𝟒

745 84 162
                                    






Stamattina ci saranno come minimo ventisei gradi.
Per questo ho deciso di azzardare con la speranza di non ammalarmi. Sì, le mie difese immunitarie fanno alquanto pena.

Indosso una canottiera nera con le bretelline fine e una gonna di jeans che arriva poco più su delle ginocchia.
Lego i capelli in una coda non proprio ordinata e parto.

Una volta arrivata, sorrido nel vedere Yuri davanti al portone.
Sembra una scolaretta al suo primo giorno di scuola.

«Buongiorno, oggi stai davvero bene! Devi incontrarti con qualcuno?» chiede con uno strano ghigno, che stona su di lei.
Quel musetto è troppo dolce per espressioni del genere.

«Buongiorno a te e no, non proprio. Dovrò solo attendere l'arrivo di alcuni dipendenti... credo.» sussurro incerta.
«Hai fatto altri colloqui?»
«No, l'agenzia InLove lavorerà con noi per qualche pubblicazione quindi ci invieranno del personale qualificato.»

Yuri cambia espressione.
«Hai detto InLove? Acquisto settimanalmente quella rivista. Sono bravissimi, fidati, ci manderanno qualcuno di serio!» afferma quasi scodinzolando.
Speriamo.
Amo tenere tutto sotto controllo e non ho mai fatto affidamento su nessuno, quindi non mi va molto a genio che qualcuno scelga per me.

Ho da poco acquistato una macchinetta del caffè, dato che ne assumo quantità industriali e Yuri mi sta aiutando a posizionarla sopra a un mobiletto nella sala principale.
«Ottimo lavoro! Ne vuoi un—» vengo interrotta dal suono del campanello.
Entrambe ci guardiamo negli occhi e quello che leggo nei suoi è pura emozione.
Beata lei.
Io sono tesa come una corda di violino e anche alquanto scettica.

Ci avviamo verso l'ingresso e lascio a lei l'onore di aprire la porta.
Io mi limito a rimanere in disparte, a braccia conserte.

Ed eccoli qui.
Lo yin e lo yang.
«Buongiorno. Prego, seguitemi nel mio ufficio.»

Per un'ora intera mi sono limitata ad ascoltare in silenzio quali fossero le volontà di questi due ragazzi.
Il primo è Toshiba Ituo. Ha venticinque anni ed è alto più o meno come me.
Circa un metro e sessantotto.

È magrolino e indossa degli occhiali da vista rettangolari che mettono in risalto i suoi occhioni scuri. Stesso colore per i capelli fin troppo precisi e perfettamente pettinati.
Noto una certa somiglianza con Nobita, di Doraemon.

È buffo e a primo impatto sembra il classico nerd pallidino e impacciato.
Ma dopo aver ascoltato il suo monologo, ho dovuto ricredermi.
Quando si espone, tira fuori una sicurezza e una tale preparazione, che ti fa sentire ignorante come una capra.

Il ragazzo seduto al suo fianco invece...
CristoSanto.

Haruto Tanaka sembra aver sbagliato a compilare il suo curriculum.
Ha ventotto anni e superata il metro e ottanta.
I capelli sono chiari e leggermente più corti ai lati, ma gli occhi...
Più li osservo e più mi ricorda il granturco.
Dorati.

Si è presentato in veste di editor, anche se gli consiglierei di debuttare come fotomodello perché, diamine, pagherei per avere un viso del genere.

Devo dire che mi è andata molto bene. L'agenzia ha mantenuto la parola e, senza soffermarmi ulteriormente, porgo loro il contratto.

Passo il restante della mattinata a spiegare al nuovo team quali fossero le loro mansioni e progetti futuri.
«Avete un'ora e mezzo di pausa, vi voglio in studio entro le 14, compresa te Yuri.» la indico, «Oggi non riusciremo a pranzare insieme.»
La vedo annuire un po' dispiaciuta e so bene che sperava di ripetere l'uscita, facendola magari diventare un'abitudine.

𝐂𝐎𝐂𝐎𝐍𝐔𝐓Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora