𝟐𝟔

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                               𝑨𝒎𝒆𝒍𝒊̀𝒆


«Gioventù! Che gioia rivedervi.» il sorriso di Hiro, ci accoglie nella sua auto scura.

E non c'è cosa più bella di sentire la sua voce allegra di prima mattina.

«Non puoi capire quanto mi sei mancato Hiro!» lo saluto infilandomi dietro.
Mi sorride dallo specchietto retrovisore per poi voltare lo sguardo verso il giovane appena entrato in macchina, cupo e silenzioso.
Chiude la porta e incrocia le braccia al petto, col solito musone lungo.
«Beh, ciao anche a te eh.» sbuffa, per poi mettere in moto l'auto.

L'aria in macchina è abbastanza silenziosa e tesa.
Hiro non fa altro che passare lo sguardo da me, a Rui e alla strada.

Lo sento schiarirsi la voce «Ehm... allora? Com'è and-»
«Evita. Immagino tu sappia già tutto quanto.» lo interrompe l'apatico.
«Stai zitto,» infilo la testa nel mezzo «Il principino si è svegliato male, comunque è andata bene! Non puoi capir-»
«Mi sono svegliato male?» interrompe nuovamente, girandosi con fare minaccioso e allibito.
«Quante storie per un po' d'acqua! Mi sembra che ti sia vendicato alquanto bene no?» assottiglio le palpebre.

«Ehm ragazzi? Non ci sto capendo niente.»
«Il signorino questa mattina non voleva alzare il culo,» parto a manetta «Quindi, dopo essermi lavata, ho iniziato a chiamarlo all'infinito ma dato che non c'era verso, ho pensato di svegliarlo a modo mio. Ed è per questo che ha ancora la testa bagnata e le palle girate.»

«Mmpf... e come si sarebbe vendicato?» chiede curioso, cercando di trattenere le risate.
«Di sicuro non uscirà dalla mia bocca.» concludo, incrociando le braccia e guardando fuori dal finestrino.

«Uh, cosa c'è?» riprende vita il coglione, «Per caso ti vergogni Amelìe?» mi sfida, rialzandosi dal sedile e guardandomi maliziosamente.

«Frena, frena» Hiro alza una mano «Vi siete per caso sbaciucchiati?» chiede fin troppo allegramente.
Come se non aspettasse altro.
Dio che situazione.

«Le ho semplicemente schiaffeggiato il culo.»
Gli occhi di Hiro si sgranano «Ah! Beh, allora se fossi in lei, altro che secchiata d'acqua!»
«Ed io infatti, gli ho semplicemente morso il braccio. A proposito, brucia ancora?» fingo un sorriso buttando una veloce occhiata ai segni nel suo avambraccio.
Un vero capolavoro.

«Vuoi davvero che concluda la storiella Amelìe?» e questa volta il suo tono è molto, molto più duro e basso rispetto a poco fa.

Cazzarola, no.
Avvampo all'istante e nego con la testa, ritornando con la schiena sul sedile.

Due ore prima.

«Sei sicura di voler continuare?» chiede, soffocando un grugnito di dolore.
«Mh-mh» annuisco con ancora i denti conficcati nel suo avambraccio.

Siamo nel letto.
Dopo che l'ho svegliato con l'acqua, mi ha praticamente fulminata con lo sguardo e, prima che potessi svignarmela, mi ha presa per una spalla e capovolto la posizione.

«Bene.» ghigna, schiacciando il suo corpo sopra al mio.
Quanto cavolo pesa?
Sposta lentamente il braccio verso destra e in automatico giro anche io il volto verso quella direzione, dato che lo sto ancora mordendo.
Si avvicina lentamente al mio collo.

Inizia a succhiare, baciare e mordere la pelle, facendomi ritorcere lo stomaco.

E in tutto ciò, dall'altro lato del succhiotto precedente. Quindi ora, ne avrò ben due.

Lascio la presa dal suo braccio e inizio a spingerlo «S-smettila-» pronuncio.
Ma mi rendo conto che non sembrava poi così tanto una supplica.
Ne è uscito un sussurro alquanto ansimante.

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