Mi alzo a sedere al centro del letto guardandomi intorno e sorrido: sono nella mia camera, il mio nascondiglio preferito in passato.
Mi alzo aprendo l'armadio in cui conservo tutti i materiali per realizzare alcuni oggetti di bricolage accanto ai quali noto la mia amata macchina da cucire che mi riporta alla mente i ricordi delle prime banconote regalate da mia nonna per comprarla, con la banale scusa di pulirgli casa. Sfioro i contenitori dei miei disegni e le lacrime rigano il mio volto quando accarezzo il disegno del volto di mio nonno, l'unico volto che io abbia disegnato insieme a quello di mio cugino. Mi siedo nuovamente al centro del letto con una piccola valigia grigia che contiene le foto che più amo di quand'ero piccola e inizio a guardarle attentamente. Ci sono poche foto con mio nonno che nonostante avessi i capelli corti come un bambino io amo alla follia e poi c'è una foto con mia nonna, non sono mai riuscita a capire se avessi già un anno in quella foto, ma la amo in modo particolare: sono in piedi sulla tavola con nonna che mi stringe accanto a me con una torta davanti a noi. Sorrido e la sfioro mentre la porta della mia camera si apre e sorrido nel vedere finalmente mia madre entrare nella mia stanza. Si siede accanto a me sul letto e guardiamo insieme il restante delle foto mentre ne ricordiamo gli aneddoti più divertenti alcuni dei quali per la mia piccola età non ricordo.
«Tornerai da lui?» Sono trascorsi cinque giorni da quando ho lasciato quella che ormai era casa nostra, quasi due giorni trascorsi in viaggio e mi manca vedere il suo sorriso beffardo per cercare di alleviare le situazioni per me pesanti, la sua voce, i suoi occhi che mi scrutano, mi manca lui. Mi volto verso di lei e sorrido con altre lacrime che rigano le mie guance, lacrime che lei asciuga come non gli ho mai permesso di fare a causa del mio orgoglio.
«Lui mi ha ridato il sorriso che avevo perso, ma non voglio deludervi di nuovo.» Tiro su col naso asciugando con la manica le lacrime sul mio volto.
«Non ci hai mai deluso, siamo stati in pensiero per te ma Meredith appena ti ha trovato ed è riuscita a rintracciarci ci ha detto dove trovarti noi abbiamo voluto lasciarti il tuo spazio, d'altronde hai sempre detto di voler scappare di casa per realizzare i tuoi e noi non abbiamo mai voluto che tu restassi in un luogo che non ti facesse essere te stessa.» Scosta una ciocca di capelli dalla mia fronte. «Li hai tagliati di nuovo!» Mi rimprovera scherzosamente e io finalmente sorrido tra le braccia di mia madre. Ho sempre detto cose che non pensavo sentendomi poi in colpa ma il mio comportarmi in quel modo era solo una richiesta d'aiuto. Il mio rinchiudermi in me stessa, fingere sorrisi e scoppiare al limite del dolore emotivo era uno modo per far capire loro cose che io non riuscivo a dire, avevo una maledetta paura di svegliarmi una mattina e ritrovarmi da sola. Ritrovarmi senza le litigate e i momenti divertenti con mia madre; senza le litigate scherzose con mio padre e le prese in giro che insieme facevamo subire a mia madre; senza il sorriso di mio cugino e l'essere un'eterna adolescente di mia nonna, che faceva sentire me anziana rispetto la mia età, senza il suo accontentarmi sempre di più, senza la mia migliore terapista colei a cui riuscivo a raccontare tutto senza alcuna vergogna; senza i pianti a causa di mio zio ma anche le risate e il suo farmi sentire un orgoglio per la famiglia e infine senza mia zia, coeli con la quale ho sempre iniziato piccole discussioni quando ci definivano mamma e figlia o addirittura sorelle quando eravamo insieme. Io avevo e ho solo paura di restare senza di loro, ma dirglielo è troppo difficile e gli unici custodi di questo mio segreto sono i miei angeli custodi che mi guardano dal cielo.
«Dovevo iniziare in qualche modo a vivere di nuovo e quindi a cambiare qualcosa, sai ho fatto anche un tatuaggio!» I suoi occhi si spalancano e io scoppio a ridere alzando la maglia per fargli vedere la mia schiena.
«Tu sei folle!» Continuo a ridere mentre la porta si apre ed entra anche mio padre, che si siede accanto a noi guardandomi torvo a causa del tatuaggio prima di sorridere.
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Aiutami a volare
Romance[completa] Per Mirea Huber e Nolan Beckham la vita era un susseguirsi di istanti. L'istante, quella frazione minima di tempo, in cui è possibile fare qualsiasi cosa si voglia come ritornare a vivere, imparare ad amare ma soprattutto amare se stessi...