24. Voglio brindare alla vita

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Le luci soffuse del ristorante emanano una sensazione di calore e tranquillità, nonostante l'imbarazzo che attanaglia la mia anima a causa degli sguardi d'intesa che si scambiano padre e figlio, dopo che quest'ultimo mi guarda sorridendo. Sospiro e portando una mano dietro la testa mi volto a guardare gli altri tavoli ormai vuoti dato la vicinanza dell'orario di chiusura.

«Mirea?» Mi volto verso Nolan che mi sorride dolcemente prendendo la mano, che avevo poggiata sul tavolo, intrecciandola con la sua per cercare di alleviare il mio imbarazzo. Ricambio il suo sorriso e George si schiarisce la voce per avere così i nostri occhi su di lui mentre le nostre mani restano intrecciate sul tavolo.

«Presumo che siate stanchi e che sia anche quasi orario di chiusura del ristorante,  quindi prima di salutarvi, vorrei fare un brindisi e voglio che ascoltiate molto bene le mie parole.» Ci sorride dolcemente afferrando il suo calice di vino bianco. Nolan toglie la sua mano dalla mia sorridendomi compiendo il gesto del padre e anch'io li imito con il mio calice pieno d'acqua sotto i loro occhi e la loro risata divertita. George alterna lo sguardo fra noi due e sorridendo inizia a parlare. «Questa sera sono qui con voi per brindare. Voglio brindare all'amore sotto ogni sua forma e in ogni suo modo di nascere dentro di noi; voglio brindare all'amicizia quelle che ti fa sorridere e ti sostiene in ogni tua follia» guarda entrambi attentamente prima di soffermarsi con il suo sguardo su di me. «Voglio brindare al ritrovamento di sé stessi e alla forza di iniziare una nuova avventura partendo da noi stessi» gli sorrido grata e sulla mia gamba sento appoggiarsi una mano che la stringe facendo incendiare il punto in cui è poggiata nonostante il sottile strato del vestito. Le gote mi si accaldano, ma cercando di nascondere il suo sorriso malizioso e d'intesa col figlio, continua a parlare. «Voglio brindare ai sorrisi, alla felicità e a quelle risate spontanee che risuonano imperfette perché prive di contegno, quelle risate che escono dal cuore solo grazie alle persone giuste che ti circondano in quel momento; voglio brindare alle lacrime, quelle piccole gocce salate che lasciano i nostri occhi quasi ogni giorno, e non bisogna aver paura di piangere e risultare deboli, perché piangere è una forza di coraggio e forza, chi non ammette di aver pianto è codardo e debole» annuisco alle sue parole, soprattutto le ultime in cui io credo che siano vere. Io in prima persona ho sempre pianto anche per le cose più piccole e ho sempre ammesso di averlo fatto, senza alcuna vergogna e quando qualcuno rideva per il mio piangere io ridevo con loro, perché ogni volta che riuscivo a sfogare i miei sentimenti contrastanti dentro di me con le lacrime dopo stavo bene. Intreccia per un istante i miei occhi con i suoi mentre la mano di Nolan si stringe di più sulla mia gamba da sotto il tavolo e io non riesco a voltarmi verso di lui, sicura che morirei per rinascere di nuovo nei suoi occhi. George sorride iniziando ad avvicinare al centro il suo calice continua ad elencare il suo brindisi. «Voglio brindare ai nuovi inizi, quegli inizi che si spera non finiscano mai prima del termine della vita stessa e ritrovarlo anche dopo la morte; voglio brindare alla fine, quella fine che non deve mai uccidere la nostra anima quando siamo ancora in vita ma che deve essere solo un punto da cui ripartire più forti e con più consapevolezze di prima» e solo in questo momento riesco a spostare i miei occhi in quelli di Nolan e pensare solo ad una cosa: lui è il mio nuovo inizio. L'inizio a cui posso aprire la porta solo quando avrò messo fine al passato. Riporto i miei occhi su George per non farli offuscare dalle lacrime dei miei pensieri. «Voglio brindare al ritrovamento di persone importanti ma anche alla loro perdita, quella perdita inevitabile alla quale tu non puoi sottrarti e che ti strapperà per sempre ciò che ti ha fatto stare bene e che continuerà a farlo anche solo con il ricordo di lei» gli occhi gli diventano lucidi e con la mano libera accarezzo la sua comprendendo alla perfezione a chi si stesse riferendo, alzando un angolo delle labbra in un piccolo sorriso che lui ricambia scuotendo la testa per scacciare via le lacrime. «Voglio brindare a voi, che ora siete la mia unica famiglia, e augurarvi di trovare sempre la forza di vivere la vita e amarne i suoi colori, anche quelli che a volte vorreste odiare e che vi sarà difficile amare ma ricordate che saranno quei colori tanto odiati a rendere voi stessi migliori!» Annuisco mordendo il labbro inferiore e sentendo degli occhi sul mio profilo e la mano sempre ferma lì che oltre a far incendiare la mia pelle la cosparge di brividi piacevoli che fanno battere il mio cuore. «Voglio brindare a quella che era, è e sarà per sempre la mia donna e che non smetterò mai di avermi dato sia la sua assenza, incolmabile, che una famiglia su cui contare; voglio brindare a lei che mi ha donato il mio Nolan e te, la mia piccola Mirea nonostante le incomprensioni e l'astio iniziale.» Ridacchio e lui compie il mio gesto poggiando la sua mano sulla mia per stringerla e non posso che sorridergli grata per avermi considerato parte della sua famiglia. «Voglio brindare al passato, al presente e al futuro, voglio semplicemente brindare alla vita e a ciò che ci offre.» Avviciniamo tutti e tre i nostri calici sussurrando un cin cin che fa sorridere tutti prima di bere un sorso delle nostre bevande.«E ora dopo il nostro piccolo brindisi, potreste anche farmi gli auguri per i miei cinquantacinque anni!» Di scatto io e Nolan ci voltiamo verso di lui guardandolo con gli occhi spalancati dallo stupore.

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