𝟏𝟗

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                                𝑨𝒎𝒆𝒍𝒊̀𝒆

«Che andasse a fanculo.»
Borbotto scendendo le scale.

Dopo tutto quello che è successo, di certo non potevo sperare che le cose sarebbero cambiate nell'immediato.
Ma nemmeno che avrebbero preso una piega così drastica.
Come avrei potuto pazientare e stargli vicino, eh Hiro?

L'immagine del suo addome nudo sta occupando gran parte dei miei pensieri.
Ricordavo di avergli visto qualche cicatrice quella mattina che mi svegliai a casa sua, ma quelle sono tutto tranne che delle bruciature da tè.

Non capisco nemmeno perché ci rimango male quando mi risponde in quel modo.
Ormai dovrei conoscere, o per lo meno immaginare, le sue reazioni.

Ma è più forte di me, sento di spingermi sempre di più, di chiedergli di più.
Sono sicura che prima o poi, quella maschera cadrà.
E non perche sarò io a chiederglielo.
Perché leggo nei suoi occhi la stanchezza nel provare tutta quella rabbia.

«Sala termale?» alzo un sopracciglio quando noto l'insegna che indica la presenza di una piscina al primo piano.

Dopo aver chiesto informazioni alla signora dello staff, mi sono fatta dare un pass per l'accesso alla grande vasca.
Mi ha anche dato un accappatoio, delle pantofole e un costume.

«Oh, ma dai!» piagnucolo davanti allo specchio dello spogliatoio.
Il costume è intero.
Rosa.
Scollato.
E mi lascia metà chiappe all'aria.
Sembro la versione erotica di Peppa Pig.

Ma in questo momento poco importa, un bel bagno caldo non me lo negherà nessuno.

Apro la porta scorrevole e vengo completamente catapultata in un'altra dimensione.
Mi si illuminano gli occhi.
Sembra di essere appena entrati in una grotta.

Il vapore che annebbia la stanza, l'odore dei vari sali da bagno, le grandi e calde candele posizionate intorno alla vasca.

È talmente incredibile che per un istante, ignoro il motivo per cui mi ritrovo qui.
Ignoro perfino la presenza di un gruppo di ragazzi che mi stanno fissando.

Un momento.

Aggrotto la fronte.
Ragazzi?

«Credevo che i bagni termali in Giappone, fossero separati per sessi.»
«Si ed è così. Solo che nella Terra di Eva, tutto è lecito, mia cara.» giro la testa, ritrovandomi vicino ad un'anziana signora.
Più che signora, una tipa strana.
È immersa per metà corpo e ha dei grandi occhiali fucsia e i capelli blu.

E comunque devo smetterla di pensare ad alta voce, sul serio.

«Ah, ehm... grazie?» fingo un sorriso.
Lego i capelli in chignon disordinato e appena immergo un piede, vengo scossa da mille brividi che mi portano a sorridere.


Credo di non avere più la sensibilità alle dita.
Sono completamente raggrinzite.
Sarà passata più o meno un'ora.
Decido di porre fine a questa goduria, doveva arrivare il momento in cui ritornare alla realtà.

L'acqua mi arriva ai fianchi mentre percorro lentamente la vasca.
Pensavo che nel centro fosse più profonda ma pensavo male.

Ci sono parecchie coppiette, qualche gruppo di ragazzi o ragazze, anziani e uomini di mezza età.
Mi correggo, chiunque qui dentro è strano.

Sono quasi tutti truccati in maniera esagerata, sia uomini che donne hanno delle acconciature strambe, colori bizzarri e costumi fin troppo striminziti.
Addirittura l'anziana signora accanto a me, quando l'ho vista uscire, portava un tanga leopardato praticamente inesistente.

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