Nolan
Esco fuori fermandomi sul portico a osservarla. Seduta sulla tovaglia che ho steso per pranzare all'aperto con il suo vestito bianco, gioca con Eliot ignara del mio sguardo su di lei, completamente incantato dalla sua purezza ma anche dalla sua bellezza. Sono fermo sul portico con la testa appoggiata al legno della colonna che la guardo come se stessi vedendo la cosa più bella che io abbia mai visto; come se stessi guardando la mia opera d'arte preferita o come se davanti a me ci fosse un'opera d'arte sconosciuta ma così bella che il respiro si ferma mentre mi perdo a contemplarla.
Continuo a sorridere come uno stupido mentre mi avvicino lentamente a lei poggiando delicatamente la bottiglia di vino accanto al cesto con anche i calici, sedendomi accanto a lei che si volta verso di me subito dopo aver lanciato il bastone ad Eliot.
Abbassa lo sguardo sulla bottiglia di vino inarcando un sopracciglio prima di riportare i suoi occhi, che per quanto abbiano un colore scuro, sono gli occhi più limpidi che io abbia mai visto. Dentro i suoi occhi riesci a leggerci tutto quello che vorrebbe dire, tutto quello che preferisce tenersi dentro e tutto quello che realmente pensa. Sorrido davanti alla sua espressione stranita stappando la bottiglia di vino e versandolo nei due calici.
«Io non berrò mai quella roba!» Alla sua esclamazione mi volto con ancora la bottiglia a mezz'aria, prima di lasciarla aderire alla tovaglia.
«Non hai mai bevuto?» Questa volta a guardarla con un'espressione interrogativa sul mio volto. Fatico a credere che una ragazza come lei non abbia mai bevuto con i suoi amici o con il suo ragazzo, tutte le persone almeno una volta bevono nella loro vita.
«No, non ho mai bevuto, solo l'odore di qualche bevanda alcolica scaturisce dentro di me forti conati di vomito e ancor di più il vino.» Poggio delicatamente i calici riempiti per terra guardandola con tutto lo stupore che in questo momento sto provando nei suoi confronti, non smette mai di stupirmi. «Per di più, quando mia nonna pranzava o cenava e beveva un bicchiere di vino io non parlavo con lei per ore, perché sentire l'alito che aveva lo stesso odore del vino mi dava la nausea.» Sorrido scuotendo la testa afferrando il bicchiere e porgendoglielo mentre lei scuote la testa vigorosamente in senso di negazione.
«Ti chiedo solo di assaggiarlo, rendi felice questo piccolo bimbo» sporgo il labbro inferiore in un piccolo broncio e il sorriso che stava trattenendo si forma sul suo viso. Afferra il bicchiere dalle mie mani e nel momento in cui la nostra pelle si sfiora, il mio corpo viene scosso da un calore che mi riscalda anche l'anima e il cuore. Porta il calice sotto al naso arricciandolo subito dopo, in una smorfia di disgusto che mi fa scoppiare in una fragorosa risata. «Piccola Mirea, è solo un calice di Chambertin, e ricordati che Napoleone sosteneva che rende il futuro così roseo come il contemplarlo attraverso un bicchiere dello stesso vino che ti sto offrendo.» Alza il calice puntandolo contro il cielo osservando attraverso di lui l'albero di mele con un'espressione che spesso si vede sui degustatori di vino. Sorrido scuotendo la testa e lei ritorna a guardare me abbassando il braccio.
«Io posso anche cercare di rendere felice questo piccolo bimbo che in questo momento ho di fronte, ma perché proprio bevendo un bicchiere di vino? La stessa bevanda che secondo Ovidio prepara i cuori e li rende più pronti alla passione.» Sorride con la sua finta malvagità e in questo momento vorrei solo cercare di capire dove ci voglia portare la vita, perché il susseguirsi di questi istanti che stanno caratterizzando le nostre giornate mi fanno stare bene come mai prima d'ora.
«Perché voglio festeggiare con te il ritorno del tuo bellissimo sorriso, nonostante io sia a conoscenza che dentro di te hai ancora un importante ostacolo da superare per poter iniziare a vivere di nuovo.» Le rispondo sinceramente alzando il calice nella sua direzione. Lo guarda con aria titubante e sospirando pesantemente avvicina il suo calice al mio in un piccolo brindisi prima di avvicinare il calice alle sue morbide labbra. La osserva da sopra il calice di vino che butto giù in un solo sorso. Sorrido quando ingoia chiudendo gli occhi e arricciando il naso, completamente disgustata allontanando così il calice dal suo volto.
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Aiutami a volare
Romance[completa] Per Mirea Huber e Nolan Beckham la vita era un susseguirsi di istanti. L'istante, quella frazione minima di tempo, in cui è possibile fare qualsiasi cosa si voglia come ritornare a vivere, imparare ad amare ma soprattutto amare se stessi...