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Il mattino seguente, appena la punta del mio tacco oltrepassa la porta, sono tre le facce curiose che mi aspettano al varco.

«Buongiorno! Come mai così presto stamattina?» chiedo a coloro che mi osservano con le braccia conserte e sguardi cupi.

Poi parlano.
«Allora?»
«Quindi?»
«E il verdetto?»
Oh, Cristo.

Cerco di ignorarli, sorrido e mi avvio nel mio ufficio.
Vorrei tenerli sulle spine ma ovviamente, mi sono alle calcagna.

Faccio giusto in tempo a posare la borsa sulla poltrona, che mando a puttane il mio piano.
Sono fin troppo tesi e mi stanno facendo pena.
«È andata bene. Ha detto che collaborerà con noi.» sorrido.
Vedo che buttano fuori l'aria, afflosciandosi come dei palloncini appena bucati.

Dopo avergli raccontato qualche dettaglio in più su Nakamura, iniziano a lavorare.
Tutti tranne Haruto.

È immobile, con le mani in tasca e mi osserva in silenzio, appoggiato con le cosce sulla mia scrivania.
Immagino che quello che vuole sapere sia ben altro.

«Quello lì è stato d'aiuto?»
E infatti...
«Sinceramente? Molto.»
Non posso ammettere il contrario, non sono così ipocrita.
È solo grazie a lui se sia la presentazione che l'incontro, hanno avuto un esito positivo.

«Mh.» annuisce con poca convinzione.
«Visto che non lo vedo ancora arrivare, posso aiutarla in qualcosa?»
E chissà se mai si presenterà avrei aggiunto.

Chi capisce quel ragazzo deve per forza vivere su Saturno.
Come minimo.

Comunque, parecchie sono le pratiche che avrei dovuto iniziare stamattina quindi, il suo aiuto può solo che facilitarmi le cose.

E poi, se Rui fosse presente o meno, poco cambiava.
Probabilmente avrebbe trascorso la mattinata a poltrire.

«In realtà, sì.» gli sorrido.
Haruto ricambia e l'aura tenebrosa scompare dal suo viso.
La serietà in quei lineamenti così puliti, stona parecchio.

Dopo tre ore, stiamo tutti lavorando con un sorriso a trentadue denti.
È proprio vero che quando si ama ciò che si fa, non viene considerato lavoro.
Ho davvero un'ottima squadra.

Toshiba ed Haruto avevano studiato per diventare degli Editor.
Si occupano di leggere e selezionare i testi degli scrittori, li "aggiustano" cercando di rispettare l'impostazione originale.
Yuri invece, è un grafico.
Cura la veste grafica dei testi e delle copertine da pubblicare.

«Fatto! Ora dovremmo solo aspettare l'attivazione del conto aziendale.» dice Haruto alzando per la prima volta, dopo chissà quanto tempo, la testa dal portatile.
«Perfetto.» do un'occhiata all'orario.
Può anche bastare per il momento.

Esco dall'ufficio e trovo Yuri e Toshiba vicini.
Moolto vicini.

Mi nascondo come una ladra dietro la macchinetta del caffè.
«-veramente? io invece lo preferivo con i capelli lunghi.»
«Nah! Dava l'aria da ragazzaccio... almeno che a te non piacciano i- si insomma, hai capito!» balbetta imbarazzato.
«No, non mi piacciono i ragazzacci.» arrossisce lei.

Aww!

«Ragazzi,» sbuco fuori dal mio nascondiglio.
Mi sto odiando per averli interrotti, ma devono andare in pausa.

Sussultano e si staccano quel che basta per non destare vari sospetti.
Mh, certo.
«Potete andare ma rientrate circa 30 minuti prima dato che abbiamo ancora molto da fare.»
«Tipo?» domanda Haruto dietro le mie spalle.
«A breve riceverò una mail da Nakamura, dove ci comunicherà le modalità per l'aggiunta del suo marchio.»
«Grandioso!» batte la mani Yuri.

𝐂𝐎𝐂𝐎𝐍𝐔𝐓Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora