𝟏𝟔

495 62 39
                                    




«Hiro riuscirà ad aprire la tua porta» non l'avevo intesa come: Hiro possiede la mia borsetta e quindi anche le chiavi.
Quanti giri di parole inutili.

Da come diceva Rui, mi aspettavo che l'avrebbe come minimo scassata.

Sono circa dieci minuti che stiamo sull'uscio del mio appartamento.
Nonostante abbia insistito per farli accomodare, Hiro continua a dire di non voler essere di alcun disturbo e che abbia alcune questioni da risolvere con colui che è rimasto per tutto il tempo alle nostre spalle.
In piedi e in cima alle scale.
Con un piede appoggiato al muro e le mani in tasca.
Non ha aperto bocca.

E vorrei tanto che mi guardasse.

Mi accontenterei anche di una singola e microscopica occhiataccia, che cancellerebbe tutto il panico che mi trascino da quando ho messo piede qui dentro.

«L'unica cosa che dovresti fare, è rilassarti in quell'invitante e morbido divano, mia cara.» affermano gli stessi occhioni simpatici e calorosi, sulla quale mi sono imbattuta alcuni giorni fa alla Noak.

«Io... ti ripeto, non so come ringraziarti.»
«Ci penserà quell'essere oscuro qui dietro a farlo, mi farò offrire un'ottima birra!» sorride guardandolo con la coda dell'occhio.
Lo sento borbottare qualcosa di incomprensibile ma ad Hiro non sfugge dato che inizia a ridere.
Ripeto, quest'uomo ha un sorriso davvero contagioso.

Poi si incupisce, indurendo lo sguardo.
«Nakamura pagherà per ciò che ha fatto, stanne certa.»
E qualcosa mi dice di credergli.

Anche se preferirei essere al corrente di ciò che hanno in mente.
L'unica cosa che so, è che Rui stamattina ha inviato un messaggio ai miei dipendenti, informandoli che mi è venuta la febbre alta, quindi lo studio rimarrà chiuso sia oggi che domani.

Ah, e che devo stare tranquilla perché se questa "missione" andrà bene, Nakamura finirà in carcere.

Mi stringo nelle spalle, abbracciando la sua felpa, mentre annuisco e con nonchalance annuso quell'odore così buono da farti arricciare anche le unghie dei piedi.

«Noi andiamo. Tu mi raccomando, riposati e per qualsiasi problema non esitare a chiamarmi!» dice passandomi un bigliettino con il suo numero.
Sorrido e porto gli occhi sull'essere oscuro.

Sento uno strano buco allo stomaco quando, senza farsi troppi problemi, mi da le spalle e si incammina giù per le scale.


                                    🥥


«Basta.»
Mannaggia a me e a quando ho deciso di pulire a fondo tutta casa.
Si vede proprio che è da più di un giorno che non esco.
Non ho fatto altro che pulire, dormire, mangiare e sbuffare.
Ah, ho anche parlato al telefono con Yuri e con Haruto.
Erano entrambi preoccupati per la mia improvvisa influenza.

Non vedo l'ora che sia domani per ritornare alla normalità.

Sono appena uscita dalla vasca, ed era proprio quello che mi serviva.

Indosso l'intimo e una semplice vestaglia di raso color panna.
Appunto i capelli con delle pinzette e inizio a cercare qualche canale che metta un po di musica.
Magari non giapponese.

Non me ne intendo molto, diciamo che di solito, mi limito ad ascoltare quello che passa per la radio. Preferendo il più delle volte, un po di sano e liberatorio rock.
«Oooh!» esclamo, trovando un programma dedicato ai Queen.
Sorrido e inizio a battere i piedi a terra, a ritmo di musica.
Ma mi acciglio quando sento il citofono suonare.

𝐂𝐎𝐂𝐎𝐍𝐔𝐓Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora