Capitolo 140 - Il matrimonio

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Camminai a passo pensate per i corridoi della Tana, senza una vera e propria meta, attendendo solo l'arrivo della sera.

«Ron?» lo richiamai, vedendolo in lontananza, addentrato nella piccola foresta che costeggiava la casa.

«Ei Moon» mi guardò sorridendo malinconico

«Che succede?» chiesi preoccupata vedendolo cupo, avvicinandomi a lui.

«La situazione è quella che è, lo sai bene, chissà come andrà a finire» sospirò.
Avrei tanto voluto rassicurarlo e garantirgli che sarebbe andato tutto bene, ricordargli quanto tenessi a lui e quanto mi ferisse vedere che, la persona più d'animo che conoscessi, che raramente si dava per vinta, stava per gettare la spugna.

Mi limitai a fiondarmi tra le sue braccia, lasciandomi stringere da quelle che erano le braccia che, per anni, mi avevano consolato nei momenti di sconforto.
«Però sai una cosa?» mi domandò.

Mi staccai prestandogli la mia attenzione e attendendo che continuasse.
«L'unico spiraglio di luce in questo buio sei tu, noi e il nostro rapporto. Siamo di nuovo vicini, ti sento di nuovo parte del nostro gruppo, prima stavi sempre con quelle serpi!»

Ridacchiai.
«Mi dispiace se quest'anno vi sono sembrata distante, è che non digerivo il comportamento di Harry, in più sapevo che avrei dovuto lasciare gli altri, inconsciamente speravo di godermi gli ultimi momenti con loro» ammisi.

In parte era vero, e in parte non volevo scegliere se combattere dalla parte di mio fratello o da quella della prima al mondo che era davvero riuscita a farmi perdere la testa.

«Faccio ancora fatica ad abituarmi all'idea di te che davvero reputi quelli là come i tuoi grandi amici» ridacchiò.

«Ti dirò una cosa che ti farà male, caro Ronald» premisi «Loro per me, dopo di voi, sono stati la mia seconda famiglia, e mi riferisco a tutti i Serpeverde, non smetterò mai di ringraziare il cappello per avermi smistata lì, tra i Grifondoro non mi sarei mai sentita davvero parte di qualcosa, e non per causa vostra ovviamente, ma perché ormai l'ho capito, sono una serpe da capo a piedi!»
Io risi, ma il rosso pareva essere più che serio.

«Moon, lo sai che non ho niente contro il fatto che sei una serpe, il problema sono le tue amicizie; hai sempre voluto difendere Malfoy e guarda com'è finita. È un Mangiamorte!»
Quelle parole mi misero i brividi, avrei voluto supplicarlo di non dirlo mai più, perché anche se era la verità, non era solo un marchio, c'era molto altro dietro, e nessuno poteva saperlo.

Inoltre, dopo tutte le offese che, negli anni, Draco aveva fatto a Ron, non potevo proprio biasimare il suo disprezzo e il suo rancore nei suoi confronti.

Annuii, essendo la sola cosa che potevo fare e ripresi a guardare verso destra, il sole che stava per tramontare. Informai Ron che sarei andata a prepararmi per il matrimonio, dato che, mancavano poche ore.

«Moon» mi richiamò.
«Si?» dissi dandogli attenzione.

«I-io, emh, ti voglio bene, davvero, non sai quanto» disse solenne.
era probabilmente la prima volta che glielo sentivo dire, Ron era il tipo di amico che ti avrebbe sostenuto in ogni battaglia ma faticava a mostrare il suo affetto, soprattutto a parole. Sorpresa e quasi commossa dal suo gesto, mi buttai di nuovo tra le sue braccia.

«Anche io Ron, molto più di quanto immagini»

Tanto quanto, per Harry, Hermione era una sorta di seconda sorella, allo stesso modo Ron lo era per me, anche se forse, non glielo dimostravo abbastanza.

***

La gente danzava riempendo il tendone, addobbi floreali dovunque, cibo e sorrisi sui volti degli invitati. Un'aria felice, sembrava tutto, tranne il panorama di una guerra imminente.
«Moon giusto? Moon Potter?» chiese sorridente un ragazzo, avvicinandosi a me.

«Si, ci conosciamo?» domandai confusa. Forse anche un po' spaventata, erano tempi bui, non ci si poteva fidare di chiunque, sopratutto se eri una Potter, rivelare la tua identità poteva costarti la vita.

«Cavolo, sei splendida! Comunque io sono Oliver Baston, tu sei arrivata ad Hogwarts il terzo anno giusto?»
Annuii in risposta.
«Era il mio ultimo anno, avevo sentito parlare di te ma tra una cosa e un'altra non mai colto l'occasione di venire a salutarti. Harry ti ha mai parlato di me?» 

«Ma certo! Eri il capitano della squadra e sei stato, in un certo senso, il suo mentore. Mi ha scritto una lettera intera su di te» ammisi ridacchiando. Era tutto vero, avevo solo tralasciato il fatto che Harry nella lettera per lo più si lamentava di quanto fosse assillante e di quanta pressione gli mettesse per ogni singolo allenamento.

«E ora che hai finito la scuola? Cosa stai facendo?» chiesi curiosa.

«Oh beh, ora sono una riserva del Puddlemere United, il Quidditch è tutta la mia vita» confessò abbassando la testa. Quanto avrei desiderato anch'io una passione così forte.

Gli sorrisi realizzando di non sapere cos'altro dire, non riuscì a fare a meno di notare che fosse decisamente un bel ragazzo. I capelli castani gli incorniciavano perfettamente il viso, leggermente ovale, e gli occhi, del medesimo colore, sembravano abbinarsi ad essi; la pelle non era cadaverica, non era bianca pallida come quelle a cui ero abituata, la mia, quella di Harry, di Ron e della famiglia Weasley in generale. Non era bianca come il latte, non era pallida come la sua, gli occhi nocciola erano vividi alla luce, non c'era nulla di cristallino, niente di trasparente, niente da fare. Non erano i suoi.

«Moon» mi richiamò Harry interrompendo la mia "conversazione" con l'ex Grifondoro.
«Oh ciao Oliver» disse sorridendo.

Il ragazzo davanti a noi fece un saluto di rimando a mio fratello che, subito dopo, si scusò con lui e mi allontanò dal suo campo visivo, prendendomi in disparte come se dovesse comunicarmi una notizia molto importante.
«Che succede?» chiesi impaziente.

«La collana che porta al collo il papà di Luna, vedi il ciondolo?»
Mi voltai verso l'uomo e quando capii a cosa si stesse riferendo annuii.
«Bene, ti è familiare? Ti ricorda qualcosa?»

Cercai di ricordare il più possibile e mi concentrai per svariati secondi, ma non mi venne in mente nulla che potesse ricordare a quell'incrocio di simboli mai visti.
Erano un triangolo con al suo interno una linea è un cerchio, cosa potevano mai essere? Qualcosa di importante?

«No, sinceramente non mi ricorda proprio nulla. Anzi, sono abbastanza sicura di non averlo mai visto» ammisi.

Lui non fece in tempo a ribattere che un Patronus piombò al centro della tenda. Una voce, annunciava che il Ministro della Magia era morto.
Eravamo ufficialmente in guerra.
«Arrivano! Arrivano!»

In men che non si dica molti Mangiamorte si fecero largo tra gli invitati, cercando ovviamente Harry, e io pensai di fare la cosa più sbagliata in assoluto: cercare Draco.
Per fortuna venni fermata nell'impresa prima di fare cose di cui mi sarei pentita; Harry afferrò la mia mano, io afferrai quella di Ron che a sua volta prese quella di Hermione e ci smaterializzammo, con il presentimento che non saremmo più tornati.

Piccola Mezzosangue 5 || Draco MalfoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora