«Mi volete spiegare perché c'era anche lui?»
«Che vuoi che ti dica Harry? È arrivato mentre lei respirava a malapena»
«Arrivato un corno, l'ha portato qui la Parkinson! Mi pareva strano che quell'ammasso di luride serpi non ne sapesse niente della loro storia»
Percepivo le voci dei tre come lievi bisbigli, come se avessi l'ovatta nelle orecchie. Aprire gli occhi sembrava essere fin troppo faticoso in quel momento.
«Ronald Weasley, non sono questi i toni con cui ti ho cresciuto» lo sgridò una voce femminile, la quale riconobbi immediatamente come quella di sua madre, Molly.
«Qualunque cosa abbia fatto quel ragazzo, è riuscito ad aiutarla, si è ripresa grazie a lui»«C'è da dire che se era in quello stato la colpa era sua. Sua e delle sue splendide scelte» convenne Harry, la cui voce parve leggermente meno ovattata e più vicina delle altre. Probabilmente era poggiato di fianco a me, e la mano che stava accarezzando i miei capelli era la sua.
«Da quanto lo sapete?» domandò la voce di George.
«Ce l'ha rivelato durante una discussione, nella tenda» disse Harry.
«Io lo sapevo da tempo, ho mantenuto il segreto su sua richiesta» ammise Hermione.
Non sentii ulteriori voci, ma notai a terra, aprendo leggermente un solo occhio, le scarpe di Ginny che, a quanto pare, tacque sull'accaduto, non rivelando che in realtà anche lei era a conoscenza della relazione già da tempo; malgrado non fosse tecnicamente onesto, convenni con la sua scelta, ulteriori liti e arrabbiature non sarebbero servite a nulla.«Non dirmelo. Se penso che le hai retto il gioco per tutto questo tempo io-» Ron si interruppe perché un colpo di tosse attirò l'attenzione di tutti i presenti: il mio.
«Ei Moony» si avvicinò Harry abbozzando un sorriso, accarezzandomi la guancia.
«Come ti senti?»«Bene.. credo» risposi frastornata, toccandomi la testa. «Che mi è successo?»
«Iperventilazione. Tutto sotto controllo però, Madama Chips ti ha visitato poco fa» mi informò mio fratello.
«Harry ma la guerra? Voldemort.. » balbettai in cerca di ulteriori informazioni.
Lo vidi alzare lo sguardo e saettarlo tra Ron ed Hermione.«Vieni con me» mi disse infine, alzandosi e porgendomi la mano.
Incerta la afferrai e ci dirigemmo fuori la Sala Grande, sotto lo sguardo comprensivo di tutti i presenti.«Mi spieghi che succede?» domandai vedendolo imboccare uno dei corridoi semi distrutti del Castello.
«Sono stato nell'Ufficio di Silente, sai, per vedere i ricordi di Piton» mi disse, io con un cenno di testa lo invitai a continuare a parlare.
«Ho scoperto molte cose Moon. Prima di queste, penso sia giusto tu riceva le mie scuse: avevi ragione tu, Silente non era la persona che credevo. Lui ha cercato di crescermi per poter sconfiggere Voldemort un giorno e probabilmente, se io non fossi stato il Prescelto, beh, nemmeno si sarebbe interessato a me»Lo guardai a bocca spalancata, sapevo che quell'uomo fosse un viscido, ma non immaginavo così tanto.
«Insultare i morti non è carino vero?» domandai, provocando in lui un lieve accenno di sorriso. «Io lo sapevo! Quel maledetto manipolatore!»«È così difficile che comprenderlo senza mostrartelo sarebbe quasi impossibile, ma di tempo ora non ne abbiamo.
Silente sapeva tutto, fin dall'inizio. Sapeva ciò che sarebbe dovuto accadere un giorno e sapeva che fossi il Prescelto, o almeno, dopo la Profezia aveva solo un'idea, ha ottenuto la conferma quando-»«La Profezia?» domandai interrompendolo. «Quella che desiderava Lucius Malfoy nell'Ufficio Misteri?»
«Esatto, proprio quella. È la Profezia che Sibilla Cooman ha fatto anni fa, parlava di un ragazzo nato alla fine di luglio e la sua scelta era o me, o Neville»
«Neville?» domandai sbigottita.
«È il quasi Prescelto, per sua fortuna. Ma lui ha scelto me, ero io il bambino che aveva deciso di uccidere, anche se francamente non ne capisco il motiv-»
Lo interruppi nuovamente, elargendo una riflessione.
«Tu sei un Mezzosangue Harry, come lui. Potrebbe essere questo il motivo per cui ha scelto te e non un Purosangue, come Neville»«Può darsi, ma ora poco contano i suoi motivi. Ma ora la cosa importante è un'altra: c'è una ragione per cui non sono morto quella notte, una ragione per cui sono sopravvissuto a quell'incantesimo, Moon»
Il suo tono era teso, incuteva piuttosto ansia, e il mio sguardo pregava solo che andasse avanti per saperne di più.
«Nostra madre si è sacrificata per salvarmi e il suo sacrificio è stato il mio scudo, così che il suo incantesimo gli è rimbalzato addosso»Sgranai di colpo gli occhi, facendo fatica a credere alle mie orecchie. Come poteva essere possibile?
«Harry ma questo è impossibile, lui sarebbe.. morto»«Si, infatti»
Lo vidi prendere un bel respiro e avvicinarsi a me, afferrando le mie mani nelle sue.
«Ma l'incantesimo non era diretto, quindi fu la sua anima a morire, o meglio, un pezzo della sua anima si attaccò all'unica cosa vivente che c'era nella stanza: io.
Sono l'Horcrux che non ha mai voluto creare»Il mio respiro venne mozzato, lo guardai intensamente e vidi una lacrima silenziosa solcare il suo viso.
«No.. » mormorai prendendo a piangere «Non è possibile Harry, tu non puoi.. È surreale, te ne rendi conto?!»«Moon, l'unico modo per ucciderlo-»
«Scordatelo! Chiudi quella bocca prima di dire assurdità» dissi nervosamente, alzando il tono di voce.
Vidi Hermione e Ron scendere le scale nella nostra direzione, avvicinandosi a noi.
«Ma l'avete sentito? Non ci posso credere» mormorai a me stessa.«Moon-» provò a dire lui, ma lo interruppi nuovamente.
«L'ha detto lui no? Certo, queste sono le sue parole, i suoi stupidi giochetti non è vero?
Quei suoi folli piani può ficcarseli dove dico io, sta benissimo nella bara in cui si trova, anche da morto deve cercare di ucciderti! È da quando hai undici anni che ti fa rischiare la vita ogni anno, in continuazione, senza mai provare a darti una sola volta una mano!» sbraitai.
Ero decisamente fuori controllo.
«Lui sapeva tutto fin dall'inizio e ha continuato a farti lottare per poi sperare che cosa? Che all'ultimo ti sacrificassi? Ti ha tenuto all'oscuro di ogni cosa per diciassette anni, ti ha progettato la vita dal momento in cui hai compiuto un anno!»Piangere, piangere e piangere ancora, e per i corridoi l'eco della mia voce rimbombava potentissimo.
«Sai che ti dico? Avrei tanto voluto che Draco lo uccidesse quella notte.
Anzi no, se l'avessi saputo Harry, giuro che l'avrei fatto fuori io con le mie mani il primo anno!» sbottai infine, per poi crollare col sedere a terra sulle scale in marmo.«Moon, ti prego calmati» disse Hermione, avvicinandosi a me.
Vidi Harry chinarsi alla mia altezza e afferrare il mio viso tra le mani.
«Non sai quanto sono fiero di te, amore mio» disse abbozzando un sorriso, e avvolgendo le braccia attorno alle mie spalle.
«Sei tanto forte, tanto»«Harry» singhiozzai contro la sua giacca.
Lo vidi staccarsi da me e alzarsi in piedi.
«Ti voglio bene Moony, da morire»«Harry piantala, Harry che credi di fare?» provai a corrergli immediatamente dietro ma una piccola scossa mi colpì alle spalle, un incantesimo.
Sentii due braccia afferrarmi e provai a muovere le mani ma non ce la feci, i miei occhi si chiusero da soli, vidi tutto nero e poi sentii i sensi abbandonarmi.
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Piccola Mezzosangue 5 || Draco Malfoy
RomanceQUINTO LIBRO DELLA RACCOLTA "Piccola Mezzosangue" *** Era trascorso l'ennesimo anno per Moon, quello che le era sembrato il più difficile, il più pesante, quando pensava di aver trovato finalmente la felicità, questa le era stata brutalmente strappa...