15. Siamo risate imperfette

57 8 4
                                    

Lascio ricadere la maglia sui fianchi guardando in modo torvo Nolan che mi guarda con il suo solito sorriso sfacciato che fa crescere dentro di me una voglia omicida ma al tempo stesso una serenità che solo una persona semplice come lui può donarti.

«Non potevi suonare alla porta?» Inarco un sopracciglio mentre lui si avvicina a me.

«Mirea, voglio ricordarti che non chiudiamo nemmeno la porta a chiave perché avrei dovuto bussare io che ormai vivo qui con te da un mese e qualche giorno?» Poggia le sue mani sulle mie gambe nude, che ora penzolano contro il mobile della cucina.

«Sai, potevo essere nuda o in compagnia di qualcuno dato che mi hai fatto comunicare che non saresti rientrato presto a casa!» Alzo un sopracciglio alla fine della mia esclamazione e il suo sorriso diventa ancora più bello.

«Non credo che tradiresti il tuo coinquilino nonché tuo più fidato amico, ospitando altre persone a casa.» Sorride e io scuota la testa divertita. «Comunque ieri ho aggiustato il televisore vorresti vedere un film con me?» I miei occhi si illuminano e credo che se fossi un cartone animato ora avrebbero la forma di due cuori che pulsano.

«Scelgo io?» Sorrido come una bambina scendendo istintivamente dal ripiano della cucina, scivolando tra il mobile e il suo corpo che si incastra perfettamente con il mio. Sento le gote diventare rosse a causa della situazione creata tra noi ma cercando di non dar per all'imbarazzo, esco fuori da quell'incontro e corro a sedermi sul divano. Accendo il televisore cercando qualcosa che catturi il mio cuore ma non è iniziato ancora nessun film. Nolan viene a sedersi vicino a me sul divano mentre Eliot entra in casa venendosi a sedere ai piedi del divano. Sbuffando mi alzo per andare a chiudere la porta che quel piccolo birbante lascia sempre aperte e quando torno sul divano, invece di sedermi come prima, mi stendo poggiando le gambe sulle sue che poggia immediatamente i palmi delle sue mani su di esse, accarezzandole lentamente con i polpastrelli.

«Hai scelto il film?» Alza lo sguardo dalle sue mani che accarezzano le mie gambe dalla caviglia al ginocchio facendo diventare le mie gote rosse per la profondità che assumono i suoi occhi.

«Bisogna aspettare che inizi la prima serata, per vedere se verrà trasmesso qualche film che riesca a rapirmi il cuore.» Sporgo il labbro inferiore in un piccolo e triste broncio.

«Cosa posso fare per rendere felice questa piccola bimba?» Delicatamente accarezza con una mano il mio volto e io sorrido al ricordo di una cosa che ho sempre desiderato qualcuno facesse per me.

«Ho un desiderio da quand'ero piccola» inarca un sopracciglio senza mai perdere quel sorriso che sta iniziando ad essere molto importante per me. In questo mese trascorso insieme oltre alle volte in cui abbiamo parlato dei nostri reciproci ricordi affrontavamo le giornate con il sorriso sulle labbra. Io mi arrabbiavo, lui sorrideva con un sorriso che fa sorridere anche te e così ci ritroviamo a sorridere insieme come due perfetti idioti.

«Potrei sapere questo desiderio che porti dentro di te da quand'eri piccola?» Ammicca nella mia direzione e io alzo gli occhi al cielo cercando di trattenere il sorriso che vuole formarsi sulle mie labbra.

«Ho sempre desiderato che qualcuno mi raccontasse una storia, una fiaba o la prima cosa inventata che gli balenava per la testa.» Sposta lo sguardo nuovamente sulle sue mani sulle mie gambe mentre il mio corpo si riempie di brividi.

«In questo momento mi ha riportato alla mente una fiaba giapponese, vuoi che te la racconti?» Inclina la testa di lato e io annuisco vigorosamente con la testa lasciando nascere un sorriso da bambina sul mio volto. Chiudo il televisore per ascoltare solo la sua voce che pian piano inizia ad uscire dalle sue labbra «C'era una volta un pescatore che viveva solo in una capanna vicino al mare. La sua vita scorreva lenta e monotona, ma egli non se ne lamentava e il suo animo era sereno e soddisfatto. Un giorno, come al solito, si recato con la sua barca in un bellissimo posto dove, oltre a una ricca pesca, poteva deliziare il suo sguardo ammirando le strane sculture delle rocce e i colori cangianti del cielo e del mare che si mescolavano formando un'unica tinta all'orizzonte» mi alzo a sedere accarezzandogli istintivamente il ciuffo che oggi non porta in modo ordinato. Sposta lo sguardo intrecciando i miei occhi ai suoi riprendendo a parlare senza mai staccare il contatto visivo «Ad un tratto un intenso e soave profumo colpì le sue narici. Cercò di capire quale potesse essere l'origine del misterioso aroma, ma non vi riuscì. Incuriosito, seguì la scia del profumo e si diresse remando con vigore verso la spiaggia. Giunse ai margini del bosco che costeggiava la riva, scese dalla barca e s'incamminò lungo un sentiero, sempre alla ricerca della fonte odorosa» lascio andare i suoi morbidi capelli neri come la pece o come, per anni, il mio colore preferito afferrando una delle sue mani e iniziando a giocare con le sue dita mentre mi immergo in ciò che sta raccontando con una voce che ti calma e rilassa «Quando il profumo divenne più forte, il pescatore alzò lo sguardo e vide, appoggiato sui rami di un pino, uno splendido velo. Era stupendo! L'uomo si arrampicò sull'albero e lo prese delicatamente. Lo annusò e si sentì stordito: aveva il profumo penetrante dei fiori e la fragranza di un mattino di primavera. Depose il velo sull'erba per osservarlo meglio. Era bello come non ne aveva mai visti prima: leggero e delicato come una tela di ragno, intessuto di raggi di sole frammisti a raggi di luna, tra i quali splendevano minuscole stelle lucenti. Il pescatore lo piegò con cura e si stava avviando verso la barca, desideroso di andare a casa per mettere al sicuro quell'oggetto tanto prezioso. All'improvviso...» si ferma di punto in bianco mentre dentro di me la curiosità ma anche la tristezza si insinuano in profondità.

Aiutami a volareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora