi dispiace, bello, ma di te non mi fido per niente.

Scuoto lentamente la testa mentre lo osservo con le braccia incrociate al petto.
Deve capire che non si prenderà ancora gioco di me.
E il ghigno che si apre sul suo viso, è la risposta che attendevo.
Ha capito il concetto.

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