Esco fuori in giardino camminando silenziosamente per non svegliare nessuno dei due uomini di casa con un sorriso sul volto che fa sorridere anche il mio cuore e con i piedi nudi cammino sul prato curato avvicinandomi all'albero di mele sotto al quale piccole margherite sono sbocciate in questi giorni. Mi siedo sul prato con la schiena che aderisce alla corteccia dell'albero e mi perdo ad osservare questi piccoli candidi fiori bianchi con il centro morbido e di un arancione molto chiaro.
Mordo il mio labbro inferiore e ad occhi chiusi colgo una margherita rigirandola tra le mie dita e stringo le gambe al petto. Dopo la vista delle farfalle posarsi sulle nostre mani intrecciate ieri sera, ho sentito dentro di me diventare più forte la sensazione di benessere che solo lui riesce a darmi e la paura di compiere lo stesso errore di anni fa, quello di innamorarmi e non essere corrisposta si insinua in profondità, ma non voglio precludermi la possibilità che possa esserci davvero qualcosa e che non sia solo la mia maledetta voglia di avere qualcuno che asciughi le mie lacrime, mi regali i suoi sorrisi facendo sorridere anche me, che mi cura l'anima e mi baci il cuore.
Continuo a sorridere come una stupida alzando la margherita davanti al mio volto inclinato all'indietro con la testa che aderisce alla corteccia dell'albero. Sospiro e senza perdere il sorriso che in questi giorni è sempre dipinto sul mio volto inizio a strappare il primo petalo della margherita «M'ama...» prendo il secondo petalo e lo strappo con delicatezza «O non m'ama?» e continuo in questo modo fino all'ultimo petalo sentendo il cuore riscaldarsi ad ogni petalo che si avvicina all'ultimo per poi esplodere in un battito incessante di felicità, quando scopro cosa significa l'ultimo petalo.
«Potrei sapere il verdetto della margherita che hai tra le mani?» Sobbalzo nel sentire la voce di George e sposto il mio sguardo sul suo volto.
«Mi fa male dirti che è un segreto tra me, la margherita e l'albero di mele.» Ricambio il sorriso che si forma sul suo volto e si avvicina a me sedendosi accanto a me.
«Sai perché il gioco, m'ama non m'ama, viene fatto con le margherite?» Mi volto verso di lui scuotendo la testa in senso di negazione. «Si narra che fu Margherita di Provenza ad attribuire alla pratica di sfogliare il fiore un senso profetico. Durante l'arresto del marito Luigi IX di Francia nel corso della crociata del 1248, la regina iniziò a sfogliare i petali delle margherite recitando una preghiera ad ogni petalo che ritrovava fra le dita, fin quando il marito non fece ritorno a casa e mostrandogli i petali da lei strappati ogni giorno gli diede prova del suo amore e della sua fedeltà così il re commosso dal gesto della donna da lui amata fece aggiungere sullo stendardo del suo casato tre margherite d'argento.» Sorrido accarezzando con la punta delle dita i petali che mi ricadono sul grembo e resto sorpresa dalle parole di George ma soprattutto che sia lui a dirle a me, cosa che non avrei mai potuto immaginare che accadesse la prima volta che Meredith ci ha presentati. Anche lui prende una margherita dal terreno e inizia a girarla fra le sue dita alzandola verso il cielo. «Sai, la margherita era il suo fiore preferito e io amavo quando ovunque vedesse una margherita la cogliesse e la portasse tra i suoi bellissimi capelli biondo sembrando una dea appena uscita da un dipinto.» Sorrido ancora di più nel vederlo così innamorato di Meredith.
«Meredith era semplicemente meravigliosa, era di una bellezza indescrivibile anche quando era completamente distrutta.»
«Non riesco ad esprimere a parole quanto mi manchi, quanto mi manchi la sua voce, il suo profumo, i suoi occhi che mi guardano e sapere che quegli occhi che mi leggevano dentro, non si poseranno più sul mio corpo o nei miei occhi mi fa sentire completamente vuoto, perso ma riesco a ritrovare la strada quando guardo gli occhi di nostro figlio, hanno quella piccola sfumatura più scura dannatamente uguale a quella di sua madre.»
«Si somigliano molto, insieme avrebbero costruito un rapporto da far invidia al mondo.»
«Sarebbero stati i nostri terremoti, quelle scosse di magnitudo così forte che quando ti perdi nei tuoi pensieri ti riportano con i piedi per terra e di guariscono il cuore e l'anima.»
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Aiutami a volare
Romance[completa] Per Mirea Huber e Nolan Beckham la vita era un susseguirsi di istanti. L'istante, quella frazione minima di tempo, in cui è possibile fare qualsiasi cosa si voglia come ritornare a vivere, imparare ad amare ma soprattutto amare se stessi...