𝟐𝟑

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La musica, l'odore dell'alcool e anche il fumo, hanno invaso l'ascensore come un'onda d'urto.

«Che razza di posto è questo?» urlo nella speranza che mi ci faccia capire qualcosa.
E che mi senta, ma ne dubito.

Infatti, ovviamente, mi ignora, uscendo da quello che credo diventerà il mio nascondiglio per il resto della serata.
«Non metterò un solo dito fuori da qui.» borbotto scuotendo la testa e incrociando le braccia al petto.
Assolutamente no.

E ora che ho praticamente parlato a bassissima voce, lui si gira, regalandomi uno sguardo a dir poco agghiacciante.

Ruoto gli occhi e prendo un lungo respiro.
Prima ci sbrighiamo e prima finirà tutto questo, giusto?

Gli sto alle calcagna mentre ci infiliamo nella mischia.
Non riesco a vedere bene ma sembra un enorme garage.
Tipo quelli sotterranei dei supermercati.
Pareti grigie e pavimenti asfaltati, luci a led rosse, viola e blu.

Riporto gli occhi sulle spalle di colui che mi fa da guida e stringo di più le braccia al petto, evitando di toccare chiunque.
Cosa che, per i primi dieci metri sembrava funzionare ma subito dopo parte una musica ancora più aggressiva facendo andare in escandescenza tutta questa marmaglia.
Urlano, ridono e ballano in un modo così.. Dio è imbarazzante.

Camminare ora, non è più così semplice.
Lo spazio intorno a me inizia a stringersi sempre di più.
Rui sembra non fare una piega, mentre io vengo sballottata a destra e manca.
Che schifo.
Tutte queste persone sudate che mi spingono lanciandomi alitate a dir poco raccapriccianti, iniziano a farmi venire i primi conati.

Fortunatamente sono tutti così impegnati a strusciarsi tra di loro che non si sono minimamente accorti di noi, che siamo arrivati davanti ad una tenda rossa.

«Allora,» si volta di scatto «Da adesso in poi dovrai rimanere impassibile e vedi di tenere a bada la tua linguaccia, chiaro?»
Corrugo la fronte e inizio a mangiucchiarmi una guancia.
Niente è chiaro, ma annuisco.

«Bene.» dichiara dopo un po' e, dalla sua espressione, non sembra esserne così tanto sicuro.
Se è lui quello preoccupato, andiamo proprio bene.

Scosta il tessuto della tenda e lo seguo all'interno.
È una stanza completamente tinta di un rosso scuro.
Luci, moquette, pareti e arredamento compreso.

C'è un vapore, tipo nebbiolina nell'aria e mi sembra di riconoscere l'odore di incenso.
Tossisco guardandomi in torno e mi immobilizzo quando vedo due uomini, o meglio dire bodyguard, ai lati di una poltrona al centro della stanza.
Più che poltrona, è un cazzo di trono.

È enorme ma non riesco a vedere la famosissima Eva, dato che è girata.
«Sono arrivati.» afferma uno dei due scimmioni.

Mentre la poltrona inizia a girare lentamente, mi faccio più vicina a Rui.
«Finalmente! Vi stavo aspettando.» esclama una voce profonda e terribilmente...maschile?
Alzo un cipiglio confuso, aprendo la bocca.

Capelli corti, rosa.
Finissimi occhiali da sole, rosa.
Un mantello di piume che gli circonda il collo, giallo fluorescente.

Ok.
È un tipo strano, ma... Eva in tutto ciò?

Devo ricorrere a tutte le forze per non scoppiare a ridere, perché questo tipo sembra uscito fuori da un cosplay.
Ma come lo vedo alzarsi in piedi, non ho più tutta questa gran voglia di farlo.

È a dir poco enorme.
Un cazzo di gigante con uno smoking bianco.

Afferro e stringo forte la mano di Rui appena lo vedo avanzare verso di noi.
Non mi piace per niente, ha un ghigno strano.

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