𝟒𝟑

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«È a dir poco stupendo!» scandisco bene l'aggettivo che descriverebbe al meglio quest'abito.
È di un celestino pastello, a maniche lunghe e stretto in vita.
Non so perché ma è come se ci fosse scritto Yuri stampato sopra.

«Non ci tengo a vedere l'erezione di Toshiba, quindi no. Non è stupendo.»
Spalanco gli occhi, guardandolo decisamente scioccata.
«Che c'è? È cortissimo!»
«E tu chi sei, suo padre?» chiedo riponendolo insieme agli altri abiti.

Continuo a vagare tra i vari scompartimenti stracolmi di vestiti, con lui che non fa altro che seguirmi sbuffando ogni tre per due.
Siamo qui da dieci minuti e già ho esaurito la pazienza.

«Semplicemente non mi sembra il regalo adatto, lei è più... bambina,»
«È una donna Haruto, minuta e tenera ma pur sempre una donna con la D maiuscola.»

Mi affianca incrociando le braccia al petto «Sì ok, come vuoi. Ma non voglio farle dei vestiti.» alza un sopracciglio.
Quell'espressione furba non mi piace.

«E allora per quale cavolo di motivo mi hai trascinato qui dentro con la forza?» mi acciglio.
Indica qualcosa alle mie spalle, ghignando ancora di più.
Seguo il suo sguardo e- «Oh caspiterina!»
«Io avrei usato un altro termine ma il concetto è quello.» toglie dalla gruccia un abito lungo e bianco per poi passarmelo.

Il tessuto di raso mi accarezza i polpastrelli e non avrei mai immaginato che fosse così morbido.

«Ok è... wow! Sì, decisamente uno dei migliori che abbia mai visto, ma sei serio?» alzo le sopracciglia, «Con questo spacco altro che erezione di Toshiba, non ce la vedo per niente.»
«Dai ma che schifo!» fa una smorfia facendomi assottigliare gli occhi.
È stato lui il primo a dirlo e adesso gli fa schifo?

«Ti ho fatta entrare qui dentro perché appena l'ho visto sul manichino, ho pensato subito a quanto risplenderesti alla cena di stasera con questo addosso.» sorride.
Ah.
Era me che si immaginava.

In effetti non saprei ancora cosa indossare.
Anna ha detto che sarà una serata in stile gala, quindi suppongo che l'eleganza regnerà sovrana.
«Non hai bisogno nemmeno di provarlo, devi solo prenderlo e tutti gli occhi, compresi quelli degli editor, saranno su di te.» fa l'occhiolino.
E alla fine credo «Tu il commesso dovevi fare.» ricambio il sorriso.
E soprattutto il modello, ma non glielo direi mai per paura che i miei complimenti vengono fraintesi.

Ha insistito parecchio sul volerlo pagare lui ma dopo aver menzionato il licenziamento, ho vinto io.
A Yuri invece, abbiamo preso un braccialetto con due ciondoli in argento raffigurati un orsacchiotto e un paio di occhiali.
La nostra piccola nerd pacioccona.

Ma dato che eravamo in vena di spendere, poiché ci è costato davvero un rene, le abbiamo preso anche un orsacchiotto enorme.

E ora, alquanto soddisfatti, stiamo sorseggiando uno smoothie davanti al centro commerciale, seduti sui tavolini di questa gelateria.
«Forse stiamo dando un po' troppo nell'occhio.» ripeto ormai per la terza volta, sentendomi a disagio davanti agli sguardi curiosi di alcuni passanti.

Io, Haruto, mille buste sparse per le sedie e un'enorme peluche seduto accanto a noi.
Sembriamo una di quelle coppiet—
«Sembriamo due adolescenti innamorati.» dà voce ai miei pensieri, tenendo però lo sguardo fisso nella sua bevanda , che rigira tra le sue mani con... agitazione?
«Già...» annuisco, iniziando a sentirmi estremamente a disagio.

«Peccato, da un lato mi sarebbe davvero piaciuto.» incontro i suoi occhi, che ora mi stanno guardando con un pizzico di malinconia. «Ma tranquilla, non fare quella faccia che poi dovrai asciugare tutte le lacrime che scenderanno dal mio viso.» mi ammonisce sorridendo.
Sorrido anche io, ma più per il disagio che per altro.

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